Il navigatore del cuore

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2.00 di notte.
Domani a scuola sarò uno straccio.
Sono sdraiata sul mio letto e fisso il soffitto.
Non posso fare a meno di pensare a che piega totalmente diversa da quella che pensavo ha preso questa serata.
Mi tocco le labbra e sento ancora il suo sapore, ho il suo profumo addosso insieme a tutte le magnifiche sensazioni che mi ha lasciato.

Può uno sconosciuto entrare così facilmente nei tuoi pensieri? Avrei sempre detto di no.
Ho sempre pensato che prima di poter dire "Lui mi piace" avrei fatto passare un bel pò di tempo...d'altronde non può piacerti qualcuno che non conosci, giusto?

Eppure...

Dormi.
Dormi.
Dormi Amelie.

Non c'è verso, decido di alzarmi e avviarmi in cucina, magari prepararmi una camomilla mi aiuterà.
Giusto il tempo di entrare in cucina e il mio telefono vibra.
È Noah.
Apro il messaggio e vedo una mia foto mentre osservavo le stelle, non mi resi nemmeno conto che me l'avesse scattata.
Un'altro messaggio.
Ognuno ammirava qualcosa di straordinario.
Nel mio caso già sai.
Buonanotte, o buongiorno per quando leggerai.

Sto sorridendo come un ebete, di nuovo.

Sarà una buonanotte.
Ti ringrazio, non mi sono nemmeno accorta, la foto è molto bella e naturale.
Sono stata bene, grazie ancora per la serata.

Premo invio...lui è così trasparente, dice ogni cosa che li passa per la testa, che sia dal vivo o per messaggio... io invece non ci riesco.
Sono sempre stata così, a mia madre avrò detto ti voglio bene forse 6 volte in 18 anni.

Decido di spegnere il cellulare, semmai avesse continuato a scrivermi avrei fatto ancora più fatica a dormire.

Il risveglio del giorno dopo fu traumatico come immaginavo, a scuola facevo fatica a tenere gli occhi aperti, e più volte a lezione fui ripresa dall'insegnante.

Questo è il motivo per cui di solito non fai tardi la sera in settimana.

Ma la colpa non era di Noah, era stato di parola e mi aveva riportata a casa presto.
La colpa fu del mio stupido cervello che continuava a pensare.

Il resto della giornata passò abbastanza lento, una volta arrivata a casa decisi di mettermi un po' in pari e ripassare la lezione di oggi... quest'anno avevo la maturità, non potevo permettermi di uscirne con dei pessimi voti, il liceo scientifico era molto difficile, ma mi avrebbe permesso di poter entrare con più facilità alla facoltà di medicina e chirurgia.

La sera mi misi d'accordo per vedermi con Cloe, volevamo berci una birretta e fare due chiacchiere.
Decidemmo di spostarci in centro dove ci sarebbe stato più movimento.

Ci infilammo in un locale addobbato tutto a stile anni 60/70.
Amavo questi ambienti.

«Allora, come stai?» Guardai la mia amica con ammirazione.
Era sempre stata bellissima per me, ci conoscevamo dai tempi delle elementari.
Cloe è la mia amica più cara, dopo Noah.
Ma con Noah è sempre stato diverso.

«Sto bene... sono solo un po' stressata, sai, la maturità e tutto il resto... mia mamma mi dice che questi sono gli anni più belli e di godermeli...per me è tutta una gran scocciatura invece»
Sorrisi guardando le sue smorfie da bimba.
«Lo so... ma ti stai impegnando vero?»
«Faccio ciò che posso, mi basterà uscire con la sufficienza»
Sapevo quanto fosse difficile per lei impegnarsi... la sua situazione famigliare non è mai stata facile.
Suo padre è un alcolizzato, e sua madre non ho mai capito cosa aspettasse a cacciarlo via da casa.
Cloe maschera bene, ma io so quanto per lei sia un peso rimanere in quella casa.
Mi ha sempre espresso la sua voglia di andare all'estero dopo la maturità e ricominciare da capo una nuova vita.

Non posso nemmeno immaginare come sia non averla intorno nella vita quotidiana.

«Tu piuttosto... sei sparita dopo la festa... e fra l'altro...» bevve un sorso dal suo bicchiere di birra.
«Mi devi parlare di quel gran fico della festa»
Alzai gli occhi al cielo... era sempre la solita.

«Perché vuoi negare che sia un gran fico?»
«Non lo nego!» alzai le mani in alto in segno di arresa.
«L'hai più sentito? Ti ha contattata in qualche modo?»

Guardai il mio bicchiere e poi posai di nuovo gli occhi su Cloe.
Mi conosceva bene, con lei non c'era bisogno che parlassi.

«Non mi dire!! Tu l'hai rivisto! E NON MI HAI DETTO NULLA!»

Aveva la bocca spalancata, ma sapevo che il suo era un rimprovero ironico.

«Shhh non urlare! Non c'è bisogno che gli altri ascoltino le nostre conversazioni...si...l'ho rivisto ieri sera»

Cloe aspettava impaziente i dettagli.

«E? Tutto qua?»
«Sono stata piacevolmente sorpresa...ecco diciamo così.»
«Oh no...non se ne parla proprio! non puoi liquidarmi con "ecco diciamo così".
Voglio sapere TUTTO!»

Cloe è sempre stata curiosa come un gatto...ma d'altronde come dargli torto, anche io al posto suo avrei voluto sapere tutto.

Gli raccontai della sorpresa di portarmi al lago non sapendo dove stessimo andando, di come avesse pensato a tutto, della semplicità di un pic-nic però dove c'era tutto l'essenziale, dell'atmosfera con le luci delle lanterne, dei nomi dei nostri genitori uguali, della sua passione per il calcio e dell'offerta che ha avuto...e poi del bacio.

Quando finii mi resi conto che avevo il fiato corto, perchè a rivivere quelle sensazioni il mio cuore iniziò a battere un pò più forte del dovuto.

Cloe aveva gli occhi a cuoricino.

«Wow... sembra proprio il principe azzurro uscito dalla favola!»

Mi misi a ridere di quell'affermazione infantile.

«Adesso non esageriamo, diciamo che è... diverso ecco.»
«Diverso? trovamelo uno così e ci metto la firma!»
«Cloe...l'ho appena conosciuto, non so nemmeno se lo rivedrò.»
«Ti ha scritto?»
«Ci siamo dati la buonanotte per messaggio ma a dire il vero oggi non l'ho sentito per niente.»
«Beh, scrivigli tu no?»
«Non ci penso nemmeno! è lui l'uomo, se vuole sa dove trovarmi o cercarmi.»

Sono sempre stata di vecchio stampo, forse per colpa di mia mamma, che mi ha sempre detto che gli uomini devono sempre fare il primo passo e mai il contrario.

Cloe aveva un espressione palesemente contrariata.

«Dio Amelie,quando fai questi discorsi mi sembra di parlare con una ragazza del medioevo!»

Restai in silenzio mentre mi godevo l'espressione della mia amica...e quello che successe dopo mi lasciò cadere la mascella a terra.

Per la seconda volta, Noah faceva irruzione in un pub dove potevano esserci l'1% (e forse anche meno) di probabilità che ci trovassimo nello stesso posto.

Cloe vide la mia espressione diventare seria e si girò verso la direzione in cui guardavo io.

E subito dopo i nostri sguardi videro quell'affascinante ragazzo bello come un angelo entrare dalla porta principale, seguito da una ragazza con un fisico da modella che fece girare tutto il locale verso di lei...

Il mio stomaco fece una capriola e sentii una stretta che non sapevo spiegarmi.

A quanto pare...più che angelo avevo conosciuto un bellissimo diavolo.

Le strane strade del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora