CAPITOLO 25

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JOE’S POV
Era un’assurdità, davvero. Come poteva aver pensato una cosa del genere? Era da matti, assolutamente, eppure mi ritrovai a seguirlo in questo piano.

“Nick, sei veramente sicuro? Se ti becca sai che non verrai mai perdonato?”

“Si, lo so, non ricordarmelo. Ma devo. Ora, chiudi quella bocca e bussa alla porta della tua ragazza” mi rispose acidamente.

Feci come mi aveva ordinato, anche se con un po’ di malavoglia, e venne ad aprirmi Mar.

“Andiamo in piscina?” le chiesi, mentre Fede sbucava da dietro di lei.

“Si dai, un momento che ci prepariamo. Ci siamo svegliate da poco” ridacchiò, prima di richiudersi in camera.

Guardai mio fratello, diventato tutto d’un tratto nervoso, e gli diedi una pacca sulla spalla.

“Andrà tutto bene, non preoccuparti” lo rassicurai.

Dopo qualche minuto le due ragazze uscirono dalla camera, così andammo a fare colazione. Fede era un po’ contraria all’idea di avere vicino Nick, ma preferì di fare finta di niente, piuttosto che mettersi a litigare; sembrava quasi che l’avesse perdonato, eppure c’era qualcosa che la bloccava.

“Andiamo in piscina, quindi?” mi risvegliò Mar dai miei pensieri.

Ci alzammo dalle sedie e andammo a prendere posto ai lettini, quindi proposi di tuffarci subito in acqua.

“Voi andate, datemi qualche secondo e vi raggiungo” aggiunsi però.

Quando le due amiche furono entrate in acqua, sfilai dalla borsa di Fede, senza farmi vedere, la chiave della cabina e la passai a Nick.

“Mi raccomando, fai una cosa veloce” lo avvertii, per poi unirmi alle ragazze.

“Dove va il riccio?” chiese la mia fidanzata, vedendolo allontanarsi.

“In bagno, ritorna subito” risposi, mentendo.

Speravo davvero che trovasse la melodia adatta alle sue parole, non vedevo l’ora che ritornasse con il sorriso sulle labbra.

 
NICK’S POV
Raggiunsi in un attimo la cabina di Fede, quindi entrai cautamente. I letti erano ancora disfatti, ma il resto era in ordine: i vestiti erano riposti accuratamente nell’armadio e oggetti vari erano posizionati quasi come una mostra d’arte.

Aprii i cassetti, sperando di trovare i spartiti, ma anche di non intromettermi troppo nella loro privacy.

Poi vidi dei fogli sotto ai suoi pantaloni, e li presi; erano tutte melodie di canzoni che ci aveva già fatto ascoltare, non volevo riprendere quelle. A me serviva uno spartito del tutto nuovo, di cui nessuno eccetto la proprietaria avesse mai sentito le note.

Sfogliai le varie pagine, arrivando quasi a pensare di lasciar perdere, quando finalmente vidi un foglio nuovo; si riuscivano a vedere ancora le cancellature della matita e, portandolo vicino al naso, potevo sentire ancora il profumo di Fede.

Giunsi alla conclusione che molto probabilmente la ragazza aveva finito di comporla la sera prima, quindi provai a canticchiare le frasi che avevo scritto e, insieme, mi sembrava buono. Così misi il foglio in tasca e ritornai dai miei amici.

Ma la giornata mi stava andando troppo bene, infatti fu inevitabile l’incontro con Crystal. Appena mi vide, corse ad abbracciarmi, come se fossero secoli che non ci vedevamo.

“Nick, tesoro! Come stai? Mi sei mancato tantissimo!” cinguettò.

“Sto bene, grazie. Ora vado di fretta, devo raggiungere i miei amici, quindi…”

“Oh ma guarda che posso venire con te. Potremmo stare un po’ insieme, divertirci. D’altronde, ci siamo baciati” disse, con fare ovvio.

“TU mi hai baciato, è una cosa diversa” puntualizzai.

“Hai ragione, ma non dirmi che non ti è piaciuto, non ci crederei”

“Crystal, te lo imploro, lasciami andare solo dai miei amici” cambiai discorso; non volevo trovarmi Fede davanti, mentre assisteva alla scena.

“Okay, tesoro; ci vediamo dopo, però, e non mi scapperai”

Così, finalmente, mi diressi in piscina; mio fratello mi chiese, con un cenno, se la missione aveva avuto frutti e io, di risposta, alzai il pollice. Poi mi sedetti sul lettino e, senza farmi vedere riposi la chiave nella borsa delle ragazze.
 

FEDE’S POV
Il pomeriggio fu abbastanza monotono. Nick era magicamente scomparso, ancora, e pareva che nessuno sapesse dove fosse andato. Le varie coppiette ogni tanto, mentre giocavamo a carte, si scambiavano qualche bacio, e io, puntualmente, distoglievo lo sguardo.

Mi era sempre piaciuto vedere gli innamorati scambiarsi coccole, ma in quel momento volevo solo andarmene; era alquanto imbarazzante essere l’unica single tra tutti, ed era ancora più imbarazzante il fatto che pensavo ogni singolo momento di stare insieme al riccio, abbracciati, mentre ci scambiamo parole dolci.

Odiavo ammetterlo, ma non avevo mai smesso di amarlo, nonostante tutto; l’unico problema era che avevo un blocco, un peso che mi impediva di perdonarlo del tutto.

All’improvviso alzai lo sguardo e vidi Nick venirci incontro, ma feci finta di niente.

“Ho finito, Joe, sono pronto” bisbigliò al fratello, anche se riuscii a comprendere le parole.

“Ce la puoi fare, bro, non deludermi” lo incitò, chissà per quale motivo. Quindi il riccio si avvicinò a me.

“Ti devo far sentire una cosa” esclamò deciso.

Guardai gli altri, indecisa; tutti mi fissavano, interessati a sapere cosa avrei detto. Non volevo dargliela vinta così, su due piedi.

“Non posso adesso, dobbiamo andare a prepararci per la cena”

“Eddai Fede!” mi implorò Mar “Dagli un’occasione”

“Non ho detto di no, ho detto non ora” ripetei, lanciandogli un leggero sorriso, poi mi diressi in cabina, sotto gli sguardi allibiti dei miei amici.

 
Finito di mangiare, andammo in discoteca, dove i nostri amici già ci stavano aspettando, e, vedendo sempre più adolescenti riempire la pista da ballo, decidemmo di unirci anche noi.

Mi stavo quasi dimenticando della domanda che mi aveva posto Nick un paio di ora prima, quando lui mi prese per un braccio e mi portò fuori.

“Che cosa ti salta in mente? Io e te non abbiamo nulla da dirci” provai ad essere scontrosa.

“No, è vero, non devo dirti niente. Infatti ti devo cantare una canzone che ho composto per te. È importante, ho bisogno di sapere che ne pensi”

“Cos’è, mi vuoi rubare anche il mio posto da cantante?” incrociai le braccia al petto, continuando a fingere.

“Assolutamente no, voglio che tu mi perdoni per il disastro che ho causato” cercò di essere convincente.

“Non voglio sentire un bel niente, lasciami in pace”

“Ti prego, Fede. Poi giuro che, se non cambierai idea, ti lascerò in pace”

Sbuffai contraria, ma lo seguii nelle aulette di musica, curiosa su quello che aveva intenzione di fare.

Best Friends? ...Maybe something more. [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora