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Qualcosa non andava, Y/N era piuttosto assente e rispondeva a monosillabi, peggio di lui quando non voleva parlare dei fatti suoi con nessuno.

La stanza privata del ristorante era arredata solo con un tavolino basso e dei cuscini per sedersi, non c'erano molte distrazioni a parte il cameriere che entrava e usciva, ma lei sembrava trovare un sacco di cose interessanti che non fossero lui.

"Come stanno andando gli appuntamenti di lavoro qui?" le chiese sempre per rimanere sul vago.

Lei giocherellava con le bacchette e il cibo nel piatto: "Si tutto ok, devo ricontattarne alcuni quando torno a Seoul"

"Ottimo..."

Ancora silenzio.

In genere Yoongi era un tipo molto diretto e non girava troppo attorno alle cose, qualche volta forse era anche troppo indelicato e se ne rendeva conto.

Però era preoccupato per lei, sembrava davvero pensierosa.

"Stai bene Y/N? Mi sembri preoccupata..." le chiese sottovoce cercando il suo sguardo.

"Eh?" alzò di scatto lo sguardo lei a quella domanda, non sapeva più come nascondere il suo disagio, "Sto bene, tranquillo"

"Vorresti essere da un'altra parte?" chiese lui sempre sottovoce inclinando la testa con un'espressione comprensiva, ma se ne pentì subito appena vide il sorriso storto di lei.

"Io, no, Yoongi scusami, è solo che... sono giorni un po' strani... io..." cercava di giustificarsi lei mordendosi il labbro, poi inspirò forte e svuotò il sacco, tanto valeva parlarne con qualcuno "qualche giorno fa, ecco, ho ricevuto una telefonata dal mio ex fidanzato".

Yoongi si raddrizzò e divenne serio, il viso inespressivo, e gli sfuggì una frase che non avrebbe voluto dire: "E scommetto che vuole tornare con te, vero?"

Lei abbassò lo sguardo sul piatto, percepiva sentimenti contrastanti, ma non era proprio in vena di subire una paternale.

In quel minuto di silenzio assoluto, entrambi sentivano di voler dire qualcosa.

Lui avrebbe voluto rammentarle che a volte rimangono in mente solo i ricordi belli e per quello che sapeva di loro probabilmente doveva stare attenta a non lasciare che lui la usasse di nuovo... e poteva sempre contare su di lui come amico.

Lei avrebbe voluto chiarire che, per quanto Mattia le avesse fatto del male, in realtà non lo odiava, ma non gli avrebbe concesso un'altra possibilità, non l'avrebbe data a nessuno per molto tempo.

Ma nessuno dei due aprì bocca.

"Ora si, vorrei essere da un'altra parte e non sentirmi giudicata da qualcuno che mi conosce appena e sa poco o niente di questa storia" bisbigliò sarcastica Y/N fra i denti, lasciando crescere dentro di lei una sensazione ostile.

Si alzò dal tavolo, prese le sue cose, e si diresse verso l'uscita.

Il Sig. Kim, proprietario del ristorante, ci rimase male perché lei insistette per pagare il conto, aveva visto i suoi occhi lucidi e semplicemente decise di dirle qualcosa di gentile: "Un antico proverbio dice: alla fine delle difficoltà arriva la felicità"

Lei lo guardò negli occhi e gli sorrise, ecco quello di cui aveva bisogno, delle parole gentili,  le sfuggì una lacrima mentre lo ringraziava sorridendo.

Dopo averlo salutato con un inchino, uscì velocemente.

Non si accorse che Yoongi la stava osservando dispiaciuto con le mani in tasca appoggiato allo stipite della porta della stanza in cui avevano cenato.

Il Sig. Kim si voltò verso di lui e gli fece un'espressione triste: "Caro Yoongi, anche a te serve un vecchio proverbio: se c'è simpatia che viene, c'è simpatia che va"

Il ragazzo deglutì abbassando gli occhi dandosi mentalmente dell'imbecille, ma quando li rialzò il Sig. Kim era già vicino a lui con due bicchieri e una bottiglia di soju: "Chiedi la strada anche se la sai, è un altro proverbio che mi è stato utile da giovane, vieni, parliamo un po', è tanto che non ci vediamo"

//Min Yoongi//  What about...me?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora