CAPITOLO 20

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FEDE'S POV
Le giornate andavano sempre migliorando, in tutti i sensi. Joe e Mar si erano finalmente detti il Ti Amo tanto atteso, risolvendo tutti i loro problemi, io e Nick andavamo sempre d'accordo e i nostri amici erano felici come noi, forse anche di più.

"Tom, secondo te vedremo i delfini mentre attraversiamo l'Oceano? Gli altri non mi credono" si lamentò Sophie.

"Ma certo, piccola. Magari adocchiamo anche qualche balena; e già che ci siamo tutti i pesci esistenti" la canzonò il suo ragazzo.

"Ma perché non avete fiducia in me? Ho letto a scuola che nell'Oceano Atlantico si possono vedere molti gruppi di delfini"

Proprio mentre finì la frase, io, appoggiata sulla ringhiera della nave, scorsi qualcosa che si stava avvicinando a noi; misi bene a fuoco e capii che la mia amica non si sbagliava.

"Sophie, hai ragione! Guardate laggiù!" esclamai.

Gli altri seguirono il mio dito e si meravigliarono anche loro di quanti esemplari si stessero approssimando alla nave. Anche gli altri turisti, sentendo le mie parole, si avvicinarono alla ringhiera, godendosi lo spettacolo e scattando foto da tenere come ricordo.

"Ve lo avevo detto! Ora sono arrabbiata con voi" mise le braccia conserte, fingendosi offesa.

"Eh dai, Soph, stavamo scherzando! Non prendertela... o sarò costretta a buttarti in piscina, anche ora che non puoi" ammonì Sam.

"Okay, va bene; siete perdonati. Ma solo perché vi voglio bene"

Ritornammo a sdraiarci sui lettini, riprendendo quello che stavamo facendo prima dell'arrivo dei delfini.

"Ragazzi sentite qua che bella frase" disse Leo, ripetendo una frase sul libro che stava leggendo "Un semplice atto di gentilezza, può smuovere il più vasto degli oceani, come un ciottolo nell'acqua, che, se viene buttato in acqua, crea un'onda. Vero che è bellissima?"

"Crea un'onda... crea un'onda... ma certo!" mi venne un'illuminazione "Grazie mille, Leo. Scusatemi, ma vado in cabina che ho un'idea per una canzone. Ci si vede dopo"

Così andai nella mia camera, presi foglio e penna, la mia chitarra e iniziai a comporre una melodia orecchiabile, seguita dalla stesura delle parole.

NICK'S POV
La mia fragola era andata a scrivere una canzone, probabilmente la frase di Leo doveva averle fatto scattare la sua vena creativa; ero assolutamente sicuro che anche quella sarebbe stata magnifica.

Dopo un paio d'ore, passate a prendere il sole e parlare del più e del meno, vedemmo finalmente Fede farci segno di andare nelle aule di musica; quindi ci alzammo e la seguimmo. Lei si posizionò, come sempre, davanti a noi, prese la chitarra e iniziò a suonare.

They say the beat of a butterflies wings,
can set off a storm a world away
What if they're right and the smallest of things,
can power the strongest hurricane
What if it all begins inside
We hold the key that turns the tide

Just a pebble in the water
Can set the sea in motion
A simple act of kindness
Can stir the widest ocean
If we show a little love
heaven knows what we could change
so throw a pebble in the water
Make a wave, Make a wave
Make a wave, make a wave

The single choice to take a stand
And reach out your hand to someone in need
(help somebody)
Don't fool yourself and say you can't
You never know what can grow
from just one seed
so come with me and seize the day
this world may never be the same

Just a pebble in the water
Can set the sea in motion
A simple act of kindness
Can stir the widest ocean
If we show a little love
Heaven knows what we could change
so throw a pebble in the water
Make a wave, Make a wave

Make a wave, make a wave
Make a wave Yeah
Show a little love make a wave, seize the day yeah
make a wave, heaven knows what we could change
So let's show a little love, you never know what we can change
So throw a pebble in the water
Make a wave, make a wave.

Nessuno aveva parole per descrivere questa sua composizione, era fantastica e non avevamo alcun commento. Davvero, non sapevo proprio come faceva a scrivere canzoni del genere nel giro di qualche oretta.

"Amore, tu hai un dono nato, fattelo ripetere" andai a baciarla.

La sfortuna, però, fu che arrivò Crystal a rovinare tutto; mi stava ancora simpatica, ma preferivo di gran lunga la felicità della mia ragazza. Quest'ultima, appena vide la bionda, fece una smorfia e roteò gli occhi, provando ad ignorarla.

"Crystal, cosa vuoi? Sai che non sei la benvenuta tra noi" sputò Joe.

"Oh, volevo solo parlare con Nick"

"Beh, magari dopo; ora non posso, anzi, non può nessuno di noi, dobbiamo andare a cenare. Con permesso" risposi.

Quindi ce ne andammo, lasciandola lì; poi salutammo i nostri amici, per poi dividerci nelle nostre cabine e prepararci per la sera.

"Secondo te cosa deve dirti Crystal?" mi chiese mio fratello, intento ad abbottonarsi la camicia.

"Non ho la minima idea, ma spero niente di importante. Non voglio ancora litigare con Fede"

Quando finimmo di vestirci, andammo a bussare alle ragazze e, con loro, ci recammo al ristorante; durante la cena parlammo un po' con mamma e papà su come fosse andata la giornata, omettendo però l'incontro con Crystal. Ero felice che loro ci capivano e ci aiutavano, ma a volte volevo avere più privacy, quindi non dicevo loro alcune cose.

Era arrivata l'ora di parlare con Crystal ed ero abbastanza nervoso; non sapevo nemmeno il perché, ma avevo una strana sensazione. Mi allontanai dai miei amici e andai dalla ragazza, che mi stava aspettando nelle aulette musicali. Aveva il classico sorriso stampato sul volto, e di certo non mi rassicurava.

"Dimmi tutto" iniziai, rompendo il ghiaccio.

"Volevo solamente dirti che sono davvero felice per te e Federica, anche se, devo ammetterlo, avrei tanto voluto essere io al posto suo"

"Cry, ne abbiamo già parlato: sei carina, ma non sei il mio tipo, io amo Fede"

"Lo so, tranquillo. Solo che tu mi piaci lo stesso, non posso fare finta di niente"

Poi successe tutto così in fretta: subito Crystal poggiò le sue labbra sulle mie. Non volevo assolutamente tutto ciò, ma la ragazza mi teneva troppo forte per permettermi di spostarmi; e le sue labbra, da quanto non sentivo il suo sapore, le sue mani intrufolarsi ne miei ricci.

Inconsapevolmente ricambiai il bacio, approfondendo quel contatto. Ma non avrei mai dovuto farlo. Fede era lì, che ci stava guardando, con un'espressione che non avrei mai voluto vederle sul viso. Le sue guance erano percorse da lacrime amare e i suoi occhi si erano spenti, non donavano più luminosità.

Mi allontanai con uno scatto da Crystal, provandomi a scusare con la mia fragola.

"Fede, amore..."

"No! Non chiamarmi amore! Tu, tu sei solo uno stronzo!" mi urlò contro.

"No, ti posso spiegare..." mi interruppe un'altra volta.

"Cosa?! L'hai baciata davanti ai miei occhi, e non provare a negarlo! Non posso crederci, avevi detto di amarmi..."

"Ma io ti amo!" cercai di avvicinarmi a lei, ma si scansò subito.

"Non toccarmi! Non parlarmi più, scordati della nostra amicizia, di tutto quello che c'è stato tra noi due!" e scappò.

Dire che ero devastato era poco; ero stato veramente uno stronzo, di quelli grandi. Dio, come avevo potuto fare davvero una cosa del genere?! E non volevo nemmeno. Cry provò a consolarmi, ma la cacciai.

"Vattene, è tutta colpa tua! Come ho fatto a crederti? Sono solo un coglione, vaffanculo"

"Beh, sappi che io ci sono per qualsiasi cosa"

Mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò, lasciandomi solo a pensare alla cazzata che avevo appena fatto.

Best Friends? ...Maybe something more. [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora