PENNA

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Restian

Questa ragazza mi farà diventare un completo imbecille, è quello che pensai mentre decisi di portarla al piano di sotto, in un luogo della casa a cui non aveva di certo fatto caso: la cantina di mio padre. Era piena di vini ma teneva un angolo con rum e whisky invecchiati.

Grazie a mio padre iniziai ad apprezzare il sapore del rum. Lui mi aveva spiegato come assaporarlo.

Demian, invece, era sempre stato più attratto alla spiegazione riguardo i vini. Non mi
stupirebbe se avesse utilizzato per lei una bottiglia di vino consigliata da mio padre.

Hellen entrò dentro la stanza e rimase incantata dalle botti, bottiglie di vino a schiera
selezionate per provenienza, anno e tipo. Un tavolo al centro e sedie attorno. I suoi occhi fecero un tour completo della cantina.
      
«Wow, è tutto così rustico» commentò. «Tuo padre è riuscito ad andare in Italia?»

D'istinto aggrottai le sopracciglia ed ero più che certo di aver sbarrato gli occhi almeno per un secondo prima di chiederle:
«Conosci mio padre?»

Ma poi collegai la bocca al cervello, e pensai che si... era chiaro che lo conoscesse già.

Lei annuì, lentamente. «Si, come conoscono tua mamma e tua sorella, Res.»  

Già... Avevo dimenticato che aveva conosciuto la mia famiglia con la persona sbagliata.
      
«Capisco... Comunque si, è andato in Italia ed è tornato oggi.»

«Mi fa molto piacere. Mi aveva detto che sperava di andare.»

In quale parte della casa di Demian te l'ha detto?

Quella conversazione stava iniziando a infastidirmi, perciò la troncai. «Che vuoi bere?»
        
Qualcosa mi diceva che aveva percepito il mio cambio d'umore. Sembrava meno entusiasta, come se ci fosse chiusa in se stessa. Perché portavo la gente a chiudersi sempre con me?

«Oh, mmm...» Si guardò attorno. Di certo i vini erano di più rispetto ad altre bottiglie. «Fai tu.»
     
«Ok.» Solo ok, Restian?

Hellen fece un sorriso, uno di quelli distaccati e imbarazzati per poi sedersi su una sedia. Io invece cercai qualcosa che non le ricordasse minimamente il sapore del vino.
     
«Hai qui il tuo rum preferito?»
   
Ascoltai la sua domanda mentre avevo toccato una bottiglia di whisky, pronto per agguantarla e farle provare qualcosa di nuovo, ma se preferiva qualcosa che le ricordasse me meglio ancora. «Si, lo vuoi?»
         
«Si, mi piace molto.»

Il rum o io, Hellen? «Zacapa sia allora.» Agguantai la bottiglia più costosa e due
tumbler, per poi sistemare tutto sul tavolo di legno.

Studiò per bene la bottiglia, o forse le mie mani, mentre la aprivo e versavo il liquido nei bicchieri. «A te.» Glielo porsi e lei ringraziò.
         
Il suo sguardo addosso mi stava calmando. Era l'argomento "Demian" a togliermela.

Bevve un sorso e anch'io, insieme a lei. Leccò le sue labbra. Avevano una bellissima forma, carnose sopra e anche sotto, più sopra, di un bel colore naturale. Avrei voluto essere quel rum che stava gustando con tanta lentezza.
        
«Ho detto qualcosa di sbagliato poco fa?» chiese, dopo attimi di silenzi.

No, tranquilla, al momento puoi anche dirmi che lo ami ancora, io vorrei baciarti lo stesso. «No» mi limitai.

Venimmo interrotti dal suono di una suoneria: la sua. «Che ore sono?» chiese mentre
prendeva il suo telefono dalla tasca.
          
Verificai l'ora dal mio orologio. «Quasi le otto.»

Noah e Abby - Noi attraverso loroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora