CALABRONI

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Hellen

Si... Le persone sono indelebili, soprattutto quelle che vanno via per sempre e non possono più tornare.

«Elizabeth, ciao...»
«Ciao tesoro... Volevo solo dirti che...
nonna Sophia è morta.»

Ora mi era chiaro il motivo per cui Demian si trovasse qui.

«Scusami se ti chiamo in questa circostanza ma credevo volessi saperlo» continuò.

Mi feci dire luogo e orario della messa. «A più tardi, allora.»

«A più tardi tesoro...» Sembrava distrutta. Ora mi era chiaro il motivo per cui Demian si trovasse qui.

Dopo aver chiuso la telefonata, aprii i messaggi di Restian.

Hellen, hai saputo?

Aveva scritto. E ora io risposi:

Si. Mi ha appena avvertita Elizabeth.
Io andrò Res, ok?

Non devi neanche chiedere.
Ho già fatto le mie condoglianze a
Elizabeth e Stephen.
Io non ci sarò, ok?

Non devi neanche chiedere.

Risposi, con gli occhi annebbiati. Dopo aver finito il turno ed essermi recata a casa per sistemarmi, un unico pensiero mi accompagnò per tutta la giornata: non avevo mantenuto la promessa. Non andai più a trovare nonna Sophia, e il tempo non mi avrebbe restituito minuti per rimediare. Era troppo tardi.

«Sei pronta?»

Ascoltai la voce di mia madre provenire dal piano di sotto. Sistemai il mio vestito in maglia nero e, guardandomi allo specchio pensai che, no, non ero pronta. «Si!»

Arrivammo al cimitero; anche i miei genitori vennero con me. Mi sbrigai a entrare come se volessi sbrigarmi per cercare di arrivare in tempo, per riuscire ad abbracciarla per l'ultima volta.

Ma quello che mi restava era un mazzo di lavande in mano da portarle e niente più.

Non potevo più ricevere un suo "grazie" detto sottovoce e accompagnandolo con un sorriso che accentuava le sue rughe.

Non potevo più vedere le sue unghie curate e l'anulare sinistro abbellito dal suo anello nuziale - che non aveva mai tolto, neanche quando suo marito era morto -, mentre le sistemava su un vaso di ceramica con disegni sui toni del lilla.

Quelle immagini potevano rimanere solo nel cassetto dei miei ricordi, che diventava sempre più pieno.

Le mie Mary Jane si inzupparono sull'asfalto bagnato, come anche i miei occhi continuarono a farlo, nascosti da degli occhiali da sole.

Arrivai al cimitero, e oltrepassai le lapidi di tante persone che avevano già ricevuto i pianti dei loro cari. Anche i miei, perché i miei di nonni erano già morti, tutti. E anche se non era geneticamente possibile, oggi, era morta la quinta, perché un po' nonna la sentivo; l'ultima che mi era rimasta.

Raggiunsi lo spazio dedicato alle cerimonie. Sedie bianche davanti e al lato destro della bara. Su di essa una ghirlanda di gelsomini bianchi e lavande perché nonna Sophia le amava.

Una volta, mentre sistemava il piccolo angolo di lavande nel suo giardino, mi disse:
"Lo sai che le lavande sono sempre piene di calabroni?"

Noah e Abby - Noi attraverso loroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora