INDELEBILE

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Hellen

Dopo settimane in cui lo pregai, Restian si convinse a farmi leggere un capitolo del suo romanzo.

Ne scelse uno in particolare: quello in cui i due protagonisti facevano l'amore per la prima volta. Lo lessi seduta al solito tavolo in libreria mentre sentivo i suoi occhi addosso. I miei, però, erano incantati da ciò che aveva scritto.

«È così bello da odiarti. Non avrò mai speranza contro di te» ridacchiai dopo aver chiuso il file e il suo Macbook.

Fece spallucce. «Colpa tua che mi hai dato una grossa mano.»

Si era ispirato a me? Alle nostre notti? «Potrebbe allora diventare il mio nuovo libro preferito.» Mi sporsi verso di lui e gli diedi un bacio morbido sulle labbra.

«Piccioncini, stasera c'è la serata "Write and Read" al Poetry, che dite se andiamo?»

Quel tavolo divenne per quattro dopo che Candace prese un caffè con Terence alla fine del suo turno.

«È già tanto che sono entrato in una libreria senza prendere fuoco» disse l'amico mentre prendeva una sedia e si sedeva insieme a noi. «Non mi avrete mai in quelle serate.»

Il pub portava quel nome per un motivo: serate dedicate alla poesia. Sistemavano un palchetto con microfono, leggio e la gente improvvisava qualcosa da recitare in base al tema scelto.

Non andavo da tantissimo tempo e mi mancava quell'atmosfera magica. Ascoltare i pensieri della gente lo era. Ascoltare Demian lo era. Andavamo sempre insieme, io dedicavo qualcosa a lui e lui a me.

«E poi abbiamo due appuntamenti più tardi, allo studio» continuò.

«Di sera?» chiesi, cercando lo sguardo di Restian.

Lui annuì. «Due nostri amici lavorano fino a tardi, e la sera è l'unico momento libero che hanno. Ci pregano da prima di Natale.»

«Andiamo noi?» chiese Candace.

«Per me va bene.»

«Guarda come ci snobbano» ci indicò Terence. «E noi che volevamo invitarle allo studio.»

«Davvero?» domandai con entusiasmo.

Restian mirò l'amico e, con un sorriso, mi diede una risposta affermativa. «Se volete possiamo andare adesso.»

Mi bastò guardare gli occhi interessati di Candace per accettare.

«Bene, chiamo Adele allora, così a lei faccio il tatuaggio adesso» disse Terence.

Dopo settimane, io e quella ragazza, non avevamo ancora instaurato un rapporto. Una volta usciti dalla libreria, la trovammo davanti la porta dello studio mentre fumava una sigaretta. Scendemmo dalla macchina e ci salutammo.

Quando entrammo dentro, e Terence accese le luci, non ebbi neanche il tempo di ammirare quello studio colorato sui toni del bianco, rosso e nero, che la voce di Adele attirò la mia attenzione. «Res, secondo te farà più male sullo sterno o sulle costole? Non so ancora dove farlo.»
«Che cambia? Tanto Terence ti farà male comunque» ridacchiò insieme all'amico.

Noah e Abby - Noi attraverso loroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora