CAPITOLO 16

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JOE’S POV

Stemmo tutta la mattinata in piscina a ridere e a scherzare. Mentre eravamo sui lettini, vedevo che Mar adocchiava qualche ragazzo carino che passava di lì; ero geloso? Mi costava ammetterlo, ma si, ero geloso. E anche tanto. Così la presi e la portai lontano dai nostri amici.

“Joe, che succede?”

“Oh, a me niente; a te invece? Sono belli i ragazzi che passano?”

“Ma di che cosa stai parlando?”

“Del fatto che guardi altri ragazzi mentre sei fidanzata. Non ci posso credere, cavolo; sul serio, pensavo non fossi così, ma evidentemente mi sbagliavo. E di grosso”

“Joe, ma cosa stai dicendo? Non è quello che pensi”

“A no? E cosa stavi facendo? Perché a me sembra che tu stavi guardando tutti, e dico tutti, i ragazzi che scorrevano davanti alla tua visuale. Dai, ora dimmi cos’è che stavi facendo”

Lei abbassò lo sguardo.

“Come non detto” sussurrai.

Poi la lasciai lì, con un’espressione triste e affranta, e ritornai dai miei amici.

“Joe, è successo qualcosa?” chiese premurosa Fede, vedendo il mio volto arrabbiato.

“Sono geloso; e Mar di certo non mi aiuta”

“Se vuoi le vado a parlare”

“No Fede, tranquilla” e rivolgendomi a tutti “Sentite, io sto poco bene, vado in cabina; se volete andare a mangiare, non aspettatemi”

Quindi scesi di qualche ponte con l’ascensore, entrai nella mia camera e mi buttai a peso morto sul letto, con la faccia rivolta verso il cuscino; feci un piccolo urlo di disperazione e mi misi supino, guardando il soffitto.

Non volevo credere che la mia ragazza fosse veramente così; certo, io avevo avuto tutte le ragioni ad essere arrabbiato, ma forse ero stato un po’ troppo duro con lei. D'altronde, era successa la stessa cosa dell’altro giorno: lei era gelosa per quello che avevo detto della ragazza della discoteca, mentre in questo momento i ruoli erano capovolti.

Ma io non sarei andato da lei, non era certo mia la colpa.

MAR’S POV

Si, può darsi che avevo fatto una gran cazzata. Ma che dico? L’avevo fatta veramente; e una di quelle stratosferiche.

Ci stavo malissimo, ero proprio una stupida; ma perché diamine l’ho fatto?

Joe aveva avuto tutte le ragioni del mondo ad arrabbiarsi ed io mi ritrovavo in piedi come uno spaventapasseri a rimuginare su quello che era appena successo.

Fede, Sophie e Sam mi si avvicinarono e mi abbracciarono, probabilmente il mio ragazzo aveva detto loro già tutto.

“Posso dire che sono una scema?”

“Giusto un pochino” ridacchiò la mia migliore amica.

“Cos’è successo con Joe”

Spiegai la faccenda e durante tutto il racconto restarono con le bocche chiuse ad ascoltarmi.

“In effetti non è stata una bella mossa, ma non ti preoccupare, risolverete tutto”

“Grazie Sam. Ma ora che devo fare?” chiesi disperata.

“Beh, potresti andare da lui e scusarti; è nella sua camera adesso” propose Sophie.

“E se non accetta le mie scuse?”

“Semplice, gli dici che lo ami. Anche perché so che è così” continuò la rossa.

Spalancai gli occhi. No. No e poi no. E se l’amore non fosse ricambiato? Sicuramente non solo rimarrebbe arrabbiato con me, ma mi lascerebbe seduta stante.

Diedi voce ai miei pensieri, così intervenne Fede.

“Se proprio non vuoi, anche se effettivamente ti dovresti sbrigare a dirglielo per non compromettere la vostra relazione, non ti preoccupare, conosco benissimo Joe e ti perdonerà subito”

“Ok, allora io vado. Auguratemi buona fortuna”

“Non vieni prima a mangiare?”

“No, mi è passata la fame. Voi andate pure”

Detto ciò, andai a prendere l’ascensore e scesi al ponte 5; arrivai davanti alla porta di Joe e rimasi lì ferma per qualche minuto. Oramai le mie unghie erano scomparse dal mio mangiucchiarle nervosamente; l’ansia si stava impadronendo di me, non avevo mai chiesto scusa ad un mio fidanzato, semplicemente perché non ne avevo mai avuti e il pensiero di perdere l’amore della mia vita mi struggeva; presi comunque coraggio e bussai.

Dei passi che si facevano sempre più vicini mi fecero comprendere che lui si era alzato; mi aprì e ci guardammo negli occhi, ma non resistetti per molto e abbassai lo sguardo, mi fece entrare e ci sedemmo sul letto, vicini. Presi un bel respiro e iniziai:

“Joe, mi volevo scusare con te per prima: sono stata una stupida a fare...beh, a fare quello che ho fatto. E mi dispiace tanto” dissi il tutto mantenendo gli occhi bassi, chissà perché il pavimento in quel momento era diventato molto interessante.

Dopo qualche secondo, lui mi prese il mento con le dita, facendomi alzare la visuale verso i suoi occhi, quei fantastici pozzi marroni in cui ogni persona si sarebbe sciolta guardandoli.

Si avvicinò a me e mi baciò dolcemente, con una estrema calma che pure gli hippie si sarebbero spaventati.

“Scusami tu, sono stato uno sciocco a parlarti in quel modo”

“Pace fatta?” chiesi speranzosa.

“Pace fatta” e ci baciammo nuovamente.

Dopodiché ci sdraiammo sul letto, io con la testa sul suo petto, e ci coccolammo.

“Toglimi una curiosità” dissi dopo minuti di silenzio “Ma tu eri per caso geloso?”

“Io...No, cosa te lo fa pensare?”

“Joe, non mentirmi, ti conosco”

“Uff, si ero geloso. Non prendermi in giro però”

“E perché dovrei? Mi piace che il mio ragazzo sia geloso”

Mi guardò confuso, quindi continuai.

“Non fraintendermi, ovvio che la gelosia non è una bella cosa, ma secondo me significa che tu tieni molto a me tanto da diventare possessivo nei miei confronti. E questa è una cosa fantastica”

“Sul serio? Cioè, wow. È che io non sono quasi mai geloso, però...vedi tu sei troppo bella e tutti vorrebbero una ragazza così, ecco perché sono geloso”

“E questo credo che sia una delle cose più belle che tu mi abbia mai detto. Andiamo a mangiare?”

“Non ho bisogno di mangiare, i tuoi baci sono il mio cibo”

Come potevo io resistere ad una frase del genere? Ormai tutto il mio volto faceva invidia ad un peperoncino piccante e mio ero sciolta peggio di un ghiacciolo lasciato al sole.

Già, perché in fondo, le gelosia è un’emozione come tante altre e se la passione e l’amore si fanno vedere subito, dopotutto non è così male.

Best Friends? ...Maybe something more. [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora