Erano passati parecchi minuti, il tram si era fermato e le persone erano scese e salite, continuando ad ignorarli. La creatura era rimasta ferma in mezzo al corridoio, spostandosi solo se doveva lascia passare qualcuno. Sembrava davvero che fossero in un'altra dimensione, per quanto tutto l'ambiente fosse tangibile: la struttura metallica del tram, abbellita da motivi geometrici sulle pareti, l'ambrosica che gorgogliava nei tubi, il sommesso chiacchiericcio dei passeggeri, tutto era terribilmente reale.
Era una sensazione strana, non gli piaceva particolarmente. Sembrava un incubo: le persone lo avrebbero sempre ignorato, per quanto lui potesse interagire con l'ambiente. Nessuno lo avrebbe aiutato, era in balia della sua aguzzina.
Lanciò uno sguardo al finestrino e, in lontananza, vide un panorama familiare: un'enorme buca, scavata nel terreno, tanto da poter ospitare un borgo grande quanto uno dei sette rioni della città. Svariati ponti la attraversavano, passando in mezzo alle ciminiere che sorgevano dai suoi bassifondi. Ponti che erano presenti anche nei livelli sottostanti, atti a collegare un abnorme quartiere che era stato costruito su tutto ciò che fosse simile ad una parete. E molti erano parecchio vicini alla superficie, facilmente raggiungibili con un balzo.
«Preparati» disse a Toni Malaroda.
L'uomo non parve convinto, sarebbe rimasto incollato a quel sedile a vita, ma lui lo avrebbe sradicato a forza.
Gli edifici finirono e la Fossa si aprì sotto di loro.
Con un strattone fece alzare Toni e lo portò verso il portellone. Sfondò l'uscita con un calcio e guardò sotto: la caligo si poteva vedere fin lassù e, dai suoi calcoli, saliva almeno fino al secondo strato. Mai avrebbe pensato di ringraziare quella malsana nube.
Il tram era abbastanza lento, saltare sarebbe risultato abbastanza facile, doveva attendere solo il pontile giusto in mezzo a quella ragnatela di strade metalliche e pericolanti.
Toni Malaroda cercò di attirare la sua attenzione e lui sapeva già cosa volesse dire.
L'occasione si presentò e lui saltò, portandosi dietro l'uomo. Fu la seconda volta che atterrò attirando sguardi, solo che questa volta furono rapidi e fugaci, di gente abituata a situazioni improbabili.
Si caricò la sua preda sulle spalle e alzò lo sguardo: come sospettava, la creatura stava volando nella nella loro direzione.
Corse, cercando la strada più rapida per scendere. La Fossa, al contrario di Vertigo, la conosceva bene e fu facile puntare il camino più vicino, continuando a farsi strada tra la folla. Una lama, però, lo colse alla sprovvista: aveva penetrato il metallo del ponte, rischiando di colpire un mercante di bigiotteria, ignaro di cosa gli stesse accadendo attorno.
Qualcuno aveva deciso di mettere a rischio la vita delle persone: anche se sembrava essere un gol, riteneva i fossesi delle pedine sacrificabili, come tutti quelli dei piani alti.
Imprecò e proseguì, cercando di stare lontano dalle persone, per quanto fosse possibile su quel ponte: era stata adibita a mercato all'aperto e la folla era abbastanza cospicua. Spinse via chiunque si mettesse sulla sua strada, sperando di salvare così le loro vite, mentre dal cielo continuavano a discendere lame dorate.
Raggiunse il camino e cerò l'entrata per gli scoli. Vide la porta nascosta tra due case e la aprì, girando la valvola.
«Muoviti, muoviti!»
Toni Malaroda gli ricordò che ci fosse un pericolo imminente alle sue spalle e riuscì per miracolo ad aprirla con le sue mani sudaticce. Entrò e si chiuse la porta alle spalle, prima che una lama la trafiggesse.
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I Racconti della Fossa - I Corvi
Fantasy(SERIE DI RACCONTI) Nella Fossa vige una sola legge: sopravvivere, ad ogni costo. Staccarsi dal dominio di Vertigo ha fatto precipitare il quartiere nell'anarchia e solo i più scaltri sono riusciti a ritagliarsi il loro posto. L'ordine è dettato dai...