Ci avevo quasi creduto

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La festa continuò nel migliore dei modi, il cibo del catering era davvero ottimo, tutto a base di pesce.
Una volta finito di mangiare iniziarono con i vari brindisi e auguri, si era creata un atmosfera davvero bella.
«Da oggi potranno arrestarmi!»
Mi disse Noah con quel sorriso dove sbucavano due fossette adorabili.
Alzai gli occhi al cielo.
«Questa battuta è antica, comunque potevano arrestarti anche prima, esiste il riformatorio.»
Noah mi tirò una gomitata infastidito.
«E fattela una risata!»
«Ma io sono sempre sorridente, non potresti dire nulla al riguardo!»
«È vero, ma c'è differenza fra essere sorridente e ridere davvero.»
Aveva ragione... come sempre.
Sono sempre stata molto solare, ma è davvero difficile che io riesca a ridere di gusto.
Con mio padre riuscivo sempre, perché abbiamo la stessa identica ironia.
Decisi di approfittare di quel momento che si era creato.
«Noah...ci terrei dopo se non sei troppo impegnato con le altre persone...ecco dovrei parlare, dovrei parlarti di una cosa...»
Avevo tutta la sua attenzione, mi conosceva molto bene e aveva capito dal mio tono di voce che si trattava di qualcosa di importante.
«Ma certo...anche adesso se vuoi, va tutto bene?»
Oddio adesso no... adesso non sono pronta.
Ho bisogno di un po' più di tempo e poi così tutti si accorgerebbero che siamo spariti, voglio aspettare che si balli e che la gente sia distratta, non voglio avere interruzioni.

Se non volevi avere interruzioni non aspettavi la festa del suo diciottesimo compleanno, idiota.

Cerco di scacciare la mia vocina interiore, anche se so che ha ragione.
«No tranquillo...non è nulla di serio e tantomeno così urgente, ne parliamo dopo, ora goditi la tua festa»

Niente di serio...certo, gran bella menzogna.

Noah mi rivolse un ultimo sguardo con un sopracciglio alzato.
«Sicura? Lo sai che te vieni per prima...se hai bisogno di me tutta questa gente può restare anche qua dov'è ad aspettarmi!»

La mia vocina interiore ora stava esultando.

Gli misi una mano sopra la sua e lo rassicurai che andava tutto bene e che potevamo parlarne tranquillamente dopo.
Quel contatto mi provocò un incredibile senso di pace e tranquillità.
È questo che mi dava Noah, anche in mezzo al chiasso più totale, anche quando la mia mente era affollata di pensieri negativi, la sua voce, il suo contatto per me era come un oasi di calma, d'altronde è sempre stata la mia casa, dove trovavo conforto nei momenti più bui.

Un'ora dopo la cena, Noah fu invaso da mille pacchi, pacchettini e buste.
La festa iniziò ad animarsi sempre di più.
Come immaginavo, un Dj dai capelli biondo platino e magrolino si avvicinò alla console, si mise le sue cuffie e iniziò ad armeggiare con dei fili infilandoli ognuno nei loro posti.
Fece due tre prove per sentire l'acustica e iniziò a parlare al microfono.
«Allora gente, vogliamo dare uno spirito diverso a questo diciottesimo?»
Alzarono tutti i loro bicchieri e si sentì un coro urlare unanime un bel "siiiii!".
Sorrisi e vidi che Noah faceva lo stesso.
La musica partì e il Dj decise di iniziare con della musica commerciale anni 80/90...
I primi a buttarsi tutti gasati in pista furono gli zii e i parenti di Noah e poco dopo ci unimmo anche noi.
Io, Cloe e Nicole ballammo e ci lasciammo trasportare dalla musica.
Di Noah non avevo più tracce da un po', ma d'altronde era la sua festa e c'erano tantissimi invitati, non potevo pensare ad averlo sempre vicino a me.
Diversi ragazzi ci si avvicinarono per fare i provoloni, ma a noi non importava e continuammo a ballare spostandoci.

All'improvviso arrivò una ragazza dai folti capelli neri, una carnagione molto chiara e due occhi incredibilmente azzurri.
Mi sorrise e mi porse in mano un biglietto chiuso.
La guardai titubante perché non capivo cosa stesse succedendo.

«Ciaooo! io sono Sharon, Noah mi ha detto di darti questo biglietto!»

Tutto ciò che mi circondava, ora era come se non ci fosse più, c'era solo questa misteriosa ragazza arrivata dal nulla che cercava di far sentire la sua voce sopra la musica.
Dal suo alito capì che era anche un po' ubriaca...
«Noah non ha fatto altro che dire che sei bellissima, ma questo non dire che te l'ho detto!»
Tornò a bere il cocktail che aveva in mano, mi diede a mia grande sorpresa un abbraccio che per poco non mi fece cadere all'indietro, e poi si allontanò saltellando e ballando.
Che tipa strana.
Nicole e Cloe ovviamente avevano assistito a tutta la scena e mi guardarono con aria interrogativa.
«Chi era quella ragazza?»
Mi chiese Cloe urlando.
«Io non ne ho la più pallida idea!»
Feci spallucce e poi mostrai loro il bigliettino che avevo in mano.
«Però mi ha lasciato questo, mi ha detto gliel'ha dato Noah per me ed ha anche detto che non ha fatto altro che dirgli che sono bellissima!»
Nemmeno io credevo a quello che avevo appena sentito e i volti che avevo davanti a me erano stupiti quanto me.
«Oddio, apri subito quel biglietto cosa aspetti!»
Nicole era in fermento.
Le mie mani si mossero quasi a comando, aprii il biglietto e affianco alla mia testa ne spuntarono altre due.
Erano curiose quanto me di sapere cosa contenesse...

"L'unico modo per poter avere un po' del tuo tempo tutto per me è invitarti nel grande terrazzo al piano di sopra, la vista qua è splendida.
Ti aspetto.
Noah."

Non credevo a ciò che stavo leggendo...
Questo non poteva che significare una sola cosa, non poteva essere altrimenti.
Guardai le ragazze di fronte a me e capì che stavano pensando la stessa cosa.

«Amelie, vuole stare da solo con te...questo non può significare che una cosa!»
Nicole mi guardó con occhi a cuoricino.
«Concordo con lei, questo è il momento che aspettavi da tanto tempo amica mia... vai! »
Mi spinsero praticamente verso le scale che portavano al terrazzo, facendosi largo fra la folla che ballava e che era inconsapevole di ciò che stava accadendo, ed io, mi avviai un pò esitante, sapendo che se ciò che pensavo sarebbe davvero successo, tutto sarebbe cambiato.

Feci l'ultimo gradino, aprì una grande porta, l'aria fresca mi invase il petto, respirai quel profumo di primavera e mi feci invadere da quel silenzio sereno.
Di Noah però non c'era traccia.

All'improvviso mi sentii chiamare.

«Amelie giusto?»
Mi girai d'istinto alla mia destra dove proveniva quella voce e lo vidi.
Quel ragazzo attraente che non mi staccava gli occhi di dosso alla cena.
Ora sì che non capivo.
«Sono contento che hai accettato il mio invito, io sono Noah, un amico del festeggiato, mi ha sempre tanto parlato di te e finalmente riesco a conoscerti.»
Quindi questo non è il Noah che pensavo io.
Non ci posso credere.
Ditemi che è uno scherzo.
Il destino si prende proprio gioco di me.

Le strane strade del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora