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Are you ready? I'll be ready
'Cause now it's time to let them know we are ready
What about us?
What about us?
What about all the times you said you had the answers?
So what about us?
What about all the broken happy ever afters?
Oh, what about us?
What about all the plans that ended in disaster?
Oh, what about love? What about trust?
What about us?

Aron

Mi staccai dall'abbraccio di mio fratello, con un sorriso falso stampato in viso.
Non volevo partire.

Poi, notai che Clare non era più seduta sul divano dove era poco fa, perciò feci vagare lo sguardo nella stanza sperando di trovarla.

<< è appena uscita, è seduta sul portico >> sussurrò mia madre abbracciandomi, mi sorrise, e mi fece segno di andare da lei.

Ci sarei andato comunque, indipendentemente dal consiglio di mia madre.

E poi uscii anche io di casa, trovandola proprio dove aveva detto mia madre. Era seduta sulle scalette del nostro portico.

Aveva uno sguardo assente, non aveva neanche avuto nessuna reazione sentendo la porta chiudersi alle mie spalle.

Mi sedetti accanto a lei, aspettando che mi dicesse cosa le passava per la testa. Lo faceva sempre, e lo avrebbe fatto anche questa volta.

Passarono svariati minuti, e lei non aveva aperto bocca. Si era limitata a fissare davanti a sé, giocherellando nervosamente con una ciocca dei suoi lunghi capelli biondo cenere.
Non mi aveva degnato di uno sguardo.

<< sei arrabbiata? >> chiesi infine, stanco di quel silenzio che mi stava uccidendo.
Si stava comportando come si comportava spesso con tutti, come se a me non interessasse ciò che pensava e provava, ma io non ero tutti.
Non l'avevo mai trattata come molte persone avevano fatto, a me interessava tutto di lei.

<< perché dovrei? Stai semplicemente seguendo il tuo sogno >> rispose, lo sguardo fisso sulle sue mani.

Stavano tremando.

Le presi tra le mie, nel tentativo di calmarla.

<< perché non te l'ho detto prima >> sussurrai alzando lo sguardo sul suo volto, i lineamenti erano tesi, la mascella contratta.

<< avrei voluto saperlo prima, ma non avevi motivo di dirmelo prima di dirlo alla tua famiglia. Non sono arrabbiata >> tolse le mani dalle mie, e si alzò sulle sue gambe malferme.
Era talmente nervosa da riuscire a malapena a reggersi in piedi.

La seguii, mi alzai anche io e cercai di avvicinarmi, ma lei si scansò allontanandosi ulteriormente da me.

<< avrei dovuto dirtelo prima, hai ragione. Ma... >> provai a dire, ma lei mi interruppe.

<< per quale motivo hai deciso di partire, Aron? >> domandò voltandosi verso di me, nei suoi occhi riuscivo a vedere l'insicurezza che stava provando a nascondere.
Credeva che fosse a causa sua.

<< te l'ho detto, ho sempre voluto far parte dell'esercito >> non mi credeva, e aveva ragione a non farlo.

Avevo abbandonato l'idea di entrare nell'esercito un anno fa, ma le cose erano cambiate dalla morte di Nathan.
Lui mi aveva detto di non lasciarmela scappare, di non fare l'errore di ferirla.

E l'unico modo per evitare tutto questo, era partire.
Se fossi rimasto qui con lei, avrebbe visto l'affetto quasi morboso che provavo nei suoi confronti, il mio costante bisogno di averla accanto in ogni momento della giornata, la voglia di toccarla o anche solo sfiorarla che mi aveva ucciso nelle ultime settimane, il bisogno di baciarla che provavo in ogni istante che passavamo insieme.
Mi avrebbe sicuramente lasciato, se avesse visto tutto questo.
Se avesse visto che senza di lei facevo persino fatica respirare.

<< ti ho chiesto il vero motivo, Aron. Non quello che vuoi far credere a tutti >> alzò la voce, si stava innervosendo troppo e avevo paura che se avesse continuato così sarebbe caduta di nuovo in un attacco di panico.

Il vero motivo per cui sto partendo, è che ti amo, Cenere.
Ma se solo tu sapessi quanto, di sicuro scapperesti via da me.

<< non ho più motivo di rimanere qui, Clare. La mia famiglia sta andando in pezzi, Nathan è morto, Liam sta sempre peggio e si perde sempre più spesso nel suo mondo, James partirà tra meno di un anno per il college, Noah sta per partire per Harvard, e Millie tra poche settimane sarà a Parigi. Che motivo ho io di restare? >> nell' elencare il lento declino della mia famiglia la voce mi si spezzò.
Eravamo sempre stato così uniti, che ora non sembravamo neanche noi.

Ma un motivo per restare ce l'avevo, e lei stava pensando proprio a quello. Ma so che non lo avrebbe detto, perché non conosceva i miei veri sentimenti, perché non lo credeva possibile.
E perché non mi avrebbe mai impedito di fare una cosa che mi piaceva, solamente per lei.

Tu sei il mio unico motivo per restare.

Avrei voluto dire.

Ti amo, e per te rinuncerei a qualsiasi cosa. Per questo sto rinunciando ad ogni tuo tocco, o ad ogni tuo sguardo. Perché se rimanessi, vedresti la mia dipendenza da te.

Ma non dissi niente di tutto questo. Le feci credere di non avere nessun motivo, nonostante in cuor mio sperassi che mi chiedesse di rimanere con lei.
Avrei voluto rimanere più di qualsiasi altra cosa, ma questa mia dipendenza non era sana.

Non mi era stato mai detto che forma avesse l'amore, dicevano sempre che lo avrei scoperto da me. Che nel momento in cui lo avrei incontrato, avrei capito di cosa si trattava.
Era vero, l'avevo capito.
Ma non mi era stato detto neanche che l'amore poteva essere tossico, e io non riuscivo a capire se quello che provavo lo fosse.

La amavo, senza ombra di dubbio. Ma era normale essere così dipendente da una persona e voler passare il resto della vita con lei?
Questo non lo sapevo.

<< e che cosa ne sarà di noi? >> sussurrò facendo un passo verso di me.

Nonostante io stessi per partire, non volevo lasciarla. Partivo proprio per far in modo che lei non mi lasciasse.

Feci un passo verso di lei.

<< se credi che la distanza sia un problema... >> non ebbi la forza di continuare la frase, avevo paura.

<< la distanza è sempre un problema, ma tentare non costa nulla >> rispose avvicinandosi a me.

<< ma tu devi promettermi che non sarai distante come lo sei stato nelle ultime settimane, perché in quel caso io non riuscirei a sopportarlo. >> mi avvicinai a lei annuendo e prendendole il viso tra le mani.
Stava ancora tremando.

Lei incastrò la faccia nell'incavo del mio collo, e mi strinse in un abbraccio. Io poggiai il mento sulla sua nuca sospirando.

Non sarei stato assente come nelle ultime settimane, ma non le sarei neanche stato attaccato come avrei voluto.

<< partirò domani mattina, alle otto >> mormorai accarezzandole i capelli.

<< va bene, ti accompagnerò all'aeroporto >> disse annuendo, si staccò leggermente da me e mi sorrise.

Lo fece nonostante fosse l'ultima cosa che voleva fare in quel momento, lo fece nonostante avesse gli occhi lucidi.

<< tornerò una settimana ogni mese, ti assicuro che non sentirai la mia mancanza >> lei incurvò le labbra in un sorriso amaro.

<< è impossibile non sentire la tua mancanza >>

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