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You go down just like Holy Mary
Mary on a, Mary on a cross
Not just another Bloody Mary
Mary on a, Mary on a cross

Clare

Aron è molto, troppo, silenzioso.

Ha guidato per tutto il tempo in silenzio, non ha proferito parola neanche quando siamo scesi dall'auto.
Neanche quando Nathan ci ha incrociati in corridoio, e ovviamente ci ha chiesto cosa fosse successo.

I segni erano ben visibili su entrambi, non avevamo modo di nasconderli.

Aron ha risposto con un "niente" secco, e poi dopo avermi preso per il polso mi ha fatta entrare in camera sua. Mi sono girata verso Nathan, prima che mi ritrovassi chiusa nella stanza e gli ho mimato con le labbra di stare tranquillo.

Alla fine i non era niente di che, lui aveva qualche taglio che se si fosse infettato sarebbe stato un casino. Io avevo il segno delle sue impronte sul collo. Un livido violaceo ben visibile.

Mentre Aron si è attardato in camera, io sono già entrata in bagno, mi aveva detto di aspettarlo qui.

Perciò mi siedo sul bordo della vasca, e cerco di non pensare a cosa è successo poco fa.
Nonostante tutto, credo di essere più sconvolta per la rivelazione di Alexander, che per ciò che ha fatto Charles.

Certo, di sicuro non la sto prendendo alla leggera. So che sarebbe stato capace di uccidermi, l'ho capito nel momento in cui ho incrociato il suo sguardo. Ma detto sinceramente, mi piace la mia vita ma non credo sia così indispensabile da dover preoccuparmi della morte.

In fondo che importanza avrebbe per me morire? Nessuna, sarei morta e neanche lo saprei.
Ecco perché non mi importa più di tanto, per me non avrebbe importanza.

<< tieni >> sussulto sentendo la voce di Aron, è entrato nel bagno ma io ero troppo impegnata a riflettere su una mia possibile morte per accorgermene. Mi porge una maglietta che sicuramente mi starà lunghissima, l'accetto posandola accanto a me.

Tiene in mano il kit del pronto soccorso, lo stesso che ho usato qualche giorno fa per medicargli le mani.

Lo prendo, mentre lui va a sedersi dove ero io poco fa.
Prendo l'occorrente, sapendo già di non aver bisogno di essere medicata, e mi avvicino a lui.

<< Clare, non sai quanto mi dispiace. Non avrei dovuto cascarci >> si scusa forse per l'ennesima volta questa sera.

Io mi avvicino a lui, per medicargli i tagli che ha sul viso, non so cosa sia successo al piano di sopra. Ho udito degli spari, e sono sicura che ci siano stati dei combattimenti.

Ma non gli faccio domande, dubito che voglia parlarne.

<< smettila di dispiacerti, Aron. Non è colpa tua. >> dico disinfettando con delicatezza un taglio sullo zigomo.

Lui sussulta al contatto del disinfettate, e io allontano subito le mani.

<< scusa >> mormoro, provando di nuovo a disinfettare il taglio.

<< grazie >> punto lo sguardo nel suo, non appena sento quel sussurro uscire dalle sue labbra.

<< per cosa? >> chiedo confusa, riportando la mia attenzione ai piccoli tagli che ha sul volto.

<< non è la prima volta che mi curi le ferite, e volevo ringraziarti. Di solito l'unico che si prendeva cura di me era Nathan, ma dopo aver scoperto della sua malattia ho smesso di chiedergli aiuto. Tu sei la prima da quasi un anno a prendersi davvero cura di me, e te ne sono grato >>

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