Una volta sott'acqua, ritornare a galla dovrebbe essere questione di pochi attimi. Almeno, dipende dalla profondità in cui sei. Se ti trovi nelle acque basse, ritornare in superficie non dovrebbe costarti nessuno sforzo. Mentre se ti trovi nelle acque più profonde, salire in superfice potrebbe costarti molto.
Ma Sanem non si trovava nelle acque più profonde e nonostante ciò, ritornare a galla fu questione di grossi attimi e di enormi sforzi. Non aveva la più pallida idea di come riuscirci, avvertiva l'aria non arrivare ai polmoni e il cuore rallentare.
Lo sguardo era posato sulle righe che lei stessa aveva scritto, ma non ricordava nemmeno una parola. Poteva essere possibile? Scrivere tante parole, una dietro l'altra, per poi dimenticarne il significato dopo pochi mesi.
«Cosa leggi?» Entrò nella stanza Leyla, che guardò sua sorella, con occhi colmi di lacrime, che però mascherava. Non riconosceva la sua Sanem.
«Il mio libro» disse. Poi aggiunse. «È assurdo sai? Non ricordo nemmeno una goccia di quell'amore scritto qua sopra»
«Sanem, sorellina, è normale»
«No, non è normale. Io ritengo responsabile quell'uomo, e quello stesso uomo dovrebbe essere l'amore della mia vita. È talmente impossibile da crederci che fatico a metabolizzare quanto questa possa essere la nostra realtà, la mia di realtà»
«Abla la colpa non è di Can, ti prego non ritenerlo responsabile. Nonostante il suo forte amore nei tuoi confronti, ti sta lasciando lo spazio necessario per renderti conto di quanto tu stia sbagliando. La vecchia Sanem non avrebbe mai accusato Can, neanche se fosse stato dalla parte del torto» Si fermò, per poi intrecciare la mano con quella della sorella. Un contatto irriconoscibile, nascosto. Un contatto che non sarebbe mai stato come una volta. «Sai Sanem, nonostante gli sbagli del tuo uomo, tu hai sempre cercato di farlo passare dalla parte della ragione, oppure non gli hai mai voltato le spalle» aggiunse poi Leyla. Quelle parole raggiunsero Sanem, ma senza avere nessun risultato. Era troppo cruda come realtà.
«Leyla ha preferito guardare me piuttosto che guardare la strada. Guardando me, automaticamente ha scavato la fossa. Se non fosse stato per lui, non sarei mai caduta dalla sua stessa macchina, urtando successivamente con la fronte sulla strada. L'impatto è stato talmente forte dal farmi rimuovere quello che una volta era lui per me»
«Sanem questo è quello che sai tu. Ma in quel momento, nessuno sa realmente com'è andata la cosa»
Il ricordo di Sanem si spostò in ospedale, quando finalmente aveva aperto gli occhi e metabolizzato ciò che era capitato. Sarebbe uscita pochi minuti più tardi, ma non poteva rimandare il suo incontro con Can. I loro occhi spruzzavano sentimenti contrastanti. Can non vedeva l'ora di stringerla, nonostante il vuoto di memoria. Nonostante sapesse che dentro di lei non c'era nessuna traccia di lui. Mentre Sanem non vedeva l'ora di affrontarlo.
«Mi hanno detto quello che è successo»
«Sanem, io...»
«Sus! Konuşma, beni dinle» {Zitto! Non parlare, ascolta me} disse mentre a passo lento, provò ad avvicinarsi a Can. Un giramento di testa la costrinse ad immobilizzarsi, così Leyla si avvicinò a lei e la prese a braccetto. Poche ore prima, Can e Sanem avevano avuto il loro primo incontro. Gli occhi di Sanem non avevano riconosciuto quelle iridi scure nelle quali si perdeva una volta, e dopo aver detto esplicitamente al suo vecchio uomo io non so chi tu sia, assistì al momento in cui Can chiuse la porta. Rimasta da sola con Leyla e Mevkibe, finalmente poteva sentire la versione della storia. Aveva capito com'era avvenuto l'incidente, e immediatamente la colpa l'aveva data a Can.
Il loro secondo incontro aveva avuto quell'inizio difficile, Can non l'aveva riconosciuta. La sua Sanem era rinchiusa in un mondo esterno.
«Parla, ti ascolto»
«Ti ringrazio a nome di mia madre e mia sorella per aver raccontato la reale versione della storia. Il nostro incidente però, non è stato del tutto casuale, ma il contrario. Signor Divit, giusto?» Can ebbe una scossa al cuore, ma annuì col capo. Sanem proseguì, avvertendo le gambe cedere. «Perchè ha distolto lo sguardo?»
«Sanem»
«Mi chiami signorina Aydin» Aveva avuto l'ennesima certezza. Quella lì non era la sua donna.
«Yok, non chiedermelo, lütfen»
«Mi chiami in quel modo o sarò costretta a non ascoltarlo più»
«D'accordo, signorina Aydin. Ho distolto lo sguardo dalla strada, non per mia volontà, ma perché il mio cuore mi ha spinto a farlo. Eravamo mano nella mano ed io non ho potuto non baciarti il dorso. Era un mio modo per sentirti più vicina. Non mi perdonerò mai tutto ciò Sanem, mai» Fece per voltarsi, ma il tono della sua voce lo bloccò.
«Io non voglio vederti mai più»
Sanem quando aveva sentito Can pronunciare il suo nome, aveva avvertito delle fitte profonde a livello dello stomaco. L'ennesima volta che si incontrarono, a cena, Can le aveva portato il suo diario, e ancora l'aveva chiamata col suo nome. Non aveva creato grossi problemi, ma sentirlo uscire dalla sua bocca aveva avuto un certo effetto.
«Perchè dici che nessuno sa realmente com'è andata realmente la cosa? Leyla credi che Can abbia cambiato la versione della storia?»
«Yok, assolutamente. Ma Sanem, nessuno era nei tuoi panni e nessuno era nei panni di Can. Nessuno ha la minima idea di quello che provavate. Tu ora sei arrabbiata, ma la vecchia Sanem lo sarebbe? Hai chiesto a Can di rimanerti lontano, e lui nonostante quello che prova per te, ti rispetta Sanem, lo hai notato? Quella sera a cena, ti mangiava con gli occhi ma cercava di mantenere le distanze. E tu, ora, dopo ben due giorni da quel momento, sei in camera tua che leggi il tuo stesso libro, che racconta la vostra storia d'amore. Quindi sei interessata a scoprire quel sentimento che provavi una volta Sanem. Vuoi mantenere la promessa che hai fatto a Can, quella di immergerti nella vecchia Sanem» Gli occhi della fenice si riempirono di lacrime, Leyla aveva centrato in pieno. Non ricordava nulla, provava rabbia, ma voleva a qualsiasi costo avere, anche se piccolo, un ricordo di quella storia d'amore. Della sua storia d'amore.
«Perchè sento di non essere in torto a trattarlo in questo modo Leyla?»
«La tua è rabbia Sanem, rabbia perché non riesci a comprendere quanto, se l'amore di Can sia così forte, allo stesso tempo lui sia stato capace a distogliere lo sguardo dalla strada, facendoti rischiare la vita, così come a lui. Ma Sanem, ora ti dico una cosa. Secondo me, non appena ricorderai del tuo amore per lui, la rabbia svanirà, lasciando spazio alla comprensione. Non doveva distrarsi, assolutamente, ma credo che lo capirai Sanem. Bisogna avere pazienza, tempo al tempo»
«Cosa posso fare per ricordare?»
«Ti direi di non tenerlo alla larga, al contrario, tienilo più vicino che puoi. La sua vicinanza potrebbe aiutare la vecchia Sanem a tornare a galla. Averlo vicino potrebbe sistemare il tuo cuore. Potresti risentire man mano il calore del suo cuore al contatto col tuo. Potresti avvertire le farfalle nello stomaco e lo stomaco contorcersi. Perché il tuo amore più grande è tornato»
«E se non dovesse succedere?»
«Beh, allora... Ti rinnamorerai di nuovo di lui. Ho letto una frase in un libro che mi è rimasta impressa. Il protagonista dice alla sua donna se perdessi la memoria un milione di volte, mi rinnamorerei di te altre milioni di volte. È come un fuoco che arde Sanem, man mano si fa spazio sempre di più»
Sanem aveva ogni singola parola dentro di sé e per nessuna ragione le avrebbe rimosse. Avrebbe cercato di fare l'impossibile pur di ricordare e questo comportava persino avere vicino il responsabile dell'incidente, nonché il suo vecchio grande amore.
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Cᴇʀᴄᴀᴍɪ, Tʀᴏᴠᴀᴍɪ Dᴇɴᴛʀᴏ ᴅɪ Tᴇ. Pᴜᴏɪ Fᴀʀʟᴏ.
FanficSe fosse stata Sanem a perdere la memoria, invece che Can, cosa sarebbe successo? La fenice come avrebbe potuto risorgere dalle sue stesse ceneri? E l'albatros sarebbe volato via, lasciando la sua compagna da sola, oppure l'avrebbe aiutata a guarire...