Sol Daystar ×(Fem!) Reader

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Sol correva nel corridoio dell'ospedale, intento a scappare dall'infermiera. Sarebbe comunque rientrato tra non molto, poiché aveva appuntamento con un dottore. Giunto in camera l'infermiera lo raggiunse e dopo la solita ramanzina, l'infermiera gli spiegò che dottore era di cosa volesse parlargli. In molti non capivano perché Sol non volesse mai ascoltare le infermiere e andasse sempre in giro. Lui, allo stesso modo, non capiva per quale motivo gli fosse così difficile. Le infermiere avevano ormai un quadro chiaro del perché si comportasse così, quindi non glielo chiedevano più.

Di fatto, lui la spiegò così ai suoi genitori.
"Io so di non avere molto tempo. Ogni giorno peggiora, e restare chiuso in questa stanza non è un modo in cui intendo godere del tempo che mi resta. Preferisco cercare di divertirmi come posso finché ne ho l'occasione"
L'unica speranza per lui, sarebbe il trapianto di polmoni, ma non avevano trovato donatoru compatibili. Almeno fino a quel momento...

Il chirurgo entrò nella stanza con in mano una cartellina, seguito dall'infermiera Woods.
"Sol Daystar giusto?"
"Sì, sono io"
"Ho letto la tua cartella clinica, e ho visto che sei in lista per il trapianto. Malattia degenerativa al sistema respiratorio, una brutta bestia"
"A chi lo dice... per colpa di questo problema ho dovuto quasi azzerare I miei allenamenti di calcio"
"Vedo che allora ti piace fare esercizio! Sai, anche a mio figlio piaceva giocare a calcio. Ora è un professionista del settore"
"Mi dica, ha qualche buona notizia?"
"In realtà sì, ne ho due. La prima è che abbiamo trovato un donatore, compatibile con te, per il trapianto. La seconda è che, secondo gli ultimi check-up e in base alla tua cartella clinica, sei nelle condizioni di superare l'intervento senza complicazioni"

A Sol spuntò un sorriso più grande del solito, finalmente era la sua occasione.
La prima cosa che fece, quando il chirurgo uscì dalla camera, fù scrivere una lettera alla sua squadra.
"Cari ragazzi, mi rivedrete presto in campo, e quando riprenderò gli allenamenti in modo stabile, vi prometto che non li lascerò più. Spero che voi stiate tutti bene e che mi aspetterete."
T/N non capiva che cosa intendesse con quelle parole. Stava migliorando? Avevano trovato un modo per farlo tornare in campo? Lei sperava solo che fosse vero, e che lo avrebbe davvero rivisto prima del dovuto. Da quando lui ha avuto quel peggioramento improvviso e ha smesso di allenarsi regolarmente, non era più lo stesso senza di lui. Era l'anima della loro squadra e tutti lo sapevano. T/N, in particolare, era molto legata a Sol: sono cresciuti insieme, fu lui ad insegnarle a giocare a calcio, e lei ha sempre avuto una cotta per lui. Pregava da sempre perché potessero avere la possibilità di stare insieme, senza doversi preoccupare di perderlo da un giorno all'altro. Lui era sempre stato così: pur di non far preoccupare gli altri avrebbe nascosto tutto il possibile dietro ad un sorriso e alle sue battute, con la sua aria infantile e dolce che lo contraddistingueva.

D'altro canto, Sol aveva accettato di operarsi non solo per poter tornare in campo: voleva così tanto dichiararsi a T/N che non avrebbe voluto aspettare nemmeno un secondo in più. Gli mancava da morire stuzzicarla per farla arrossire, farle le sue battute idiote e sfidarsi tra di loro. Gli mancava anche abbracciarla e passarle le mani tra i capelli, o farle le trecce come faceva di solito. Non avrebbe mai voluto dichiararsi nelle mura di una stanza di ospedale, nemmeno se fosse stato in punto di morte.

Il giorno dell'operazione arrivò presto: Sol era pronto. Non aveva paura, perché sapeva che T/N lo aspettava, quindi non avrebbe potuto permettersi di non tornare.
Dopo tre ore sotto ai ferri, Sol era finalmente a riposo. I suoi genitori aspettavano il suo risveglio nella sala d'attesa, preoccupati, ma felici che tutto fosse andato come previsto. Sol si riprese completamente solo dopo circa una settimana. Quando i medici si accettarono che fosse tutto a posto, Sol venne dimesso e potè tornare a casa. La prima cosa che fece una volta tornato fu preparare il borsone: erano le 12:45 e gli allenamenti sarebbero iniziati alle 13:00 avrebbe fatto ancora in tempo ad arrivare.

Dopo aver salutato i suoi genitori corse verso la sua scuola. Riuscì ad entrare senza farsi vedere e si andò a cambiare. Gli altri ragazzi erano già in campo. Lui arrivò con fare disinvolto e si mise ad osservarli: poi prese un pallone ed eseguì un tiro esemplare, come solo lui sarebbe stato in grado di fare. Il tiro arrivò dritto al portiere che faticò a pararlo. Tutti si girarono verso di lui.
"Sarò anche fuori allenamento, ma i miei tiri restano sempre effiaci"
T/N stentò a credere a quello che vedeva: Sol era davanti a lei e sembrava più in forma che mai.
"Sol!"
La ragazza aveva le lacrime agli occhi. Corse verso il suo amico, che la abbracciò senza pensarci due volte.
"Mi sei mancato tanto"
Scoppiò a piangere al punto che sembrava non avere nemmeno le forze per reggersi in piedi.
"Shh, non ti preoccupare: ora sono qui"
Il ragazzo la stringeva a sè come de fosse la cosa più preziosa al mondo. Mise una mano tra I capelli soffici della giovane, e prese ad accarezzarli: sapeva che la calmava molto.
"Sei cattivo, non mi hai nemmeno salutata, dopo tutto il tempo in cui ti ho aspettato, ti presenti qui come se nulla fosse!"
"Lo so, sono sempre il solito, ma non ti piaccio così?"
"Ovvio!"
Disse ridacchiando in mezzo alle lacrime.
"Sei sempre il solito scemo"
Ormai T/N aveva smesso di piangere.

Gli allenamenti terminarono come al solito, e T/N decise di fare la strada di casa insieme a Sol. Il sole stava tramontando e il cielo si era tinto di un arancio vivo.
"Sai Sol, quando torno dagli allenamenti mi piace fermarmi a guardare il tramonto. Quando il cielo ha questo colore mi ricorda molto i tuoi capelli"
Rise e si avvicinò di più al ragazzo.
"Adoro vederti sorridere. Sei davvero carina"
"Sol-"
"Oggi quando ti sei messa a piangere mi hai ricordato molto quando eravamo piccoli. La prima volta che ti sbucciasti il ginocchio giocando a calcio fu esattamente la stessa scena"
"Piantala! Non sono una bambina"
"Ma lo sembri. Sei molto dolce e apprezzo il modo in cui ti preoccupi per me. Anche tu mi sei mancata molto e lo so che sono stato un po' avventato... ma non potevo resistere senza di te"
"Io..."
"Vedi T/N, so che è ancora presto, ma ti andrebbe di essere la mia ragazza?"
"Voglio essere onesta con te. Mi sei sempre piaciuto, sin dalle elementari, e non pensavo avresti mai corrisposto i miei sentimenti..." i suoi occhi brillavano di un C/O intenso.
I loro visi erano sempre più vicini. Il giovane calciatore decise di prendere il toro per le corna: 'o ora, o mai più'. Spezzò la distanza tra loro con un bacio. Si staccarono solo per mancanza di fiato.
"Certo che voglio essere la tua ragazza"
Le loro sagome si muovevano in lontananza, mentre il sole pian piano lasciava posto alle stelle, così che anche loro potessero ammirare l'amore dei due ragazzi.

Fine

Inazuma Eleven one shots & x reader (IE 1-2-3 & GO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora