Hellen
Per prima cosa pensai che se mio padre avesse visto un ragazzo alto 1 metro e 90 girovagare per casa, mi avrebbe uccisa, e per seconda che avrei dovuto portare Restian in bagno per asciugarsi i capelli.
Una volta entrati, si poggiò vicino sul lavello guardando ogni mio movimento mentre agguantai il phon, inserii la presa nell'interruttore e glielo porsi.
«Cosa è questo profumo?» chiese.
«Il bagnoschiuma, credo.»
«Hai fatto la doccia?» Questa di certo non era una domanda che Restian da sobrio avrebbe posto, e io dovetti trattenere una risata.
«Si, poco fa.»
Sembrava inebriato da quel profumo, dalle mie labbra, non smetteva di guardarle anche se erano screpolate per i numerosi fazzoletti che ci avevo passato sopra soffiando il naso. Gli piaccio lo stesso così? Senza trucco?
Come se qualcuno gli avesse scioccato le dita sul viso, decise di cambiare obiettivo: il phon. Lo accese, voltandosi poi verso il vetro.
Io, invece, spostai i profumi e i trucchi poggiati vicino al lavello e mi sedetti lì, aspettando che i suoi capelli si asciugassero.
Non potevamo parlare perché non avremmo sentito le nostre voci a causa del rumore del phon, e perciò ci limitammo a guardarci.
Lui con le braccia alzate e le mani occupate dai capelli per cercare di dare una forma. Io con le mani aggrappate al marmo per evitare di acchiappargli il collo e baciarlo.
Non lo vedevo da quattro giorni, mi mancava, e dopo aver provato la paura di perderlo, volevo solo stringerlo a me per non farlo più scappare.
Le sue labbra sembravano così sole senza le mie. Volevo assaggiare un po' di rum. Fa male mischiare l'alcol con le medicine?
D'un tratto, puntò il phon verso la mia faccia portandomi aria calda e scombinando le mie ciocche ribelle. Chiusi gli occhi e non potei guardare il labiale ma sentii la sua voce nonostante il rumore del phon.
«A che stai pensando?» chiese.
Misi una mano davanti per pararmi. «Niente.»
Tornò a puntare l'aria su di sé «Bugiarda.» Capii ciò che disse dal labiale.
Dopo poco spense il phon, tolse la spina e me lo porse. Mentre arrotolavo la presa per posarlo, mirai i suoi capelli. «Quindi non gli metti nulla quando li sistemi.» Mi voltai per raggiungere il mobile dove tenevo anche la piastra. «Schiuma? Nulla?» continuai.
«Hai pensato attentamente a cosa potessi mettere sui miei capelli?» Non vidi la sua faccia perché stavo di spalle, ma riuscii a percepire il suo tono pungente.
Beccata. Posai il phon e lo raggiunsi. «Si» risposi, infine.
«Mh...» Gli occhi di Restian, quella sera, mirarono troppe cose di me, per troppo tempo, tanto da dare vita a silenzi necessari ma per nulla imbarazzanti. Quegli occhi avevano scelto di focalizzarsi sui miei capelli. «A te sta bene la treccia.» Infine aggiunse: «Ma cosa non ti sta bene?»
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Noah e Abby - Noi attraverso loro
ChickLitHellen non crede che possa esistere un amore come quello descritto nei libri - o meglio - il suo romanzo rosa si è trasformato in drammatico dopo la rottura con il suo primo amore. Appassionata di scrittura, adesso, vive nel blocco più totale: dell...