Capitolo 22

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FEDE'S POV
"Fede, dobbiamo parlare. E non accetto un no come risposta" mi impose Nick.

Ma io non volevo parlare con lui, era stato abbastanza chiaro mentre baciava la gallina: non voleva più avere a che fare con me, la nostra storia si era conclusa, fine della discussione.

"Nicholas, non me ne vado di qua. Non abbiamo niente da dirci" controbatto freddamente.

"Fede..." provò, ma lo bloccai.

"Sparisci ti prego. Non ti è bastato quello che hai fatto? Vuoi forse aggravare la situazione? Vattene Nicholas" dissi con le lacrime che premevano di uscire.

Il ragazzo abbassò la testa e, ormai sconfitto, ci lasciò.

"Hey cucciola" provò a consolarmi Mar, ma il mio cuore era già spezzato.

"Scusate ragazzi, non mi sento molto bene; sarà meglio che vada in cabina. Ci vediamo stasera" salutai i miei amici, quindi me ne andai.

Arrivata in cabina, mi distesi sul letto e provai a non pensare a Nick. Ma il mio cervello non era del mio stesso parere, poiché ogni volta che chiudevo gli occhi, mi ritornava in mente il suo volto, quei capelli ricci, quelle labbra carnose.

Non sapevo nemmeno perché lo avessi chiamato col suo nome intero, non era da me. Forse ero troppo amareggiata, troppo delusa, anche troppo arrabbiata con lui; in ogni caso non volevo perdonarlo, quello che aveva commesso era oltre ogni limite: mi aveva mentito due volte, aveva giocato con i miei sentimenti, dicendomi di amarmi e che saremmo stati insieme per sempre.

Infine mi addormentai, con l'unico pensiero di eliminarlo dalla mia testa una volta per tutte. Mi sarei dimenticata di Nick, almeno questo era quello che pensavo.

NICK'S POV
Sapevo di aver commesso uno dei peggiori errori della mia vita, ma non pensavo che l'odio di Fede fosse arrivato a questo punto. Non mi sarei mai aspettato che mi chiamasse col nome intero, tantomeno che mi cacciasse così in malo modo.

Certo, io ero stato davvero orribile, un mostro a fare quello che avevo fatto; era tutta colpa mia, non di Crystal, ma non lo avrei mai ammesso agli altri. Sicuramente la bionda avrebbe potuto pure evitare di baciarmi, ma io non l'avevo mica rifiutata.

Volendo evitare ogni contatto umano, andai a fare qualche tiro a basket. Il campo era libero, quindi presi la palla e iniziai a giocare da solo, tentando di sfogarmi. Ma nulla poteva togliermi dalla mente quegli occhi pieni di lacrime e quelle parole così dure rivolte a me.

"Ciao! Sei solo? Non conosci nessuno?" sentii una voce alle mie spalle.

Mi girai e trovai davanti un ragazzo alto e moro, all'incirca della mia età, e una ragazza più bassa, dai capelli chiari e dal sorriso smagliante. Annuii, presentandomi.

"Hey! Sono Nick, sono qui con mio fratello e due mie amiche" faticai ad attribuire quel nome a Fede, ma ormai era così "E voi?"

"Io sono Blanca e lui è mio cugino Pablo. Veniamo dall'Argentina, ma abitiamo a Chicago" disse con accento spagnolo "Abbiamo visto che eri solo e abbiamo pensato di venire a giocare con te, se sei d'accordo"

"Oh si certo, per me va bene" accettai gentilmente, sebbene a malincuore.

"Tutto bene? Mi sembri un po' giù di corda" chiese Pablo.

"È successa una cosa di cui mi pento amaramente, ma ora non mi va di parlarne, preferisco giocare"

"Sempre se riesci a starci dietro" esclamò la cugina, prima di sottrarmi la palla di mano e fare un canestro.

Speravo che quei due ragazzi potessero aiutarmi ad accantonare il pensiero di Fede e a divertirmi.


La sera, dopo aver mangiato senza dire una parola, nonostante i miei facevano tante domande, mi ritrovai in discoteca con gli argentini. Cercai di ridere alle battute che facevano e alle loro strane tradizioni di famiglia, ma l'occhio mi cadeva sempre a quell'angolo in cui erano seduti Joe, Mar e Fede.

"Nick, ci sei?"

"Si, Pablo, tranquillo; stavi dicendo?"

"Chi sono loro? Perché li stai fissando da circa 10 minuti?" chiese Blanca.

"Il ragazzo è mio fratello, mentre le altre due sono mie amiche"

"Li chiamiamo qua allora? Così facciamo amicizia anche con loro" propose la bionda, ma io negai velocemente con la testa.

"Perché no? Cos'è successo?"

"Ho combinato un casino, Blanca; la ragazza riccia con i pantaloncini di jeans era la mia fidanzata fino a... beh, fino a ieri sera. E ora nessuno di loro mi vuole vedere" raccontai con rammarico.

"Cosa hai fatto di tanto orribile?" domandò Pablo curioso.

"Hey Crystal, siamo qui!" sua cugina agitò la mano e io mi girai sconvolto.

Il cielo mi voleva male, dal momento che quella ragazza che aveva causato tutto si stava avvicinando a noi.

"La conoscete?"

"Si, l'abbiamo conosciuta qua. Perché?" chiese ingenuamente l'argentina.

"Ciao ragazzi. Ma che piacere, Nick; come mai qua?" Crystal si sedette accanto a me. Troppo accanto a me.

"Sai com'è: qualcuno mi ha fatto lasciare con Fede" controbattei acido.

"Non l'ho fatto apposta, tesoro. Ma quello che era mio doveva ritornare mio"

I due cugini parvero capire la situazione, poiché rimasero in silenzio e non fecero più domande. Cry mi si riavvicinò e io, non volendo più combattere, la lasciai lì, fingendo di interessarmi a quello che diceva.

Mi sentivo addosso troppi occhi, ma non volevo girarmi; non volevo far vedere che mi mancavano: loro non mi volevano più, dovevo cercare di far lo stesso.

JOE'S POV
Ero amareggiato nel vedere mio fratello aver ambiato così in fretta amici; per di più con due ragazzi che personalmente non avevo mai visto in queste tre settimane.

Ero rimasto molto deluso da lui, quando mi aveva detto di lui e Crystal; mi aveva giurato che era stata lei a baciarlo, ma non ne ero tanto sicuro. Era mio fratello, avrei dovuto appoggiarlo, invece mi ritrovavo contro lui: non era tirato indietro, era questo che mi faceva più arrabbiare.

Mi fece male vedere Fede così triste, così abbattuta; avrei tanto voluto fare qualcosa, ma l'unica possibilità di farla ritornare come prima era parecchio complicata da realizzare.

"Hey bella, tutto bene?" chiese Mar.

"Guardalo. Sembra essersi dimenticato molto velocemente di me" sussurra la mia amica.

"Non guardarlo, ti fai più male" le consigliai.

"Non ci riesco. Lo amo" singhiozzò la ragazza.

Arrivarono anche Leo, Tom, Sam e Sophie che, non appena videro Fede quasi in lacrime, andarono ad abbracciarla e a confortarla.

"Non ti merita"

"Ha ragione Sophie, lascialo stare" la appoggiò il suo fidanzato.

Provammo a distrarla facendo battute, ma nulla la faceva sentire meglio.

La sfiga sembrava regnare su di lei, dal momento che entrò in discoteca Crystal; l'espressione di Fede si tramutò in una smorfia di odio, tanto che dovemmo tenerla seduta al suo posto, prima che si alzasse e andasse a picchiarla.

Come se non bastasse, la bionda si avvicinò a Nick e si sedette accanto a lui, troppo accanto a lui. Mio fratello cercò di spostarla, ma lei era peggio di una cozza, così se la tenne vicino; non sembrava, però, dispiacergli la sua presenza.

"Scusatemi, non ce la faccio" Fede si alzò.

"Veniamo con te, certi spettacoli sono proprio da non vedere" la seguì a ruota Sam.

Così uscimmo dalla discoteca, ma non prima di aver rivolto uno sguardo sprezzante a mio fratello. Ci andammo quindi a sedere ai tavolini della piscina, provando a far dimenticare a Fede quello che era successo.

Best Friends? ...Maybe something more. [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora