"DYLAN"

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Hellen

Molti studenti stavano ancora in giro per i corridoi e non si stupirono del nostro abbigliamento, ero io quella che guardavo tutti e tutto con la bocca schiusa. Oxford era davvero stupenda, sembrava di stare ad Hogwarts.

«Hellen, da questa parte.»

Demian si posizionò davanti a una grande porta aspettando che salissi le scale. Lo raggiunsi e sbirciai dentro notando troppe persone. Percepì la mia esitazione, perciò mi porse il palmo. «Dai, entra con me.»

Aspettava che gli stringessi la mano. In quel momento di ansia, sembrava la cosa più rassicurante del mondo, perciò mi aggrappai a lui avvolgendogliela.

Incastrò le dita alle mie e, guardando il nostro contatto, mi chiesi a quanti altri incontri avremo preso parte dopo il lancio del mio e del suo libro. Avrei avuto sempre bisogno del suo sostegno? Lui sapeva ancora come tenermi in piedi.

Entrò lui per primo e io mi limitai a seguirlo. Venni sommersa dal vocio delle persone, da scaffali di libri, lunghi tavoli di legno scuro con sopra lampade e piccoli aggeggi per ricaricare i cellulari o i computer. Ammirai con i miei stessi occhi ciò che potevo vedere solo tramite le videochiamate o le foto di Demian.

Mi passò accanto un ragazzo con un vassoio in mano, alcuni con flûte pieni di champagne e in altri finger food.

«Tutti loro studiano qui, e si trovano in questo evento per sperare di parlare con qualcuno di importante» mormorò vicino al mio orecchio. «Voleva partecipare anche Florence perché non ha avuto il tempo di mandare nessun manoscritto a Eugénie per la gara, ma alla fine si è tirata indietro sperando di poterci provare un altro anno, se organizzeranno qualcosa.»

Assimilai quelle informazioni e il suo buon profumo.

«Bonsoir!»

Grazie al saluto di Eugénie, mi ricordai di tenere ancora la mano ancorata a quella del mio ex. Stroncai immediatamente quel contatto.

Mi voltai verso di lei per salutarla e nel frattempo per mirare il suo tubino nero lungo fino alle ginocchia e il foulard annodato al collo di colore verde smeraldo, oro e bianco.

«Wow, che bella» disse mentre mi dava due baci sulle guance e accarezzava la mia schiena.

«Anche tu!» Il mio complimento venne accavallato dalla voce di Demian, che fece a me un complimento. «E non l'hai vista senza trucco.»

Gli lanciai dei fulmini con lo sguardo. Perché doveva sempre mettermi in imbarazzo?

«Oh Signore!» sospirò, alzando gli occhi al cielo per poi rivolgersi direttamente a me. «L'ha scritto così tante volte nella sua prima bozza che gli ho dovuto dire di cancellare qualche parte.»

Tornò a Demian. «Lei è più brava a non ripetersi, eh.»

Lui mise le mani avanti. «Infatti l'ho sempre detto che lei è più brava di me.»

Iniziavo già a sentire le guance prendere colore, e la situazione peggiorò quando chiese:«Cosa dice di me? Ne ha dette di cose belle?»

Il mio "Dylan".

Eugénie mirò me, facendo un sorriso caloroso e comprensivo. Lei, oltre Candace, aveva letto tutto il mio libro e quindi sapeva quanto nostalgico fosse.

Noah e Abby - Noi attraverso loroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora