•26 {ULTIMO CAPITOLO}

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"Sanem Aydın, è tua intenzione passare il resto della tua vita con me? Vuoi sposarmi?"

Non c'erano motivi per rispondere in maniera negativa, nonostante i vuoti di memoria che ancora aleggiavano in lei. Sanem era pazza di Can e negarlo non serviva a nulla, aumentava semplicemente la loro distanza e ciò, non portava a nulla di buono. La lontananza non portava mai a fine percorso a testa alta.

«Beh, posso dirti, Can Divit, che di certo non è mia intenzione fingere che queste tue parole non mi abbiano toccato dentro. In effetti, anche io desidererei passare il resto della mia vita al tuo fianco, ma l'unica cosa che non accetto, è la memoria non tornata»

«Qualcuno tempo fa, mentre vivevo uno dei periodi più brutti della mia vita, mi ha fatto intendere che non dobbiamo avere paura di sbagliare e quindi, Sanem, se tu mi permetterai, vorrei aiutarti a ricordare. Non ha importanza se ricorderai o meno, se questi nostri momenti non prenderanno parte di te e quindi i miei tentativi risulteranno vani, piuttosto ci concentreremo su di noi e sul nostro matrimonio... Perché Sanem, ho intenzione di viverti il prima possibile e di non aspettare un secondo di più. Quindi dimmi di sì, senza giri di parole, e sposiamoci Sanem»

«Si, mille volte si. E si, ti permetto di aiutarmi perché ne ho bisogno anche io Can Divit. Ammetto che non è stato facile, ma non mi aspettavo di certo una dichiarazione così forte da parte tua. Dichiarazione che ha scosso ogni cellula del mio corpo, facendole diventare tue»

«Io devo ringraziarti Sanem»

«Per cosa?»

«In questi giorni siamo stati lontani, ma neanche per un solo momento ho pensato a quelle compresse. L'unica volta è stato dopo che siamo tornati da Ankara, quando tu credevi che stessi difendendo Banu. Non ne ho presa nemmeno una, ed è merito tuo. Grazie, grazie infinite, vita mia. E ora...»

Il loro sguardo rimase incrociato, nessuno dei due aveva pensato anche solo per un momento di distoglierlo. Nonostante quella mano di Can che lentamente scendeva verso il basso per afferrare quella di Sanem, nonostante i loro cuori battevano all'unisono e questo faceva paura. Non avevano mai provato tanta paura di vivere una storia e quello era un grandissimo momento per ricominciare a vivere.

L'anello venne infilato all'anulare sinistro, e con un largo sorriso, le labbra di Can si posarono su quelle di Sanem, imprimendole con forza. Si riprendeva quello che era suo.

«Sono consapevole che di certo non era questo ciò che volevi per cominciare di nuovo la nostra storia, ma Sanem, partiamo dalla base. Andiamo con cautela, perché non ho nessuna intenzione di perderti un'altra volta e cosa più importante, ho intenzione di farti recuperare ogni secondo del nostro amore»

Uno di quei momenti dove i sorrisi dicevano tutto quello che nemmeno gli occhi riuscivano a dire e che le labbra non riuscivano a pronunciare. Un altro bacio segnò quel momento, lasciando che entrambi si riappropiassero di quei sapori che mancavano. Di quel bacio salato a causa di quelle lacrime versate. All'improvviso però, Sanem avvertì un qualcosa che non andava. Durante quel bacio, mentre la sua lingua si scontrava con impazienza con quella del suo ragazzo, la sua mente tornò indietro di qualche tempo.

"Anima mia... Cuore mio... Vita mia... Vuoi sposarmi?"
"Si"

In pochi secondi Sanem scappò da quel bacio, rimanendo con gli occhi puntati su un punto qualsiasi di quel ristorante. Can la osservò preoccupato, ma le tenne stretta la mano, aveva capito che Sanem stava ricordando qualcosa. Sorrise, senza smettere di guardarla. Ormai aveva capito quando i ricordi riaffioravano.

«Sono qui con te» le mormorò Can.

"A come amore"
"Non dovrebbe dire A come amicizia?"
"Penso che sia meglio dire amore"
'L'ho scritto"
"C come cara"
"Come cara"
"Esatto"
"La C allora"
"Si"
"Ok ho scritto anche questa"
"Poi scrivi P come preziosa"
"Fa caldo qui oppure io indosso un maglione pesante?"

Cᴇʀᴄᴀᴍɪ, Tʀᴏᴠᴀᴍɪ Dᴇɴᴛʀᴏ ᴅɪ Tᴇ. Pᴜᴏɪ Fᴀʀʟᴏ. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora