Paolo Bianchi × (Fem!)Reader

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L'arbitro suonò il fischio finale che portò la Raimon al FFI. Dopo quel fischio successero molte cose, ma finalmente anche noi eravamo arrivati al nostro obiettivo. Mancava una settimana alla nostra partenza e come sempre, scrivevo delle lettere per l'Italia. Lettere che non hanno mai ricevuto risposta. Di quelle lettere sapeva qualcosa solo Mark, perché solo con lui mi sentivo di parlarne. Non sapeva il nome del destinatario, ma sapeva tutto il resto.
"Chissà se lo vedrò al Football Frontier International"
"Vedrai che ci sarà, ne sono certo"
"Tu dici?"
"Ovvio! Se anche lui ama il calcio quanto noi, non potrà certo essersi arreso così"
Mark non aveva tutti i torti. In un certo senso si assomigliavano molto di carattere. Non te la dava vinta facilmente e manteneva sempre le sue promesse.
"Piuttosto mi domando perché non ha mai risposto alle mie lettere..."
"Sicuramente avrà avuto una ragione più che valida per non risponderti"
"Probabilmente hai ragione, capitano. Se sei convinto tu, sono convinta anche io"
"Bene. Ora sorridi e resta positiva, T/N! Ricordiamoci che questa è la nostra occasione!"
Il suo sorriso era rassicurante, mi ricordava molto il suo. Chissà se dopo tutti questi anni si ricordava ancora di me?

(Flashback)
Avevo 5 anni quando dovetti lasciare l'Italia per andare in Giappone. Mi rattristì molto la cosa, perché lì avevo tutti i miei amici, che poi altro non erano che la squadra di calcio in cui giocavo. Il mio migliore amico era il più forte e il più veloce di tutti.
"Wow hai visto come corre?"
"Sì, è una potenza"
Io lo guardavo estasiata, e quando si sbucciava le ginocchia gli mettevo sempre i cerotti. In realtà lo facevo con tutti, ma prima di tutti lo facevo con lui.

Prima di andarmene mi fece una promessa.
"T/N! Ti prometto che quando diventerò grande mi rivedrai. Continuerò a giocare a calcio e andrò al Football Frontier International anche per te!"
"Lo prometti?"
"Promesso"
"Grazie!"
(Fine Flashback)

Questo era il mio ultimo ricordo di lui.
La settimana passò, sempre senza risposta. Mi trovavo sul volo che ci avrebbe portati all'isola di Liocott. Ero seduta accanto a Celia che sfogliava un documento PDF con tutte le squadre qualificate.
"Celia"
"Sì T/N?"
"Quali squadre si sono qualificate?"
"Allora, stando a quello che c'è scritto qui, le squadre in classifica sono:
La Unicorn, rappresentativa degli USA;
La Impero, rappresentativa dell'Argentina;
I Cavalieri della Regina, rappresentativa dell'Inghilterra;
I Piccoli Giganti, rappresentativa del Cotarl;
I Grifoni della Rosa, rappresentativa della Francia;
I Fire Dragon, rappresentativa della Corea del Sud;
La Orfeo; rappresentativa dell'Italia..."

"L'Italia?!"
Un brivido mi passò lungo la schiena.
"Sì, ed è anche una delle più talentuose, tanto da essersi classificata prima nel girone A"
"Bene, allora saprò per chi tifare quando la Inazuma Japan non giocherà"
"E io tiferò con te, T/N!"
Mark era seduto proprio dietro di me, quindi lo sentivo chiaro e limpido quando parlava.
Una volta atterrati a Liocott, mi feci accompagnare da Nelly alla stanza dove avremmo alloggiato noi manager. L'isola era enorme e per l'occasione era stata addobbata a fattanza dei paesi di origine delle squadre. Quando posammo la nostra roba, Mark mi trascinò a fare un giro del quartiere giapponese, poi decidemmo di tornare per riposare e sapere qualcosa sulla squadra che avrebbero affrontato l'indomani.

Durante i primi giorni non volli uscire dalla mia stanza se non quando avesse giocato la nostra squadra. Un giorno poi, Mark mi convinse a fare un giro più approfondito dell'isola e mi promise di visitare insieme il quartiere italiano. E così fu, solo che persi Mark in 10 secondi spaccati. Mentre lo cercavo restai incantata nel vedere quanto realistico potesse essere quel posto. Sembrava di stare davvero a Venezia. Girai a lungo, finché non trovai il mio amico intento a guardare dei ragazzi giocare a calcio. Mi appostai di fianco a lui e osservai attentamente la partita: uno di quei ragazzi mi ricordava qualcuno di fin troppo familiare.
Presi Mark per un polso e lo trascinai via.
"Lasciamoli giocare in pace"
"Ma T/N, se uno di loro fosse-"
"Non importa Mark, andiamo, si è fatto tardi, avrete una partita per la finale del girone asiatico tra non molto"
Una volta tornati agli alloggi, presi Celia e Silvia da una parte.
"Ragazze, sappiamo i nomi dei giocatori delle altre squadre?"
"Certo, perché?"
"Ecco, Celia, avrei bisogno di sapere se nella Orfeo gioca una persona in particolare"
"Dimmi pure T/N"
"Paolo..."
"Paolo Bianchi. Soprannominato 'La meteora bianca', è il capitano e regista della squadra"
Il mio cuore saltò un battito: Era davvero lui.
"Vi ringrazio di cuore ragazze"
"T/N"
"Sì, Silvia?"
"Beh... cerca di non perderti nel quartiere italiano"
"Non preoccuparti, conosco Venezia come le mie tasche"

Correvo più velocemente possibile verso il campo da calcio del quartiere italiano: indossavo una maglietta con la bandiera italiana e correvo come se, da quello che avrei fatto dopo, dipendesse la mia vita. Arrivai e fermai uno dei giocatori.
"Hey, aspetta!"
"Chi-"
Si pietrificò a guardarmi per un istante, quando realizzò chi fossi.
"T/N, sei tu?"
"Sì, e tu sei?"
"Gianluca Zanardi. Eravamo vicini di casa e compagni di squadra"
"Gian? Sei davvero tu? Quanto sei cambiato!"
"Già, tu invece sei sempre uguale"
"Senti, per caso c'è Paolo?"
"Paolo? Sì, è tornato agli alloggi. Vieni, ti porto da lui"
Mi fece strada in un edificio poco distante dal campo. Quando entrammo e percorremmo quel lungo corridoio il cuore cominciò a salirmi per la gola. Arrivammo nella sala comune e lui si parò davanti a me.
"Ragazzi, un attimo di attenzione! C'è una persona che è venuta per parlare con Paolo"
"Per parlare con me?"
"Sì"
Entrò nella stanza e si scostò per far sì che tutti mi vedessero. Appena i giocatori della Orfeo mi videro si sollevarono molti 'ohh' nella stanza.
"Ciao Paolo. Probabilmente non ti ricordi di me, vero?"
Mi osservava serio, ma l'attimo di realizzazione fu veloce.
"T/N?"
"In carne ed ossa"
"Che ci fai qui?"
"Sono una manager della squadra giapponese, quando ho saputo che eri qui non ho potuto fare a meno di venire a cercarti"
"Se ti va, colgo l'occasione per presentarti gli altri membri della Orfeo"
"Con piacere"
Alla fine scoprii che alcuni di loro già li conoscevo. Per tanto tempo eravamo stati amici e compagni di squadra quando vivevo in Italia: Gianluca, Beppe, Raffaele, Dante, Angelo e Michele.

Dopo le riunioni e le strette di mano alquanto doverose, io e Paolo andammo fuori a parlare.
"Quindi hai mantenuto la promessa"
"Non me ne sono mai scordato"
Arrossii lievemente.
"La meteora bianca, eh?"
"Uh?"
"Adesso ti chiamano così"
Lo sentii ridacchiare.
"È un soprannome carino, ma per te vorrei essere solo Paolo"
Sentii una lacrima bagnarmi la guancia.
"Perché?"
"Cos-"
"Perché non mi hai mai risposto? Tutte quelle lettere... in tutti questi anni, nemmeno una risposta"
"Sai, Angelo mi leggeva tutte le tue lettere. Ma non ho mai trovato il coraggio, né la forza di risponderti. Quindi mi sono detto che ti avrei dimostrato di non averti dimenticata mantenendo la nostra promessa. Piuttosto, tu giochi ancora?"
"No, non molto. A volte gioco con i bambini del mio quartiere in Giappone, ma ho sempre preferito fare la manager. Credo mi si addica di più. E poi mi sono ripromessa che avrei giocato con te appena ti avrei rivisto"
"Sei davvero dolce T/N"
Era davanti a me e mi guardava dritto negli occhi, quegli occhi azzurri in cui mi sarei potuta perdere per ore intere. Mi prese la mano.
"T/N, non te l'ho mai detto ma... sei speciale per me"
Portò la mia mano sul suo petto, potevo sentire il suo cuore battere a mille.
"Vedi, Paolo, in realtà fin da piccolo mi sei sempre piaciuto, ma non te l'ho mai detto per paura di non essere ricambiata"
"Anche io provo dei sentimenti per te. Sei una ragazza unica"
Presi coraggio e alzandomi in punta di piedi ruppi la distanza tra noi. Lui ricambiò subito il bacio, che non fu molto lungo, ma a noi bastò questo.

Prima di andarmene i ragazzi mi fermarono.
"Quando tornerai in Italia?"
"Mio padre ha detto che ogni estate, da quest'anno, trascorreremo tutte le vacanze estive ed invernali in Italia"
Avevano tutti un grosso sorriso in faccia, specialmente Paolo.
"Allora ti aspetteremo con ansia"
Finalmente sorrisi anche io, dopo tanto tempo, insieme a lui.

Fine

Inazuma Eleven one shots & x reader (IE 1-2-3 & GO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora