Keith

La casa che io e mia mamma abbiamo affittato apparteneva all’ amico di Valery, il quale si è trasferito a New
York, e ciò ha ferito la ragazza: per prima cosa il suo amico non si presenta a scuola, e in secondo luogo
scopre che lui è in un’altra città. Infine, viene a sapere che io sono nella casa in cui lui ha abitato non
so per quanti anni. Chissà se io e lui avremmo legato, sono curioso di scoprirlo.
Dopo aver riportato la ragazza a casa, passeggio per le vie che portano verso casa  e penso
all’invito di Ryan: lui a quanto pare non si fa problemi ad invitare uno sconosciuto a casa sua, io al contrario,
avrei proposto una serata tra amici stretti . Rientrato a casa, mamma sta fumando una sigaretta nel salone principale, la gamba destra era posizionata su quella sinistra, i suoi occhi erano stanchi, la testa china da un lato, e un pugno formato dalla mano destra la teneva sollevata leggermente. Io e lei non
abbiamo mai avuto un grande rapporto madre – figlio e di certo dopo il guaio in cui mi sono cacciato, non
ha il coraggio di rivolgermi la parola. A causa mia, lei ha perso il lavoro, e con i soldi che abbiamo cerchiamo
di mantenere la casa e di pagare le spese necessarie e se devo rendermi utile, devo trovare qualcosa anche
io, basta anche un lavoro di poche ore, farei di tutto pur di renderla felice.
Tralasciando mia mamma, parliamo della persona che ho conosciuto a scuola: il suo nome è Valery Heart,
prima di lei non c’è stato un vero approccio con delle ragazze, le usavo per uscirci una volta e scoparle dopo
aver bevuto qualche drink di troppo, lei ha un modo diverso: già che a lei le feste non piacciono è un
qualcosa di lei che mi attrae particolarmente, e non è un male, anzi in tale maniera so cosa le piace e cosa
no. Ha negato l’invito alla festa di Ryan, e tra loro non scorre buon sangue, lo percepisco dal modo in cui si
guardano, almeno che in passato non siano stati una coppia. Ma che mi salta in mente, è ovvio che tra i due non scorra buon sangue, chissà cosa avrà fatto loro l'anno precedente.

Valery

Nelle prossime ore non faccio altro che pensare alla telefonata. Le lacrime hanno iniziato a scorrermi dagli occhi, ci sono rimasta proprio male fino a tal punto, inoltre non mi ha neanche voluto dire dove si sono
trasferiti, e sono certa che una parte di lui avrebbe voluto dirmelo se avesse avuto più tempo a disposizione.
Lui per un anno intero si è ritrovato in una scuola pubblica in cui gli studenti potevano fare di
tutto, e il mondo in cui si trova adesso è tutt’altro. Dopo essermi ripresa , rimetto in ordine gli appunti delle
lezioni che ho avuto il primo giorno, nonostante i professori ci avessero spiegato il  di questo
anno, hanno trovato l’occasione di spiegarci i primi esercizi dell’anno si fa sera ed io non ho preso una
decisione sulla festa a casa di Ryan. A casa di Ryan ci sono stata l’anno
precedente, tuttavia superato il cancello ho colto l’occasione per fare marcia indietro, non me la sentivo proprio di superarlo, perché sapevo bene che non era l'ambiente adatto a me. Questa volta sarà
diverso, sono abbastanza grande per starci anche fino a tardi. Apro l’armadio di fronte al letto nella mia
stanza e in un occhio ho trovato l’abito che probabilmente questa sera può fare al caso mio : in sé sarebbe
una sorta di tuta di colore celeste, dove la parte sopra è caratterizzato da una scollatura con la forma a v, e
la parte sotto da dei semplici pantaloni comodi. Per le scarpe penso proprio di mettere le sneakers. Ora che
il vestito è completo, c’è la parte del trucco quella che mi riesce di meno: infatti visto che non sono tanto
esperta opto per applicare un mascara sulle sopracciglia, e un ombretto blu che si abbina al vestito, mentre i
capelli li lascio sciolti. Guardandomi allo specchio del bagno però, sono sicura che qualcosa manchi, ed io so
che si tratta del rossetto. Avendo solo lucidalabbra trasparenti a disposizione, cerco tra i trucchi di mia
madre e ne trovo uno rosso, sto attenta a inserirlo sia nella parte superiore che nella parte inferiore e
contenta del risultato mi avvio verso la meta. Prima di tutto lascio un foglio sul tavolo della cucina ai miei
per fargli sapere che sto bene e che non mi succederà nulla, male ,male saranno loro a chiamarmi anche se
ne dubito. Al telefono chiamo un taxi, in meno di dieci minuto questo ultimo arriva sotto casa mia, enuncio
a colui che guida l’indirizzo e nell’attimo in cui ci stiamo per avvicinare alla casa destinata, le mie orecchie
odono la musica sparata a tutto volume che propaga al di fuori della casa, più che casa è una villa la sua
essendo posizionata fuori dal centro della città. Rendo i soldi al taxista e con coraggio avanzo verso questo
posto. Non so per quale motivo mi sto comportando in questo modo, l’assenza di Lucas mi fa fare brutte
cose,  e sono certa che me ne pentirò. Però c’è anche da dire che quando eravamo in compagnia non ho mai
affrontato nuove esperienze, visto che ci tenevamo lontani dai nostri compagni.
L’ingresso principale della villa è spalancato per permettere un passaggio più agevole, e non appena entro
all’interno dell’enorme cortile, per così dire, qualcuno mi sta chiamando ed io immagino di chi si possa
trattare.
<< Guarda chi si è fatto vedere>> I suoi occhi puntano sulla scollatura del mio vestito che mette in risalto il
seno, e intanto lui aveva un bicchiere di birra in mano. Stava circondano il braccio intorno al mio collo, ma io gli ho negato subito l'accesso spostandomi da un lato.
<< Non avevo nulla da fare>> Rammento io in mia difesa.
<< E hai deciso di venire qui, pur sapendo che ci sono io, il tuo più grande tormento>> Me lo ritrovo
dinnanzi a me, con dietro il suo gruppetto di amici che sogghigna alle nostre spalle, solo uno di loro rimane
serio.
<< Allora ti mostro la casa?>> Stava per circondare il braccio attorno al mio collo, ma di istinto la scanso.
<< In realtà sto cercando una persona che spero di trovare>> Keith potrebbe salvarmi la serata da questi
idioti.
<< Sicura che non vuoi fare una visita? Sai, potrei essere un ottima guida>> Accenna un occhiolino, se pensa
di mettermi a mio agio si sbaglia. Sto per arretrare, quando sento una mano posarsi sulla mia spalla.
<< Penso che la ragazza stia cercando me>> Solo una persona può avere quella tonalità di voce calma.
<< Benvenuto, mi sa che la ragazza ti stava cercando>> Imbarazzata con una mano nascondo la mia faccia.
<< Di certo non cercava te>> Ribatte Keith << Andiamo a prenderci da bere?>> Mi incita lui dolce.
<< Certo>>
<< Divertitevi, se avete bisogno sapete dove trovarmi>> Se la sta tirando troppo, a qual punto le mani mie e
quelle di Keith si intrecciano e ci ritiriamo all’interno.
Per la serata Keith aveva addosso vestiti semplici : una camicia verde chiara a maniche corte, pantaloni neri
e scarpe da ginnastica. L'interno della casa di Ryan, era formato da un open space ampio che racchiudeva  in sé la cucina e il salone, infine i colori che prendevano il sopravvento su di essa, erano il bianco e il grigio. Nel salone invece, si trovava un divano divano di colore rosso e qualche sedia posizionata qua e la. Una volta giunti dalla prima, ci avviamo verso l’angolo degli snack e delle bibite, io mi precipito
immediatamente sulla ciotola delle patatine e dei pop corn, per bere invece mi verserò la birra.
<< Alla fine sei venuta>> Enuncia Keith avvicinandosi a me pronto a proteggermi.
<< Si, ho cambiato idea, non me la sentivo di rimanere a casa>> La musica era al massimo volume, perciò
per sentirci dovevamo quasi urlare.
<< Notizie dal tuo amico?>> Io sono venuta qui proprio per non pensare al suo addio, e lui me lo fa venire in
mente.
<< Mi ha confermato il cambio scuola>> Dico soltanto.
<< Ho capito. Vieni, sediamoci qui>> Nel salone, un divano era vuoto e noi prendiamo l’occasione, i posti a
sedere per la maggior parte sono disponibili, questo perché le persone preferiscono ballare piuttosto che
riposarsi e bere con i propri amici.
<< Pensavo che rimanessi veramente a casa>> Fa lui ridendo. Io gli tiro una leggera gomitata, metto il
broncio e in tutta risposta pronuncio << Volevo affrontare delle nuove esperienze>>
<< Non dirmi che non sei mai stata ad una festa>> Esclama sconvolto nel sentire la mia rivelazione.
<< Ci ho provato, ma sono tornata a casa>>
<< Ma senti, non credevo che fossi una ragazza difficile>> Nel pensarlo si rivolge a me, vuole cercare il mio
sguardo, ed io non lo ricambio e poi lo conosco da un giorno, non mi sembra il caso di concedergli troppa
confidenza.
<< E tu che tipo di ragazzo saresti?>> Gli rigiro la domanda prendendolo alla sprovvista.
<< Lo capirai presto>>
All’improvviso il gruppo guidato da Ryan fa il suo ingresso, ecco che qui comincia il peggio della serata, vorrà suggerire uno di quei soliti giochi.

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