Hellen
Nonostante fosse pomeriggio inoltrato, non trovai le parole giuste per spiegare la situazione a Restian. Gliene avrei parlato quella stessa sera visto che mi aveva invitata a casa sua.
Avrebbe organizzato una festa con i suoi amici, e perciò gli chiesi se potessi portare Candace. Volevo fargliela conoscere e in più, dopo ciò che era successo con Demian, avevo bisogno di lei; le avevo già raccontato tutto per telefono.
Iniziai a prepararmi con l'ansia attaccata allo stomaco e tanti pensieri in testa: come devo dirglielo? E se hanno già parlato? Le loro case erano praticamente attaccate.
Una volta pronta, mi guardai allo specchio. Mancava qualcosa: una collana. Intrufolai le mie mani sul portagioie e scelsi una catenina a girocollo. Nessun ciondolo, nessuna luna.
Salutai i miei dopo il loro ritorno dicendo che non ci sarei stata per cena, e uscii fuori. Mi chiusi la porta alle spalle e sospirai, pensando che poche ore fa quello spazio era stato occupato da Demian e l'asfalto dalla sua macchina.
La preoccupazione nel vederlo quella sera, di avere un'altra sua reazione, davanti a Restian, mi portava ansia, quasi da volerci ripensare e rimanere a casa.
Allontanai quel pensiero, pronta per affrontare la situazione, qualunque essa fosse. Non avrei rovinato il presente per il passato, di questo ne ero certa.
Sarei andata a piedi, eravamo a casa sua e mi dava fastidio l'idea che dovesse prendere la macchina e spostarsi per me, nonostante me l'avesse proposto. Camminare mi aiutava a scaricare la tensione, allenare il cuore per ricordarmi che era ancora vivo, che batteva, nonostante a volte lo sentissi morto.
Quando raggiunsi il quartiere di Demian - no, anzi, di Restian - l'ansia aumentò, ancor di più quando vidi Stephen e Oliver dialogare tra il cancello dell'uno e dell'altro. Non ero pronta a parlare anche con loro.
Gli occhi cerulei del signor Moss mi colpirono, pronto a salutarmi. «Hellen, ciao.» Mi diede un mezzo abbraccio. «Anche tu qui?»
Si, ma non per tuo figlio. Come rispondo? Non rispondo. «Ciao, buon anno!» dissi con entusiasmo.«Hellen! Come stai? Non ti vedo da tanto!» Mi salutò anche Oliver, dandoci un abbraccio.
«Ciao!» Allontanandomi divenni più attenta al suo aspetto: lui e Restian si somigliavano molto, anche se i suoi capelli erano più chiari.
«Io bene, tu?»
«Anche» rispose, anche se le mie orecchie diedero maggiore ascolto alla macchina di Restian.
Posteggiando, notai Adele sul sedile davanti. Era andato a prenderla a casa? È una cortesia che riserva a tutti?
In lontananza sentii Restian dire ad Adele di entrare dentro per raggiungere gli altri, mentre si avvicinava verso la nostra direzione.
Salutò Stephen, infine guardò me e suo padre. Non mi riservò nessun trattamento speciale, ma lo capivo, eravamo davanti a suo padre e sicuramente non sapeva nulla di noi.
Stephen gli diede una pacca sulla spalla e io mi soffermai sulla sua espressione, sembrava adorare quel ragazzo. A Demian diceva che Restian era molto più bravo di lui a scrivere, che aveva più tecnica.
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Noah e Abby - Noi attraverso loro
ChickLitHellen non crede che possa esistere un amore come quello descritto nei libri - o meglio - il suo romanzo rosa si è trasformato in drammatico dopo la rottura con il suo primo amore. Appassionata di scrittura, adesso, vive nel blocco più totale: dell...