Valery

Per il rientro a casa, io e Keith avevamo bisogno di un taxi, lui si è offerto di chiamarlo al mio posto, e
qualche minuto successivo saliamo al di sopra di esso. Essendo praticamente vicini di casa, lui è sceso
dall’auto, e mi ha accompagnata al cancello, assicurandosi che io stessi bene.
<< Ci vediamo lunedì>>
<< Esatto>>
<< Passa un buon week end>> Inserisce le mani nelle tasche dei pantaloni e si volta di spalle.
<< Anche tu. Grazie>>
<< Figurati, l’ho fatto con piacere>>
Il week – end lo trascorro sui libri, questi riescono a tenermi impegnata in qualsiasi momento della giornata,
so bene che le ragazze della mia età dovrebbero svagarsi e non stare rinchiuse in casa, eppure mi sento così
persa, non so cosa devo fare, a chi devo rivolgere i miei disagi, insomma, nelle pause dallo studio non ho
fatto altro che stare distesa sul letto e fissare il soffitto, come se potesse darmi le risposte che cerco. Ho
provato a contattare Lucas dal posto in cui è, questa volta mi è andata peggio anche per i messaggi che gli
mando. Cosa starà facendo in quella scuola? Avrà conosciuto qualcuno? Sono meglio rispetto alla scuola in
cui era precedentemente ? Questo non lo metto in dubbio, dall’altra parte mai dire mai, mi auguro che lì possa esprimere al
meglio la sua personalità. Lo dico da amica, non da una persona che si è presa una cotta per lui e non lo
vuole ammettere, questo è quanto. I miei sia sabato che domenica sono stati a lavorare in ospedale, e
stamani mattina ho mia madre a casa ma sta dormendo perché deve riposare, non la voglio disturbare con
cose inutili. Se chiedessi in segreteria o al preside della scuola loro mi smentiranno? Tentar non nuoce,
questa è una scelta che devo applicare assolutamente. Alla prima ora oggi avrei avuto lezione di ginnastica,
perciò ho inserito la tuta che avrei dovuto indossare per la lezione, mentre per il trucco lascio perdere.
Come venerdì sera su un foglietto scrivo che sono a scuola, e fatto ciò mi avvio verso la mia destinazione.
A scuola, prima dell’inizio della lezione mi affretto  per raggiungere la presidenza, e qui trovo il
Preside seduto dinanzi alla scrivania e con lo sguardo chino sul computer. Il Preside è un uomo sulla
sessantina di anni, di corporatura è piuttosto grosso, e non ha alcun capello.
<< Mi scusi signor Preside>> Richiamo la sua attenzione, a quel punto mi rivolge un’occhiata.
<< Sì?>>
<< Vorrei sapere se lei sa dove sia il ragazzo Lucas Blake>> Appoggia le nocche delle mani sulla guancia e
senza alcuna emozione mi informa con le seguenti parole << Il signorino Blake è in un Istituto Privato a New
York>>
E’ a New York che è andato, la città che non dorme mai, non mi sarei aspettata una scelta del genere da
parte di sua madre, avrei pensato che per suo figlio avesse preferito una zona più sicura e lontana dai
pericoli, ma New York, non è che l’avrà fatto per nascondere suo figlio? Così con tutti gli abitanti che ci sono
a giro non sarà facile avere un contatto con lui, non so come mai ma questa ricerca mi fa sentire Sherlock Holmes, solo che io non ho uno Watson al mio fianco.
<< La ringrazio>>
Il suono della campanella mi ricorda che tra poco ho la lezione di ginnastica, ed io per fare in fretta mi sono
già preparata nonostante abbia il ricambio con il quale trascorrere le altre lezioni che mi rimangono. La
palestra è posizionata al piano terra della scuola, quindi il percorso di prima mattina è fattibile.
<< Dove credi di andare Heart?>> Questa voce fastidiosa si riconosce immediatamente, non mi era mancato per nulla dall'ultima volta che lo avevo visto.
<< Cosa vuoi?>> Rimango voltata di spalle.
<< Cosa ci facevi dal Preside?>> Questo qui deve sapere ogni mia mossa, lo trovo veramente insopportabile.
Stavo cedendo alla sua provocazione, tuttavia sento la mano dell’altro sollevarsi.
<< Basta provocare la ragazza>> Quella voce profonda non può essere che lui.
<< Di nuovo tu? Non vedi che sto cercando di avere conversazione?>> Il coach Lemann interviene.
<< Voi tre, datevi una calmata e andatevi a cambiare. Su muovetevi, avete dieci minuti>> Da quando Keith è
entrato a far parte della mia vita, mi ritrovo in mezzo a questi momenti assurdi, ed io non gli impedisco,
accadono e basta.
<< Ci scusi>> Ryan si allontana, nel mentre sta sogghignado sotto i baffi, e quando si è allontanato del tutto, Keith si posiziona innanzi a me.
<< Quel coglione>>. Borbotta digrignando i denti.
<< Perché sei intervenuto?>>
<< Rispondi tu alla domanda>> Detto ciò va verso gli spogliatoi.
Durante l’esercitazione di ginnastica, il professore ci indica gli esercizi che dovremmo svolgere, e uno tra
questi è la corsa che serve da riscaldamento. Uso tutta la forza che ho per aumentare la velocità per non
ritrovarmi immischiata nuovamente in mezzo ad uno dei due ragazzi, e poi cos’ho di tanto speciale? Cioè,
sono io o da quando Keith è arrivato qui non ha fatto altro che stravolgere la mia vita? E’ strano fare un
ipotesi che si avvicina quasi alla realtà, eppure è così, mi sento una protagonista del mio medesimo film.
Conclusa la corsa, passiamo a degli esercizi in gruppo, e dato che non avevo un compagno, ecco che Keith
vuole fare coppia con me, tanto ormai so che il ragazzo non farà altro che stare al mio fianco.
<< Se vuoi io sono qui>> Stringeva tra le mani una palla che si usa per la pallavolo.
<< Ehm va bene>> Iniziamo a scambiarci i primi passaggi, e lui era veramente bravo. A un certo punto mi
sono ritrovata a fissarlo più del dovuto e causa di questa mia distrazione, l’oggetto rotondo mi è scivolato.
Che vergogna. Mi sono inginocchiata a raccogliere la palla, e dopo di che Ryan vedendo la situazione,
esclama dal punto in cui è .
<< Heart spero che quello che tu stia guardando sia qualcosa di bello>> I suoi amici si complimentano per la
battuta che lui ha fatto, e sono convinta che Keith prima o poi gli darà un pugno in faccia, se non lo riceve
oggi lo riceve un altro giorno. Per quale motivo tutte le volte che stiamo in palestra dobbiamo condividere
l’ora con i ragazzi di terza? Gli orari sono veramente raccapriccianti, non bastava vederlo a giro per i corridoi,
la sera della festa è stata solo una mia folle idea che non si ripeterà. Come posso rivolgermi a Keith ora che Ryan mi ha preso in giro? Alzo piano il viso su di lui e aveva tutti i muscoli del suo corpo ritratti, stava sul
punto di esplodere probabilmente.
<< Keith ascolta …>>
<< Non me la sono presa, lui è il coglione qui>> Gli lancia un’occhiataccia, ma l’altro non viene intimorito.
<< Cosa pensi di fare con quella?>> Per la seconda volta, il professore ristabilisce l’ordine che aveva preso
una brutta piega.
<< Se non la smettete vi caccio fuori>>
<< Ci scusi >> Sono io a scusarmi per tutti e tre, d’altronde è quello che mi riesce meglio.
<< Continuate con gli esercizi, non voglio altre distrazioni inutili>> Tiro un sospiro di sollievo.
<< Keith, si continua?>>
<< Aspetta un momento>> No, no, non vorrà mica attaccare Ryan. Qui si sta facendo tutto serio, devo
fermarlo ad ogni costo. Stavo per avvicinarmi ai due, tuttavia ero arrivata troppo tardi: Keith aveva colpito
Ryan sul naso, stava per sferrare un secondo ma viene bloccato da uno degli amici del secondo.
<< Professore!>> Cerco di chiamare il professore, lui pare non ascoltare, qualcuno lo aveva chiamato al
telefono, allora in compagnia di qualche altro ragazzo nella palestra riusciamo a staccargli e ad allontanarli
l’uno dall’altro.
<< Hai avuto fortuna per la seconda volta>>E’ stato Ryan a parlare, entrambi stavano provando a rilassare i
propri muscoli, e a rallentare il proprio battito cardiaco, vedevo la loro agitazione negli occhi.
<< Vattene a fanculo>> Sbotta improvvisamente Keith.
A quel punto il professore aveva terminato la sua chiamata e visto che non veniva respirata aria buona qui in
questa stanza, aveva mandato via dalla classe i due ragazzi e a lezione conclusa, insieme all’insegnante,
dovevano recarsi dritti dal Preside. Non so se come idea sia stata migliore, anche perché fuori dalla stanza
potrebbe creare più confusione di quanta ce ne sia stata ora, magari una rissa potrebbe scatenarsi dato che
Ryan potrebbe cogliere la palla al balzo. No, non ci voglio pensare, voglio rimanere concentrata e non
pensare a quello che mi accade intorno, altrimenti è peggio, io sono qui a scuola con l’intento di seguire i
corsi senza prendere una F, devo farmi coraggio e camminare un passo alla volta.

Ryan

Saltare la lezione i primi giorni di scuola non è stata una bella idea, però il mio piano di tenere lontano la
ragazza da lui sta funzionando alla grande. Io e lui siamo seduti entrambi a braccia conserte, e intanto gli
chiedo << Senti sai qualcosa del ragazzo che è scomparso nella città del Nevada qualche mese fa?>>
<< No>> Devo scavare più a fondo se ho bisogno di risposte più accurate.
<< Ma dai, è impossibile che tu non abbia visto quel servizio del ragazzo che ha ferito gravemente degli
studenti>>
<< Ho detto che io non ne so nulla>> A quel punto un ringhio mi si forma sulla faccia, è facile far perdere le
staffe al ragazzo. Avrei voluto continuare con le parole, ma il Preside ci ha chiamati e ci ha sospesi per una
settimana, se dovesse capitare per una seconda volta ci sospende per un mese, tanto la scuola non è mai
stata il mio forte. Concluso il tutto, porto il ragazzo in cortile visto che in quella zona è presente una porta di
uscita.
<< Devo dirti una cosa Keith>> Per essere più chiaro, ci aggiungo una mano sulla spalla e avvicinò la faccia
ancora più vicino alla sua, deve fissarmi negli occhi, non sopporto che si volti dal lato opposto. << Se scopro
che stai mentendo, giuro che a Valery dico chi ha ferito quei ragazzi nella scuola. Guardami>> Stava
distogliendo lo sguardo e sono riuscito a richiamare la sua attenzione alla mia. << Sui social non ho trovato
nessun indizio su di te, se hai cambiato nome in qualche modo svelerò a tutti quanti la tua identità, in quel
servizio mi ricordo che avevi una maschera, giusto?>> Lui annuisce e nei movimenti rimane rigido. << Mi
basta poco allora per farti fuori una volta per tutte. Quindi ti do due opzioni : se ti vedo con Valery, mi metto
all’opera e giuro su Dio che mi inventerò qualcosa, la seconda opzione è essere il ragazzo di Christine, sai lei
è molto bella magari il fortunato potresti essere tu>>
<< Quanto tempo ho per decidere?>> Pare che la mia provocazione l’abbia intimorito.
<< Un giorno, spero che tu scelga l’opzione corretta, altrimenti non sto a ripeterti quello che ti aspetta>> Per
salutarlo, gli do di seguito due pacche sulla spalla, e quando mi volto per vederlo, egli sta stringendo i pugni,
beh che il gioco abbia inizio.

Nota autrice:
Che dite adesso le cose si stanno facendo più interessanti, non è vero? Ora che li avete conosciuti meglio, chi è il vostro personaggio preferito? Nei commenti provate a indovinare pure il mio, se è giusto metto like. Buona lettura, ah siccome ieri ho saltato la pubblicazione, oggi inserisco anche il sesto capitolo 💪

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