Caleb Stonewall × (Fem!) Reader

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J♤LEMON♤

La prima regola di una gang: se sei il capo, non ti devi far riconoscere. Ed è esattamente quello che T/N faceva. Viveva
coperta dal viso di una ragazza dolce e carina, che fuori da scuola, diventava la nemesi di se stessa. Non c'era da stupirsi che l'oggetto della sua rabbia fosse sempre Caleb. La faceva completamente uscire di testa: oltre a pavoneggiarsi a dei livelli incredibili, aveva il brutto vizio di sottovalutare le persone, lei in particolare.

Quel giorno arrivò dai suoi compagni più arrabbiata del solito. Era fuori di sè, tanto da far indietreggiare tutti al suo passaggio.
"Capo, cosa c'è?"
"Lascia stare Archer, è un questione tra me e quel manichino"
Prese la sua mazza da baseball e, con una forza irruenta da far invidia a Bud Spancer,
si accanì contro un manichino preso da un negozio di abbigliamento abbandonato.
"Non credi che parlandone faresti un affare migliore?"
Suggerì David.
"No, a meno che tu non voglia finire ridotto così"

"Joe, ti consiglio di tacere, se ci tieni alle mani"
Si sentì una voce molto squillante quanto profonda, provenire dal fondo della stanza.
"T/N, non ti sembra di esagerare un po'?"
"Lo credi davvero Jude?"
La ragazza prese la mazza dalle estremità, per posarla sul retro del suo collo e poggiarcisi.
"Sì. Se posso darti un opinione personale, terrei questa frustrazione da parte per riversarla sul diretto interessato"
Il rasta si fece avanti, spostando ai lati il suo mantello. T/N gli fece cenno di proseguire con la testa.
"Voglio farti ridere un po', senti qua:
'incontro fissato a domani sera, vicino al campo al fiume'. È seriamente convinto di volerti sfidare senza nemmeno conoscerti. Come hai intenzione di rispondergli?"
"Ho intenzione di andarci, caro il mio Jude"
"Non intenderai-"
"Certo che no. Non potrei mai ucciderlo, per come stanno le cose. Certo, sicuramente giocherò contro di lui. E sicuramente gli farò sanguinare il naso dopo un bel destro. Ma non lo ucciderò"

I ragazzi si guardarono a vicenda con aria intimorita ma curiosa. La ragazza nel frattempo, aveva mosso alcuni passi in avanti: si girò con un sorriso beffardo in volto. Capitava spesso che arrivassero richieste del genere, poiché il loro gruppo era molto conosciuto, ma davvero in pochi sapevano che il capo fosse una ragazza. E a lei piaceva sorprenderli ogni volta. Sotto quel punto di vista le piaceva definirsi 'un'esibizionista'. Guardò i suoi amici per poi mollare la mazza ed usarla come appoggio.
"Sarà uno spasso. Ora iniziamo gli allenamenti"

Passarono i due giorni ad allenarsi, a calcio e nel combattimento a corpo libero. A lei le fide piacevano, forse troppo: amava il rischio, ma soprattutto in quel caso, voleva fare in modo che quel ragazzo, 'punk wannabe' come le piaceva chiamarlo, si inginocchiasse di fronte a lei.
In un certo senso la eccitava l'idea di vederlo ai suoi piedi. Era davanti allo specchio della stanza che aveva arredato come sua nel loro ritrovo, addosso aveva una veste di raso rosso bordeaux. Era determinata a stupire Caleb più che mai. Sentì bussare alla porta.
"Avanti"
"T/N- disturbo?"
"No, non preoccuparti Jude. Dimmi pure"
La ragazza continuava a dare le spalle al ragazzo dietro di lei.
"Come stai? Sei pronta?"
"Sì sono pronta. Mi sento più energica e determinata che mai. Rendiamo indimenticabile questo giorno per tutti"
Il ragazzo la osservava con uno sguardo deciso da sotto gli occhialetti.
"Era esattamente ciò che mi aspettavo. Toglimi una curiosità, cosa ti intriga così tanto di quell'individuo?"
T/N si girò, le braccia conserte, strette sotto il seno.
"La curiosità uccide il gatto, Jude. Tuttavia ammetto che il suo comportamento, per quanto irritante, mi rende solo più determinata a metterlo in ginocchio. Devo dire che non mi dispiacerebbe l'idea di... farlo mio"
A quelle parole il regista alzò gli occhialetti e rivolse un mezzo sorriso al capo.
"Noi siamo pronti, attendiamo solo il momento"
Detto questo, uscì dalla stanza chiudendo la porta dietro di sé.

Aprì il suo armadio e ne tirò fuori ciò che le sembrava più adatto, rigorosamente nel suo stile da esibizionista egocentrica.
Il suo trucco, anche da solo, lasciava intendere che non avrebbe accettato una sconfitta nemmeno sotto tortura: eyeliner stile occhi di gatto e un mascara marcato per poco, labbra nude. Il septum argentato rifletteva la luce dei lampioni che venivano da fuori la finestra. Una volta vestita, si guardò per l'ultima volta allo specchio. Il collare e i bracciali spinosi che indossava la facevano sentire forte. Tirò fuori la lingua, cui mostrava in modo evidente lo snake* che aveva fatto pochi mesi prima, imitando la posa di uno dei personaggi dei suoi poster: Rhea Ripley**. Nonostante fosse stato doloroso, e non avesse trovato facilmente qualcuno disposto a farglielo, era riuscita a far avverare questo sogno. Il suono dei suoi stivaletti col tacco lita, riecheggiava per il corridoio fino alla sala comune. Tutti si girarono a guardarla.
"Bene ragazzi, possiamo andare"

Inazuma Eleven one shots & x reader (IE 1-2-3 & GO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora