CAPITOLO 26

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FEDE'S POV
Entrati nella stanza, ci sedemmo, uno di fronte all'altra, e aspettai che dicesse qualcosa.

"So che mi detesti per... beh, per quello che è accaduto. Ma devi sapere che io ti amo ancora, non ti ho mai smesso di amare; e forse questa canzone non servirà a nulla, forse dopo averla sentita mi darai uno schiaffo, come del resto merito, ma almeno dovevo provarci"

Restai in silenzio, molto probabilmente perché ero troppo agitata, nervosa, per pronunciare una parola; quindi gli accennai di iniziare e una melodia fin troppo conosciuta per i miei gusti si propagò per l'auletta.

Broken hearts and last goodbyes,
Restless night but lullabies
Helps make this pain go away.
I realize I let you down,
Told you that I'd be around,
Building up the strength just to say:

I'm sorry
For breaking all the promises that I wasn't
around to keep.
It's all me,
This time is the last time
I will ever beg you to stay
But you're already on your way.

Filled with sorrow, filled with pain,
Knowing that I am to blame
For leaving your heart out in the rain.
And I know you gonna walk away,
Leave me with the price to say,
Before you go I wanted to say:

That I'm sorry
For breaking all the promises that I wasn't
around to keep.
It's all me,
This time is the last time
I will ever beg you to stay
But you're already on your way.

I can't make it alive on my own
But if you had to go, then please girl
Just leave me alone,
'Cause I don't wanna see you and me
Going our separate ways.
Begging you to stay,
If it isn't too late.

I'm sorry
For breaking all the promises that I wasn't
around to keep.
It's all me,
This time is the last time
I will ever beg you to stay
But you're already on your way,
But you're already on your way.

Mi stava chiedendo perdono nel modo più umile che si potesse fare, e lo trovavo così dolce, ma anche determinato; d'altronde, mi aveva detto che questa era l'ultima volta che mi chiedeva di restare, di non abbandonarlo, di poter ritornare ciò che eravamo prima.

La parole mi avevano veramente molto colpito, dovevo ammettere che era un buon compositore, per essere la prima volta. Però c'era qualcosa, la melodia mi pareva familiare. Poi capii.

"Hai rubato un mio spartito" constatai.

"Non era la frase che mi aspettavo di sentire" mugugnò, per poi spiegarsi "È vero, è tuo; ma non avevo altra scelta. Tra pochi giorni finisce la crociera, e non sarei mai riuscito a comporre una mia melodia"

In effetti aveva ragione, se fossi stato in lui avrei fatto la stessa cosa; questo suo gesto significava anche che teneva veramente a me, non era solo una frase fatta quel ti amo. Ma ancora non mi convinceva.

Lui, così, notando che non c'era alcun accenno da parte mia, tirò fuori dalla tasca una scatolina e la guardò; dopo una manciata di secondi, annuì e si sedette accanto a me, mostrandomela.

"Volevo regalartelo al tuo compleanno, ma penso che sia più opportuno donartelo ora"

Non sapendo come comportarmi, presi in mano l'oggetto e lo fissai per un po', pensando a cosa potrebbe esserci dentro; poi girai lo sguardo verso il riccio, che mi guardava con impazienza e agitazione, quindi aprii il cofanetto.

Rimasi allibita, non potevo crederci a quello che mi aveva regalato; era un gesto meraviglioso, un che rispecchiava totalmente noi due.

Mi rigirai tra le mani la collana d'oro, credendo che quello fosse solo un sogno; il ciondolo era quello che mi colpiva maggiormente: un cuore, forse banale per molti, ma con inciso da un lato Best Friends? e dall'altro ...Maybe something more.

"Dimmi qualcosa, ti prego" mi supplica.

"È che... non so cosa dire" affermo, con la voce leggermente incrinata.

"È positivo?" ridacchia, probabilmente per lo stress.

"Più di quanto tu possa immaginare" dico, guardandolo negli occhi.

"Quindi significa che..." non lo lascio finire.

"Non ho mai smesso di amarti nemmeno io; ma ero troppo amareggiata per perdonarti così facilmente"

"Fede, io..." ancora una volta lo blocco.

"Zitto e baciami" dico, prima di suggellare il momento con un tenero e tanto atteso bacio.

Mi erano mancate quelle labbra, più di quello che pensavo; le sue mani sui miei fianchi e le mie tra i suoi capelli mi faceva completamente andare in un mondo parallelo, stavo impazzendo, ed era una sensazione fantastica.

"Ti amo"

"Anche io ti amo, Nick. Mi sei mancato"

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L'ultimo giorno di crociera era arrivato, stavamo aspettando l'okay per poter scendere dalla nave. Nel frattempo ci eravamo tutti riuniti ai divanetti della hall, ognuno con i rispettivi genitori.

I nostri amici, quando sentirono che io e Nick eravamo tornati insieme, esultarono forse più dei sottoscritti; erano veramente felici per noi.

"E così tra poco tutto questo sarà finito" mugolò Sophie.

"Mi mancherete tantissimo, ragazzi" disse poi Tom.

Era brutto dirsi addio, soprattutto dopo le avventure passate, i giorni trascorsi insieme e le emozioni condivise. Abitavamo dall'altra parte dello Stato, era praticamente impossibile rivederci.

"Potremmo fare delle mega chiamate su Skype, organizzare una gita a New York la prossima estate; insomma, un modo troveremo per poterci rivedere" propose Joe, ottimista.

Annuimmo tutti, anche se un po' malinconici. Quindi gli altoparlanti annunciarono che si poteva scendere, così, a malavoglia, ci salutammo.

Sembrava un free-hugs, da quanti abbracci ci scambiavamo, e forse avremmo continuato ancora, se i loro genitori, Denise e Paul non ci avrebbero detto di andare. Così, con gli occhi arrossati dal pianto, ci separammo.

Mentre toccavo terra, dopo settimane, non pensavo più a quanto mi sarebbero mancati Sophie, Tom, Leo e Samantha, bensì all'incredibile mese appena trascorso, che ci aveva cambiati, ci aveva fatto maturare, diventare più sicuri di noi stessi.

Guardai Nick, poi le nostre mani intrecciate, e sorrisi. Eravamo migliori amici? Beh, forse qualcosa di più.

Best Friends? ...Maybe something more. [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora