Hellen
Aprii gli occhi a causa della luce solare che attraversava la finestra posta alle spalle del divano; colpiva il mio viso, mentre quello di Demian, invece, era ben riparato.
Sapevo già che posizione aveva scelto durante la notte: il viso poggiato sull'incavo tra il mio collo e la spalla, nascosto tra i miei capelli; mi chiedevo spesso come facesse a respirare.
Cercando di essere più delicata possibile, mi spostai leggermente per cercare di poggiare la sua testa sul braccio del divano.
Per sostituire il mio corpo e far si che non curvasse il collo, agguantai i cuscini posti un po' sparsi sul divano e li sistemai accanto a lui.
La prima cosa che fece fu abbracciarli e accucciarsi su di essi come se... fossi io.
Cercando di non soffermarmi troppo sul suo viso addormentato e rilassato, sgattaiolai dal mio posto a sedere, sistemandogli poi la coperta fino alle spalle.
Andai in cucina per bere un bicchiere d'acqua, poi mi diressi nel sottoscala dove avevamo sistemato un piccolo bagno. Lavai la faccia, i denti e pettinai i capelli, sperando che presto quegli occhi gonfi sparissero.
Tornai in cucina per agguantare il termometro posto ormai come centro tavola e misurare la febbre, sperando che fosse sparita anche quella.
Mentre aspettavo il timer, scostai la tendina
dalla piccola. Mirai il tempo: stava piovendo.La temperatura era scesa perciò avrei preso le ultime medicine. Mi toccava mangiare qualcosa. Agguantai una busta di biscotti, la aprii e ci ficcai dentro una mano per estrarne uno, dopo essermi seduta al tavolo.
Nel completo silenzio, mi chiesi se dovessi contattare Restian e spiegargli la situazione, ma poi l'arrivo di un messaggio da parte di Elizabeth mi fece cambiare rotta.
Buongiorno tesoro,
quando ti svegli potresti
chiamarmi?
7:32Digitai il suo nome per chiamarla, lasciando quel biscotto di nuovo dentro la busta; non c'era tempo per mangiare e neanche la voglia. Solo uno squillo.
"Hellen... ciao." La salutai anch'io.
Secondi di sospensione.
"È ancora con te?" chiese.
«Si, sta dormendo.»
"Cosa è successo?"
Le spiegai tutto e lei non rispose subito. Sembrava che avesse allontanato il telefono perché il suono era ovattato. Avrei scommesso ogni cosa che i suoi occhi si riempirono di lacrime per la paura di rifare tutto daccapo.
«Elizabeth?»
Sentii un suono disturbato che poi divenne nitido nel momento in cui, di sicuro, aveva poggiato il telefono all'orecchio.
"Si, tesoro, scusami, sono in linea."
La sua voce rotta ruppe anche me.
«Beth, credo che abbia bevuto un po' troppo perché era capodanno. Sono sicura che... non accadrà più.» in realtà lo speravo.
"Devo chiedertelo... gli hai chiesto tu di venire a casa tua?"
«No, certo che no.» sbarrai gli occhi mentre risposi. Forse pensava che se gliel'avessi chiesto io sarebbe stata una giusta giustificazione perché sarebbe venuto all'istante, a prescindere da tutto.
STAI LEGGENDO
Noah e Abby - Noi attraverso loro
ChickLitHellen non crede che possa esistere un amore come quello descritto nei libri - o meglio - il suo romanzo rosa si è trasformato in drammatico dopo la rottura con il suo primo amore. Appassionata di scrittura, adesso, vive nel blocco più totale: dell...