Capitolo 24

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DANTE

Dopo la morte di mio fratello tutta la mia vita si è lentamente frantumata e ogni singolo coccio mi si è conficcato nell'anima togliendomi l'aria. Ho vissuto nella premeditazione, nell'attesa di uno scontro faccia a faccia con la persona che mi ha tolto un pezzo di vita.
Ho fatto cose impensabili, raggiunto livelli estremi di dolore e rabbia, molto spesso lasciati andare sotto forma di violenza. Ero un'altra persona, convivevo con il disprezzo, l'odio, la solitudine. E mi stava bene. Non mi allontanava da quello che sono sempre stato: un mostro assetato di vendetta.
Ma lei, lei mi sta lentamente ricomponendo, sta rimettendo in ordine e incastrando di nuovo quei pezzi che credevo si fossero persi insieme al mio cuore. Sta mostrando a quel mostro sensazioni a lungo sopite. Ma ha ragione, volerla non significa niente. Perché ogni volta che mi guarda negli occhi, riponendo fiducia in me, affezionandosi ancora di più, non smetto di essere un bugiardo. Un uomo vile, che continua a mentirle.
Eden Rose, con una risposta, è riuscita ad annientarmi nella peggiore maniera possibile. Mentre fisso attonito la porta ormai chiusa, mi domando come sia possibile. Perché il destino ci abbia posizionati entrambi sulla stessa strada cambiando il nostro futuro.
La verità è che mi è sempre piaciuto giocare con il fuoco. Adesso mi sono bruciato e sto rischiando di consumarmi fino a diventare cenere.
Un messaggio in arrivo mi ridesta, allontanando la nube tossica che mi ha avvolto la mente.
Concentrandomi su qualcosa di diverso, esco in fretta dalla mia stanza.
Fuori dalla villa, fisso immobile la struttura percependo soltanto un senso di vuoto misto a indifferenza. Non è casa mia. Non lo sarà mai. Con questa consapevolezza, mi metto in viaggio.
Per la seconda volta in un solo giorno, varco la soglia del nostro covo.
Vedendomi arrivare, mi aggiornano sulle novità.
Terrence, è riuscito, con la sua straordinaria abilità, a scovare qualcosa, e spera di risalire presto alla persona che ha comunicato con Donaldson, usandolo. Non solo, anche a filtrare in quella barriera informatica dietro la quale si nascondono i Rose. La sua richiesta è quella di poterli spiare senza lasciare traccia. Qualcosa che già facevamo, ma che adesso richiede un maggiore impegno.
In parte mi sento elettrizzato al pensiero del carico di lavoro che avrò da svolgere. Ci aspettano giorni abbastanza lunghi, pieni di minacce, punti di svolta, forse di risposte alle tante domande che nel corso degli anni hanno costruito intorno alle nostre vite, dubbi, tensioni, odio, dolore. Lavorare mi ha sempre aiutato ad allontanare le cose negative dalla mia vita. Spero faccia lo stesso adesso che tutto si è un po' complicato.
Nigel, che è sempre stato quello più tranquillo del gruppo, mentre gli altri discutono, decidendo insieme una possibile strategia, prende posto accanto a me sul divano. «Sicuro di volere andare proprio in quel locale?», domanda, passando i palmi grandi e curati sui jeans.
Massaggio le nocche facendo scrocchiare le ossa. «Non sono più sicuro di niente», decido di essere sincero.
Inclina un po' la testa per scrutarmi meglio sopra le lenti scure e non nasconde la sorpresa. Nel corso della giornata, ha avuto modo di notare il cambiamento in me. Solitamente riesco a mascherare bene le emozioni.
«Ti piace?»
«Se dico di no sappi che è una menzogna».
Allora lui comprende, mi molla una lieve spallata e mi guarda come farebbe un padre con il figlio che si è appena beccato un rifiuto. «Lei lo sa?»
Sollevo il sopracciglio. «Che domanda del cazzo, Nig. È come se chiedessi ad Andrea se sa di avere un coglione nella sua vita».
Mi guarda storto, ignorando la mia risposta sarcastica. «Dante, non scappare».
Mi irrigidisco. «Io non sto scappando. È solo che non può funzionare. Che cosa siamo io e te? Che cosa sono io? Che cos'è lei? Non porterà niente di buono».
Contrariato, unisce le mani prima di scrollarle. «Stai cercando una scusa. Ma sai bene che non esiste. Proprio come non esiste destino senza una scelta», replica. «Non sei un mostro come pensi. Già il fatto stesso che provi qualcosa o pensi che sia necessario tenerti a debita distanza da lei, dice chi sei», aggiunge.
Strofino il viso con una mano. «Nella mia vita non c'è più spazio per niente. A stento riesco a reggere tutto. Persino Seamus se ne è accorto. Oggi mi ha minacciato», ridacchio, innervosendomi al ricordo delle parole taglienti con cui ha osato mettere un punto al nostro precario rapporto. «Che figlio di puttana!»
Nigel non perde tempo, non si sofferma su Seamus, conosce la storia. «Potresti avere anche lei, se volessi», non indora la pillola.
Strofino il labbro inferiore con l'indice. «Sarebbe rischioso».
«Cosa? Vivere? Amare? Abbandonare tutto per potere tornare in una vera casa. Magari con lei ad aspettarti con quel sorriso che le sfugge di tanto in tanto quando tu la guardi e lei se ne accorge? È questo a cui vuoi rinunciare?»
«È un sogno che non posso realizzare», abbasso la testa, ricacciando indietro le illusioni. «Metterebbe in pericolo lei e ognuno di voi».
«Saresti disposto a lasciarla andare? A vederla tra le braccia di un altro che non potrà mai farla sentire al sicuro o renderla felice? Amico, capisco tutto, anche il fatto che vuoi proteggere ogni persona qui presente, ma voi due non sarete mai amici. Non nel modo comune. Ha bisogno di te. Proprio come tu hai bisogno di averla intorno per respirare senza mai dovere trattenere il fiato. Cosa che hai fatto per tanto tempo prima che arrivasse».
«Non ha bisogno di un disastro».
Nigel impreca sommessamente dinanzi la mia testardaggine, è abituato a scontrarcisi, anche se non in questo modo, neanche per queste ragioni.
«Ha bisogno che tu sia tutto quello che gli altri non hanno saputo essere. Sembra una frase del cazzo letta su un romanzo e fattelo dire è pure scontata, ma è la verità. E tu di conseguenza hai bisogno che lei sia tutto il tuo fottuto universo per non sentirti ancora un buco nero».
Sospiro. Non sono mai stato tanto abbattuto e pensieroso quanto lo sono adesso. Nigel sta centrando il punto. Sta scavando nella ferita.
«Mi sembra di impazzire», ammetto. «Non c'è spazio per l'amore o per tutte quelle stronzate piene di melodramma», ripeto. «Non correrò il rischio di perdere ancora qualcuno».
«Non dovrebbe esserci neanche la paura. Ma sei un gran cagasotto da quando è entrata in famiglia. E per la cronaca, non perdi gli altri per proteggerli, ma lei?»
Mi acciglio e lui perfido mi sorride, alzandosi soddisfatto. Per la prima volta è riuscito ad avere la meglio su di me.
Tutti gli altri si stanno radunando fuori, è giunto il momento di chiudere in bellezza la serata.
«Adesso proviamo a divertirci. E per favore, non complimentarti troppo con Andrea quando la vedi. Non la smette più di dirmi che dovrei fare come te. Vuole costringermi a riempirla di complimenti», sdrammatizza.
Mi fa sorridere questa cosa e Nigel accorgendosene, passa un braccio sulle mie spalle scuotendomi. «Andrea sa di essere fortunata. Ha solo bisogno che sia tu a capire di esserlo con lei accanto. A proposito, pronto per il fatidico sì?»
Sorride trasognante. «Sono agitato e più si avvicina la data delle nozze, più penso di avere fatto la cosa giusta».

Cruel - Come incisione sul cuore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora