Stretta in quell'abbraccio, Sanem non riuscì a metabolizzare ancora quello che sentiva per il suo vecchio grande amore. Era attrazione, una forte attrazione che, nell'avere Can vicino a lei, stava crescendo? Oppure era una semplice attrazione che si fermava ad un punto base, senza crescere ne diminuire?
Can le portò una mano fra i lunghi capelli, lasciandola dietro la nuca, per poi allontanarsi poco da lei, affinché riuscisse a guardarla negli occhi. Quella stessa mano la fece riscendere verso lo zigomo che prontamente accarezzò, sentendo immediatamente il suo corpo reagire davanti a quel contatto.
Sanem e Can non si erano mai concessi l'uno all'altra e questo faceva di loro due coraggiosi, poiché se fossero stati altri, aldilà delle tradizioni, avrebbero seguito il loro istinto e non avrebbero dato importanza a nulla. Ma per Can, tutto ciò non aveva un grandissimo significato, piuttosto proteggeva Sanem. Non poteva permettersi di metterla contro la sua stessa famiglia, non poteva permettersi di deludere i suoi genitori.
«Sai Can...»
«Cosa?»
«Vorrei farti un discorso importante, un discorso che molto probabilmente rimarrà impresso dentro entrambi»
«Di che parli?»
«Sai, fino ad ora abbiamo scherzato, con la storia di corteggiare di nuovo... Ma se nonostante questo, io non riuscissi a ricordare, non ti permetto di rimanere con me. Sarebbe eccessivo, troppo»
«Sanem»
«No Can, fammi finire. È importante per me che tu sappia quello che voglio dirti da sempre. Se io non riuscissi a ricordare, non voglio che tu rimanga con me se quello che provo per te è semplice attrazione. Mi capisci? Sarebbe illuderti, prenderti in giro, ed io non voglio. Non vorrei mai... Voglio che tu trovi la persona giusta per te»
Can rimase zitto per lunghi interminabili secondi, contemplando quello che Sanem aveva appena detto. Ci pensò e capì che non aveva tutti i torti, se non riuscisse a ricordare, non avrebbero potuto farci nulla e Can non poteva permettersi una relazione dov'era soltanto lui ad amare. Lei si sarebbe sentita incolpa e lui preso in giro.
«Posso parlare ora?»
«Certo»
«Bene, io credo in te Sanem. Credo nelle tue potenzialità, nella tua forza e nel tuo coraggio. Credo ai tuoi occhi che parlano, alle tue mani che mi stringono. Al tuo profumo che mi fa impazzire. Non si può ricordare tutto da un giorno all'altro, c'è un percorso da seguire e sappiamo tutti e due che non sarà facile. Ma Sanem, fra le tante, c'è anche la possibilità di stare insieme senza ricordi»
«Se io mi rinnamorassi di te come una volta»
«Esatto»
«Ma se non dovesse succedere Can?» si fermò, prendendo un forte respiro. «Se dovessi rimanere ferma, così come sono ora, o magari innamorarmi di un altro... Tu saresti capace a continuare da solo? Senza avermi necessariamente al tuo fianco»
«No»
«E questo è un enorme problema»
«Ma perché pensi male Sanem? Godiamoci il momento e quello che verrà, lo accetteremo»
«Io non sono più quella di una volta Can! Non lo sono più e questo mi fa rabbia, perché la vecchia Sanem vuole uscire ma non ne ha la possibilità. Sono schietta, ho più paura del solito... Faccio fatica a scrivere perché non credere che per me sia facile. Si scrivo, ma ci metto tempo... Troppo tempo. Poi cos'altro? Non ricordo quell'amore che ha fatto impazzire chiunque e questo mi sta letteralmente mandando fuori di testa!» urlò, e nel momento in cui si portò due mani sulla testa, qualcosa fece il suo ingresso nella sua memoria.
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Cᴇʀᴄᴀᴍɪ, Tʀᴏᴠᴀᴍɪ Dᴇɴᴛʀᴏ ᴅɪ Tᴇ. Pᴜᴏɪ Fᴀʀʟᴏ.
FanfictionSe fosse stata Sanem a perdere la memoria, invece che Can, cosa sarebbe successo? La fenice come avrebbe potuto risorgere dalle sue stesse ceneri? E l'albatros sarebbe volato via, lasciando la sua compagna da sola, oppure l'avrebbe aiutata a guarire...