axel blaze x (fem)reader !ANGST!

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(☆T/N è la cugina di Silvia☆)
"Mi stai almeno ascoltando!? Non c'è la faccio più!"
Dissi con le lacrime agli occhi. Era la prima volta che litigavo con lui. Da un anno ormai eravamo amici ed io ero l'unica calciatrice femmina nella squadra.
"Sono stanca Axel! Sono sfinita. Non mi posso fidare nemmeno degli unici amici che ho! Ormai ho soltanto Silvia!"
Ero completamente in lacrime, avevo la testa china e le gambe che tremavano. Lui era davanti a me, mi guardava, immobile e impassibile. Aveva la stessa espressione di suo padre.
"Ho capito che tanto non ti interessa. Me ne vado, starai meglio senza di me"
Presi di fretta il mio zaino, il borsone e me ne andai da lì. Era da molto tempo che sapevo di non essere ben vista dalla squadra, non da tutti, ma da alcuni. Mi misi a correre, corsi per molto tempo. Arrivai a casa di Silvia e mi aprì sua madre. Le spiegai tutto e mi disse che potevo restare da lei. La aspettai per due ore, ascoltando la musica, senza smettere di pensare a cosa avessi fatto di male per avere così tanta difficoltà a trovare degli amici. Quando Silvia tornò a casa e mi vide mi corse incontro.
"T/N...!"
Mi abbracciò, e in quel momento crollai. Crollai e piansi tutte le lacrime che avevo in corpo.
"Perché?! Perché deve essere sempre così? Cos'ho che non va?"
Silvia mi stringeva a sè, al punto che quando caddi in ginocchio lei si accasciò a terra con me.
"Non hai niente che non va."
"Sì invece. Se nessuno vuole stare con me, evidentemente c'è qualcosa di sbagliato in me."
Volevo solo sparire. Silvia non poteva comprendere quanto stessi male, perché in squadra tutti le volevano bene.
"Non voglio più sprecare spazio"
Dissi con voce rotta dal pianto. "Sono stanca di vivere così."

Tre giorni dopo...

"È da un po' che T/N non si vede agli allenamenti"
"Già..."
"Guardate, c'è Silvia! Chiediamo a lei!"
"Silvia! Hey, Silvia!"
"Hey, Mark!"
"Sai che fine ha fatto T/N?"
"Ecco... non so se ne voglio parlare"
"Preferisci parlarmene in privato?"
"Sì, forse è meglio."

Silvia prese Mark da parte mentre tutti li guardavano con faccia incuriosita. Tutti tranne lui. Lui era girato di spalle e guardava il prato del campo da calcio. Non voleva saperne niente. Lui, lo stesso che fino a tre giorni prima si sarebbe ammazzato per lei. Si sentiva in colpa, perché sapeva che era colpa sua se le voci sul suo conto si erano sparse. Questo perché all'inizio, nei primi 6 mesi era stato falso, non gli piaceva. Ma dopo ha cambiato idea. Si è ricreduto, perché ha visto che in lei non c'era nulla di poi così sbagliato. Aveva paura, per la seconda volta nella sua vita, di sapere.
"Non posso perdere anche lei. È bastata Julia." Si disse.
"Mark, ecco... purtroppo T/N è scappata. Ha detto di sentirsi un peso, e non vuole spiegarmi che cosa è successo. Mi ha detto solo che non vuole sprecare un posto che sarebbe meglio vuoto nella squadra"
"Davvero? E perché mai avrebbe dovuto dire una cosa simile?"
"Purtroppo sta molto male. Vedrò di chiarire nei prossimi giorni"
"Mh"
Gli allenamenti continuarono normalmente, ma nel tardo pomeriggio, a tutti i giocatori arrivò un messaggio.
"Da Silvia:
Ragazzi ho bisogno che veniate tutti al campo al fiume DI CORSA. Devo dirvi una cosa importante"
Così tutti si riunirono al campo: Axel aveva un bruttissimo presentimento.
Arrivati sul posto, I ragazzi trovarono Silvia, Celia e Nelly. La prima aveva lo sguardo fisso in terra e non accennava a cambiare la sua posizione, le altre due la confortavano.
"Siete arrivati, finalmente"
Mark ci mise poco a comprendere che qualcosa non andava con T/N.
Nelly aveva aperto bocca solo per dire quelle tre parole.
"Vedete, purtroppo-"
Celia non riuscì a finire la frase, perché venne interrotta da Silvia che come un fulmine si scagliò contro Axel.
"Sei stato tu! Sei tu che hai ridotto T/N in quelle condizioni! Perché?!"
Gridò con tutte le sue forze. Mark la prese per le spalle e la tirò a sè.
"Devi calmarti Silvia"
Blaze non aveva avuto nemmeno il coraggio di chiamarla nei giorni seguenti alla lite. E in quel momento non avrebbe potuto reggere lo sguardo di Silvia.
"Cosa è successo a T/N, parlate!?"
Dissero in coro Jude e Kevin. Silvia piangeva tutte le sue lacrime.
"T/N... lei è... È in ospedale! Si è quasi uccisa!"
Tutti rimasero senza parole. Nessuno riusciva a credere alle parole della ragazza. "Ma Axel cosa centra?"
Xavier non poteva sapere.
"È tutta colpa sua. T/N mi ha detto tutto!"
Tutti si girarono a guardarlo e poco ci volle per fargli dire tutto quello che era successo. All'inizio dell'anno, quando la dolce ragazza entrò in squadra, Axel la considerava sbagliata. Il posto di una ragazza non era in una squadra di calcio, tanto meno di una tipa come lei. Suzette e Victoria non erano come lei. Lei era debole, fragile e insulsa. Almeno, lui pensava questo. La reputava una nullità per il semplice fisico. Infatti, la mattina subito seguente a quel giorno, il ragazzo sparse mille voci sul suo conto, che in poco tempo presero piede per la scuola. Era una femminuccia, una principessina. Una studentessa facile, in cerca di attenzioni, che prediligeva farsi circondare dai ragazzi. O forse si sentiva talmente inutile che aveva azzardato il passo più lungo della gamba entrando nella squadra di calcio pur non riuscendo a giocare? Però, vedendola giocare e prendere posto nella squadra come titolare, si rese conto di starsi sbagliando: oltre ad essere molto brava, era anche dolce e carina. E lui se ne era innamorato, completamente. Fino al giorno della lite. Non sapeva come,
ma T/N ormai sapeva. Sapeva che era stato lui e non sapeva come uscirne. Aveva incasinato troppo le cose.
"Quindi, le cose stanno così?"
Disse Nathan.
In quel momento non c'era molto che loro potessero fare.
"Scusami Silvia, non voglio farti soffrire, ma si può sapere come ha fatto a farsi così male?"
Domandò cauta Victoria.
"Lei... si è buttata dalla torre Inazuma. Ha molte ossa fratturate, ma per fortuna non è in pericolo anche se... ha rischiato molto"
Quando Axel sentì quelle parole, qualcosa in lui si risvegliò. Non sapeva di preciso cosa, ma sapeva solo che doveva correre.
Corse più veloce che potè. Ed arrivò in ospedale, senza nemmeno rendersene conto. Un'infermiera gli disse dove si trovava T/N e in un attimo si trovò davanti a quella porta. Esitò un attimo prima di entrare, ma sapeva che doveva farlo. Quando entrò e la vide sveglia abbassò lo sguardo.
"Non mi aspettavo di vederti"
"Perdonami"
Sussurrò con le lacrime agli occhi.
"Io non... non volevo farlo, perdonami. Ti ho giudicata prima di conoscerti ed ho combinato questo disastro. Sei qui per colpa mia, e non posso accettarlo..."
"Vieni qui, Axel"
Lei aveva quasi tutte le costole rotte, ma per quel che poteva, parlava.
"Io causo solo problemi"
T/N alzò il braccio sinistro, che non aveva subito danni, e portò la sua mano sulla guancia di Axel.
"Sei uno stupido"
Disse mentre con il pollice asciugava le lacrime che rigavano il viso del giovane.
"Questo stupido per cui ho una cotta, e che come me ama giocare a calcio, ha fatto un bel casino"
Spostò la mano dalla sua guancia alla sua nuca.
"Ma almeno, ora che sei qui, baciami"
E così la distanza tra I due si ruppe, e tutto tornò come doveva essere.

Fine

Inazuma Eleven one shots & x reader (IE 1-2-3 & GO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora