GIRASOLE

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Restian
Sei mesi dopo

Lessi il libro di Demian e mi presi in giro da solo. Ciò che aveva scritto colpiva me, non immaginavo Hellen. Avevo davvero pensato di poter essere all'altezza del loro amore, che stupido.

Hate me, my love stava andando alla grande e i lettori amavano i due protagonisti, ma ancor di più gli scrittori. Avevano già dato l'annuncio del secondo, scritto da Hellen e, come previsto, tutti impazzirono.

Il mio cuore, invece, impazziva quando sentivo le loro parole dopo alcune domande fatte in fiera o nei firmacopie. Si guardavano con occhi che solo nei libri avrei saputo descrivere, ma loro erano fin troppo reali. Qualcosa che potevo solo immaginare nella fantasia e non comprendere nella realtà.

E poi c'erano i social: le foto, le cene, calici di vino, l'estate passata dalla nonna di Demian. Tanti mazzi di lavande con carta avana e nastro lilla. "Perché le lavande?" Mi ero chiesto più volte. Lui era visibile nei social di Hellen. Accecante. Erano tornati ad amarsi ad alta voce.

Io, in silenzio, ero scomparso. Lasciai il corso di scrittura per i troppi impegni legati al mio libro; sapevo che Hellen aveva fatto lo stesso. Mi imposi di non andare nella libreria che più adoravo capendo che mi piaceva così tanto per la commessa.

Eppure, quel quindici settembre, a una settimana di distanza dalla pubblicazione del mio libro, decisi di soffermarmi sulla vetrina del Book in love.

Volevo sapere se quella commessa l'avesse sistemato in vetrina. Era lì,  accanto a quello di Demian perché al momento tutti avevano il suo libro in vetrina. Non sapevo se l'avesse sistemato lei stessa, non sapevo nemmeno se ci lavorasse ancora.

Guardai il cielo grigio: la pioggia stava diventando più fitta. Decisi di continuare la mia passeggiata. Il mio ultimo sguardo a quella vetrina piena di goccioline, fu la mia condanna.

Hellen era lì. Una bambina stava per cadere sul totem che annunciava la data di uscita del mio libro e lei l'aiutò, per poi raddrizzarlo. Le sue dita sfiorarono l'immagine della mia copertina. Infine, sistemò qualche copia messa fuori posto, per poi sedersi sul suo solito tavolo.

365 giorni fa, guardai Hellen Glanville leggere un libro chiedendomi cosa ci facesse lì nel suo tempo libero.

Amava quel posto. Ci passava i pomeriggi nonostante ci lavorasse di giorno.
Perché lei era così, dava amore ai suoi posti preferiti, non li cambiava. Stessa cosa faceva con le persone.

Un anno fa, aveva staccato lo sguardo da un libro - scoprendo poi che si trattasse di quello che vedeva come protagonisti Noah e Abby - aveva alzato la testa e aveva perso lo sguardo a mirare le goccioline che scendevano dalla vetrina.

Aveva lo sguardo triste, e mi ero chiesto a cosa stesse pensando, cosa stesse leggendo.

Ora mi stavo ponendo la stessa domanda.
Cosa sta leggendo?

Questa volta, però, non staccò lo sguardo dalle pagine. Stava sottolineando o scrivendo qualcosa sopra quella copia. Non riuscivo a vedere bene, ero troppo lontano.

Come un anno fa, non ci pensai due volte, entrai in libreria. Ascoltai il suono dell'acchiappasogni. Chiusi il mio piccolo l'ombrello, condiviso anche con lei in una giornata di pioggia, e camminai, fino a raggiungere quel tavolo.

Noah e Abby - Noi attraverso loroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora