Trova il coraggio.

153 8 26
                                    




1 marzo, 6:30 del mattino.

Sono sveglia da quasi mezz'ora, nonostante abbia provato in tutti i modi a riaddormentarmi il sonno mi ha ormai abbandonata da un pezzo, ma so benissimo che a tenermi sveglia non è altro che l'eccitazione di ciò che mi attenderà oggi, o di ciò che dovrebbe attendermi se troverò anche solo un briciolo di coraggio...

Sento un rumore provenire dalla cucina, guardo ancora l'orologio e vedo che sono le 6:35.

Ok Amelie, inutile rimanere qua come una salma se tanto il tuo cervello si rifiuta di spegnere i pensieri.

Metto i piedi giù dal letto, cercando di fare il più piano possibile per non svegliare mia sorella Nicole che dorme accanto a me, il pavimento è ghiacciato e un brivido mi percorre tutta la schiena:
sono sempre stata molto freddolosa e nonostante questo, mi rifiuto di mettere le ciabatte.
Quando ero piccola e mia mamma mi svegliava per andare a scuola ( o meglio provava a svegliarmi ) nonostante mi mettesse letteralmente in piedi lei, i miei occhi si rifiutavano di aprirsi, allora mia mamma optò per il contatto dei piedi nudi sul pavimento.
Da quel momento è stato l'unico rimedio trovato per farmi aprire gli occhi.
Da allora decisi che per il mio sonno pesante ( oggi è un eccezzione ) l'unico modo per avere un contatto diretto con la realtà e far capire al mio cervello che era ora di reagire, è sentire il contatto diretto con il pavimento gelido.

«Eih buongiorno»

Mia mamma era davanti alla macchinetta del caffè con il suo giornale in mano , appena mi vide sgranò gli occhi e si girò d'istinto verso il grande orologio che avevamo appeso in cucina, d'istinto si portò subito la mano al petto ad altezza cuore.

«Mio Dio, ero convinta di non aver visto l'orario e di essere in un ritardo tremendo, ma che ci fai sveglia a quest'ora? non sono nemmeno le 7 del mattino»

Già, la cosa sorprendeva anche me, ma sarebbe una conversazione troppo impegnativa da affrontare a quest'ora.

«Non riuscivo più a prendere sonno perciò ho deciso di alzarmi»

«L'ultima volta che ti sei svegliata così presto è perchè eri in ansia per il tuo esame di terza media, c'è qualcosa che ti preoccupa?»

C'è davvero poco da fare, una madre conosce il proprio figlio come nessuno al mondo, potrai avere mille diverbi durante l'età dell'adolescenza e a volte arrivare a pensare di odiarla, ma nessuno saprà mai leggerti il cuore come lei.

Decisi comunque di non dirle nulla, anche perchè non avrei davvero saputo da dove cominciare.

«No mamma figurati, piuttosto ci sono ancora quelle ciambelle ripiene di crema ? ho una fame tremenda»

L'unica tattica possibile era dirigersi verso un'altra conversazione , quando si trattava di cibo poi non ne parliamo , mia mamma ha sempre avuto una particolare attenzione al mio appetito dato dei trascorsi difficili che avevo avuto un anno.

«Certo, vuoi che ti riscaldi del latte?»

«No tranquilla, faccio io, tu pensa a finire la tua colazione che fra poco dovrai andare a lavoro»

Mi dirigo verso il frigorifero enorme a due ante e lo apro alla ricerca del latte, dopodichè prendo la tazza e inizio ad armeggiare con la macchinetta del caffè per fare un cappuccino.

«Bene, allora io vado in bagno e finisco di prepararmi, fra meno di 30 minuti devo uscire di casa»

Si avvicina e mi da un bacio sulla fronte, mi guarda e sorride, poi si dirige verso la porta richiudendosela alle spalle e lasciandomi finalmente sola con i miei pensieri.

Ho sempre amato stare in compagnia, non sono un lupo solitario, anche di prima mattina non ho bisogno di un ora di tempo come molte persone per potermi connettere alla realtà, nonostante il mio sonno pesante, appena riesco ad aprire gli occhi sono attiva.

Ma oggi è un giorno importante, oggi il mio migliore amico Noah compie 18 anni, darà una festa e io ho deciso finalmente di dirgli tutto ció che tengo nascosto dentro al mio cuore da 1 anno a questa parte...

Le strane strade del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora