5. Gli ultimi candidati

0 0 0
                                    

Era la prima volta che, invece di parlare, fissava il suo interlocutore. Non che fosse una brutta visione: era un uomo di bell'aspetto, dalla palle abbronzata, capelli lunghi e scuri e leggeri tratti esotici. Poteva dire che fosse leggermente trasandato, ma l'abbigliamento e gli anelli che gli ricoprivano le orecchie lo associavano immediatamente ai bucanieri dell'Eptanesos e mai nella sua vita aveva visto un pirata pulito e profumato.

Il candidato finalmente aprì bocca, ma poi la richiuse. Lo fece per altre tre volte, mentre la garante non sapeva se estrarre il coltello o meno.

«Sa-Rash?», le chiese.

«No. Ghaznī? »

«. Fuggitivo, cercare nascondere»

La garante la guardò confusa, chiedendole con un cenno cosa si stessero dicendo. Le rispose di attendere, in quanto pure lei doveva decodificare il pessimo ghaznī dell'uomo.

«Hai soldi?», gli chiese.

«Pensare poi»

Intuì che il volantino non lo avesse letto e si chiese come fosse giunto sino da lei.

Il pirata le sorrise, cercando di apparire affabile, e lei pensò a come scaricarlo. Per sua fortuna, un fattore esterno l'aiutò.

Un certo trambusto provennne dalla tromba delle scale e la garante, preoccupata, andò a controllare. Aperta la porta, una voce tuonò e risuonò in tutto il condominio, in una lingua che lei riconobbe essere notioageno.

L'uomo di fronte a lei perse ogni colorito e la guardò parecchio preoccupato, più dell'affiliato che cercava rifugio.

«Fuggire

Si guardò attorno, non sapendo cosa rispondergli.

«La finestra?»

L'aveva detto con ironia, ma il pirata la ringraziò sinceramente, si alzò, l'aprì e si buttò di sotto.

Restò a fissarla basita e tornò in sé solo quando la garante vi si affacciò.

«È vivo?»

«Sì, ma non so per quanto. Quel tipo che lo stava cercando era la rappresentazione fisica dei peggiori pirati che solcano i nostri mari»

Si sentì sollevata e ne approfittò per bere un altro sorso di tè.

«Te lo volevo chiedere da un po', ma come mai parli così bene il grammaticale?»

La garante la fissò sorpresa, ancora, ma questa volta non la intimò a proseguire o a ricordarle che ci fossero dei clienti in fila. Si sedette di fronte a lei e si versò del tè, per la prima volta in tutta la giornata.

«Una buona scuola, nulla di strano. Invece è la prima volta che sento qualcuno della Fossa parlare ghaznī»

«Se navighi con un loro mercantile, lo impari a forza»

«Un mercantile rezastano? Come hai fatto a finire lassù? Non sapevo accettassero donne», le chiese la garante, accennando un sorriso.

«A esser sincera, mi sono finta un maschio. Ha funzionato la prima volta quando mio padre mi ha venduta ai notaiageni, quindi ci ho provato una seconda»

I Racconti della Fossa - I CorviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora