Chapter Fifteen ;

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spaesato /spae'zato/ agg.
Torino era ormai diventata familiare per Natalija. Conosceva tutto di questa città: dai parchi ai monumenti, dai bar ai ristoranti, dalle strade ai quartieri. Eppure sembrava di non conoscerla affatto. Il freddo di quella mattina le entrava nelle ossa mentre era diretta a lavoro. La notte appena trascorsa era stata pessima. Presentava occhiaie sotto a quegli occhi di cui Dušan si era tanto innamorato.

Dušan. Era lui il suo pensiero fisso. Doveva ancora metabolizzare che non le sarebbe stato più accanto. Non l'avrebbe più baciato. Non l'avrebbe più abbracciato. Non avrebbero più riso insieme. Lo odiava. L'aveva lasciata e catapultata in una realtà difficile da accettare. Aveva perso un suo punto di riferimento. Anche se si erano persi di vista per un periodo, Dušan era sempre stato colui che la guidava come un faro guida le imbarcazioni. Adesso che quel faro aveva smesso di funzionare, Natalija si sentiva completamente spaesata.
Era come se Torino fosse diventata tutt'altra città.

Una volta entrata nel bar in cui lavorava, si apprestò a mostrare ai suoi colleghi uno dei sorrisi più forzati che avesse mai fatto. Non avrebbe più pensato a lui. Non avrebbe più pensato a quel ragazzo che la stava lacerando lentamente e dolorosamente. «Buongiorno a tutti! Come state?» Chiese ai suoi colleghi dopo essersi posizionata dietro il bancone. Non ebbe il tempo di ascoltare la loro risposta che le arrivò un messaggio dal gruppo chat che aveva con le sue amiche. Era da parte di Thessa.

"Natalija io e Ali siamo agli allenamenti. Dušan si comporta in modo insolito. È successo qualcosa?"

Spense il cellulare. Avrebbe risposto più tardi. Non voleva continuare a pensare a lui. Faceva ancora troppo male.

***

Gli allenamenti non potevano andare peggio. Dušan si stava letteralmente autodistruggendo davanti a tutti. Davanti ai suoi compagni di squadra che ce la stavano mettendo tutta per non deludere le aspettative. Davanti ad Alice e Thessa che lo guardavano con sguardi inquisitori. E davanti a Massimiliano Allegri che, una volta terminati gli allenamenti, volle assolutamente parlare con lui. Non prometteva nulla di buono.

«È arrivato il momento di dirmi dove sta il problema, Dušan. Sai benissimo che ciò che stai dando non è nemmeno l'un per cento delle tue capacità» Il suo tono di voce era fermo.
Dušan non sapeva cosa dire. Si sentiva colpevole. «La Champions League è importante e non possiamo assolutamente permetterci di perdere» «Lo so, Mister»
«E allora perché dimostri di fregartene?»

Fregarsene. Perché tutti credevano che fosse una persona a cui non importava niente di nessuno?

«È un momento difficile...» iniziò ma Allegri lo interruppe. «Tutti abbiamo momenti difficili. Ma essi sono fatti per essere superati. Non ci puoi sguazzare dentro senza mai reagire»

Dušan annuì. Il Mister aveva ragione. Ma era proprio quello il problema: cosa poteva fare per mettere da parte tutto ciò che era successo e concentrarsi sulla sua carriera?

«Pensaci bene, Dušan. Non permettere a niente e nessuno di ostacolare la tua carriera»
«Lo farò, Mister»

Ma lo avrebbe fatto davvero?

***

Natalija adorava passare del tempo con le sue amiche ma quel pomeriggio, dopo il lavoro, avrebbe preferito stare sul divano di casa sua, con una ciotola di popcorn a guardare qualsiasi film.

Quando era entrata a casa di Alice, Alessandro e Leonardo erano corsi a salutarla. «Come stai, zia Natalija?» Gli chiese Alessandro. La ragazza gli fece uno dei suoi più sinceri sorrisi.
«Sei arrivata!» Alice sbucò dalla cameretta dei bambini con in braccio Edoardo. Thessa e Benedetta le stavano aspettando in cucina.

Pacific Ocean ; Dušan Vlahović Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora