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merhaba! prima di lasciarvi al capitolo, vi informo che non sarà facile, considerando quello che succederà. molte cose cambieranno, in senso positivo e negativo. ripeto nuovamente che la mia storia non vuole essere una copia di Erkenci Kus, al contrario, ricreo qualcosa di diverso e originale, portando sempre allo stesso obiettivo.
vi lascio al capitolo e buona lettura!

Dopo aver lasciato l'amore della sua vita in casa propria, l'istinto di tornare da lei era forte. Avrebbe fatto l'impossibile pur di sentirla nuovamente vicina. Poi però, il solo pensiero di rispettarla prese il sopravvento, perciò cambio idea.

Non si diresse verso casa, ma andò dritto nel locale più vicino a casa Aydın. Non avrebbe fatto nessuna pazzia, se lo era promesso, ma non poteva controllarsi con infinte quantità di alcol nel suo corpo. Beveva a più non posso, senza mai fermarsi. Persino quando il barista annunciò che era arrivato il momento di chiudere, lui non si scollò da lì.

Non solo perché non era solo, ma perché aveva altri pensieri nella testa e voleva svagare ancora e ancora. Sentì una voce femminile avvicinarsi sempre di più, e quando si voltò, rimase a bocca aperta: pensò di trovarsi davanti Sanem, e invece era fuori strada. Una ragazza dai lunghi capelli biondi era vicina a lui, ed era completamente ubriaca. Posò una mano sulla spalla di Can, che non la tolse. Persino sotto agli occhi del barman si mostrò diverso dalla persona che era realmente.

«Mal d'amore?» chiese la donna.

«E tu?»

«Diciamo che non sei lontano dall'obiettivo. Ho discusso con mio marito perché ormai viene prima il suo lavoro e poi io. Così gli ho proposto il divorzio»

«Stai messa male donna»

«E tu? Che problemi hai?» Quella mano sulla spalla la spostò diretta verso l'incavo del collo di Can, che provocò una reazione non indifferente. Si doveva trattenere eppure non ci riuscì.

«L'amore della mia vita mi ha messo ko. Non si ricorda di me, eppure mi è vicina e mi guarda con degli occhi profondi, quasi come se volesse dirmi qualcosa di estremamente importante. Eppure io non riesco ad andare oltre con lei, non posso baciarla ne abbracciarla perché rischierei di non rispettarla. È trattarla bene è l'unica cosa che voglio»

«La tua situazione è peggio della mia, Can Divit»

«Come conosci il mio nome?»

«Beh...» sussurrò inizialmente, prima di posare la sua bocca su quella guancia morbida. Le sue labbra vagarono sulla pelle, prima di raggiungere la bocca di Can, che sfiorò a malapena. «Chi è che non ti conosce?» concluse, prima di baciare il labbro inferiore e tirarlo piano con i denti.

Can sussultò, avrebbe voluto che al posto di quella donna ci fosse stata la sua Sanem, eppure la situazione era più complicata del previsto. Non poteva prevenire quello che doveva succedere, ma lui aveva un estremo bisogno di sentirsi vicino alla sua donna. A quella donna che aveva chiuso il suo cuore. A quella donna che amava più della sua stessa vita.

«Chi non mi conosce? La mia donna»

«Mh, invece credo che lei si ricordi di te, nel profondo. Andiamo Can, come fai a non capire una donna? La tua donna tra l'altro. La mente può dimenticare, il cuore no. Il cuore resta legato all'anima gemella» parlò ancora, baciando nuovamente Can sulla guancia. Scese poi, verso il collo, passando la lingua.

«Tu hai bisogno di compagnia, ed io non posso negartela, perché anche io la sto cercando. Ma ricordati Can, che se è vero amore, tornerete insieme. Lei non si è dimenticata di te» continuò, facendo scendere una mano lungo l'addome. Sollevò appena la sua maglia, per sfiorare successivamente i pettorali. Quelle dita non le riconobbe, non erano quelle di Sanem.

Ma la donna aveva ragione, Can era in cerca di qualcuno che le ricordasse Sanem. Il contatto con la sua donna. Molto probabilmente, se fosse stato lucido, non si sarebbe mai avvicinato ad un estranea. Ma era uscito dal suo stesso corpo, difatti, non appena la donna sfiorò con la mano la parte più sensibile, lui gemette all'istante e la sua lingua si fiondò all'interno della bocca di quella sconosciuta, che con un gesto rapido si sedette a cavalcioni su di lui.

Le loro intimità si sfiorarono molte volte, provocando brividi e ansiti profondi. Can si allontanò, non potevano rimanere in un bar.

«Stiamo sbagliando cazzo. Io sto sbagliando»

«Can, ricordati che da un errore, tutto può cambiare. Non puoi sapere se attraverso questo tuo sbaglio, Sanem torni da te»

«Conosci anche Sanem?»

«Andiamo Can, è la ragazza che ha pubblicato il romanzo. Svegliati»

Una volta in piedi, Can prese la ragazza per mano e la portò in una delle camere di quegli hotel più prestigiosi. Ripresero a baciarsi, ma Can ormai era andato. Al posto della sconosciuta c'era Sanem. Sollevò la maglia della ragazza, che ricambiò velocemente. Portò la bocca sul collo e succhiò talmente forte dal farlo sussultare.

Scese con le labbra fino al membro, che strinse con una sola mano. Can portò il labbro fra i denti, chiudendo successivamente gli occhi. Quella sconosciuta diede quel piacere che si interruppe dopo pochi attimi, quando Can la spinse sul letto.

«Allah, Sanem mi ammazzerà. E me lo merito» ansimò, prima di spingersi dentro di lei. Can chiuse gli occhi, mentre la ragazza lo osservò. Osservò ogni piccolo dettaglio di quel ragazzo sopra di lei, che si sarebbe ammazzato non appena tornato lucido.

Era strana come situazione, ma la ragazza notò che Can piangeva. Versava lacrime a tutta forza, non riuscendo a fermarsi. Così, la sconosciuta, lo bloccò.

«Tu sei talmente innamorato di lei che non riesci a proseguire da solo» sorrise, con occhi lucidi a sua volta. Aveva letto di quell'amore, ma vederlo con i suoi stessi occhi era più difficile che mai. Guardare è diverso.

«Fermati» continuò lei. Can si leccò il labbro inferiore per portarsi via quella lacrima e lentamente si allontanò da lei, continuando a darsi piacere da solo. Davanti ai suoi occhi c'era Sanem. La sua Sanem. Sorrise mentre sentì quelle fragili mani sfiorare ogni dettaglio del suo corpo. Si chiuse in bagno, finendo il tutto.

La ragazza non aveva idea di come sentirsi: aveva cercato di dimenticare la discussione avuta con suo marito ma non c'era riuscita. Si vestì, aspettando Can, che tornò dopo pochi secondi.

«Hai ragione sai?»

«Io?»

«Si tu, qualsiasi sia il tuo nome, grazie. Nonostante io non sia completamente lucido, sei riuscita a riportarmi alla realtà. Sanem è la donna che amo e mai le farei un torto del genere»

«Mi chiamo Banu, e sappi Can, che esserti fermato, fa di te un uomo con la U maiuscola. Certo, non doveva esserci nulla, ma ammetti che grazie a questo, hai capito che vale la pena rischiare e continuare a lottare per lei. Ricordati che il cuore non potrà mai cancellare quello che c'è stato fra voi»

«Spero che con tuo marito si risolva»

«Sai Can, a volte nulla va come vorremmo che andasse. La vita è complicata, noi siamo vittime del destino. Ammetto che probabilmente non perdonerà mai quello che è successo stasera, ma io mi sono sentita considerata per una buona volta. Ho sbagliato a provocarti, ho sbagliato ad avvicinarmi a te. Però ammetto che è stato un vero piacere conoscerti, Can Divit, e spero che al mondo ci siano più persone come te»

«Non ho nulla di così speciale. Quello che è successo io lo considero un tradimento verso Sanem»

«Capisco come ti senti, ma Can, rifletti su una cosa. Non hai tradito nessuno perché ti sei fermato in tempo, e nonostante le tue labbra hanno toccato le mie, davanti avevi Sanem, non me. Così come io avevo davanti mio marito. È stato uno sbaglio, ma ci siamo fermati in tempo e questo perché amiamo i nostri corrispettivi partner»

Can sorrise, per poi annuire silenziosamente. Nel mentre che avevano parlato, si era vestito velocemente. Il solo pensiero che qualcun'altra l'aveva visto completamente nudo, lo aveva spaventato. Ma poteva rimediare. Senza aggiungere altro, lasciò Banu da sola in quella stanza e andò via.

La testa era altrove, ma il corpo no. Raggiunse casa sua, col pensiero di Sanem nella mente.

Cᴇʀᴄᴀᴍɪ, Tʀᴏᴠᴀᴍɪ Dᴇɴᴛʀᴏ ᴅɪ Tᴇ. Pᴜᴏɪ Fᴀʀʟᴏ. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora