Chapter Twenty ;

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A Villarreal, Natalija aveva preso l'abitudine di andare a correre tutte le mattine. L'aria fresca faceva in modo che la ragazza mettesse in stand-by tutti i pensieri e le preoccupazioni.

Andò a correre anche quella mattina, per le strade deserte di una Torino ancora addormentata.

Voleva starsene da sola, non aveva mai permesso a Pau di andare con lei. Quello era un momento della giornata dedicato solo ed esclusivamente al suo benessere.

Ma Torino non era come Villarreal. La città piemontese non le avrebbe mai permesso di fuggire dai suoi problemi, in quanto essi erano proprio lì. I suoi problemi stavano nella figura imponente del ragazzo ventiquattrenne che si trovava proprio davanti a lei. Sperava che non l'avesse vista. Sperava che non l'avesse riconosciuta. Sperava che non le avrebbe rivolto parola. Ma tutte le sue speranze si frantumarono in mille pezzi quando un ciao quasi impercettibile uscì dalla bocca del calciatore bianconero.

Non sapeva se l'avesse salutata solo per educazione o perché effettivamente volesse parlare con lei.

«Ciao» lo salutò freddamente, sperando di poter proseguire la sua corsa senza nessun'altra distrazione. Dušan indossava una canotta bianca che faceva intravedere i muscoli e dei pantaloncini neri. Sembrava essere da solo anche lui.

«Come va? È da tanto tempo che non ci vediamo» disse Dušan, temendo di risultare impacciato. Natalija era visibilmente scocciata dalla sua presenza. «Va tutto alla grande, Dušan» rispose, marcando il suo nome con disprezzo.

«Hai schiarito i capelli» notò il centravanti della Juventus. «Avevo bisogno di cambiare» rispose Natalija. Non vedeva l'ora che gli occhi di Dušan smettessero di guardarla.
L'attaccante la stava squadrando da cima a fondo, come se volesse stampare l'immagine della ragazza nella sua mente.

«Non sapevo che ti piacessero le corse mattutine» le disse cambiando completamente argomento. «Ti va di farci una corsetta insieme?» Natalija sbatté le palpebre più di una volta, incredula. Il ragazzo che le aveva fatto toccare il fondo le stava seriamente chiedendo di correre insieme come se fossero due amici di vecchia data? Stava per declinare il suo invito ma qualcosa dentro di sé le propose che era il miglior modo per ricominciare. Non poteva portare rancore nei suoi confronti per sempre.

«Come sta andando la tua vita a Villarreal?»
«Piuttosto bene. Mi sono laureata in scienze della comunicazione con il massimo dei voti e attualmente sono alla ricerca di una redazione che mi assuma» gli spiegò la ragazza.
«Mica male» le sorrise Dušan. Il sorriso era probabilmente una delle poche cose che non erano cambiate in lui. «Per quanto riguarda te: come sta procedendo con la squadra?»

Quando si era appena trasferita nella città spagnola, le era capitato un paio di volte di guardare una partita della Juventus. Anche se le testate giornalistiche la davano per finita, lei non aveva mai smesso di credere nelle sue potenzialità.

«Abbiamo avuto problemi e dopo le dimissioni di Agnelli le cose sono precipitate. Sembrava che non ci fosse via d'uscita ma fortunatamente le cose pian piano si sono sistemate» le spiegò ricordando il periodo buio che aveva risucchiato la Juventus.

«Mi dispiace» disse Natalija fermandosi improvvisamente. Fece dei respiri profondi per riprendere aria. «Ti senti male? Vuoi che torniamo indietro?» Le chiese Dušan. La ragazza scosse la testa sotto lo sguardo preoccupato del suo compagno di corsa.

«Dai, salta su» disse Dušan indicandosi la schiena. «Tranquillo, ce la faccio». Ma il calciatore insistette. E fu così che Natalija si ritrovò aggrappata alla schiena della persona che più odiava al mondo. Il cuore di Dušan batteva all'impazzata ma cercò di non darlo a vedere. Avere Natalija così vicina gli aveva annebbiato la mente. Voleva dimenticare di avere una ragazza e che Natalija stesse per sposarsi. Come ci erano finiti lì? Incastrati in delle storie che non gli appartenevano?

A Piazza San Carlo iniziarono ad aprire i primi bar. «Ora ci fermiamo a mangiare qualcosa, ti va?» Era più un ordine che una domanda ma Natalija accettò lo stesso. Stava iniziando ad avere una certa fame.

Sorrise spontaneamente quando vide Dušan arrivare al tavolo che avevano occupato con due cornetti al cioccolato e due cappuccini.
«Buon appetito!» Esclamò con un enorme sorriso. «Grazie mille» disse la ragazza addentando il suo cornetto. Forse non lo odiava. Non l'aveva mai fatto.

Odiare una persona non era da lei. Poteva restarne delusa, ma non riusciva ad odiare. Credeva che lo avesse imparato da Dušan ma quella mattina scoprì che non era così. Sembrava che tutti i sentimenti negativi che aveva provato nei suoi confronti, fossero spariti in un battito di ciglia.

«Quindi è vero? È vero che ti sposerai con Pau?» Natalija non si aspettava minimamente quella domanda. Annuì.

«Sono felice per voi»

«Invece tu e Celia avete in mente di sposarvi?» Chiese la ragazza, pentendosi subito dopo. Dušan sospirò. «Il pensiero c'è, ma dobbiamo valutare bene. Il matrimonio è un passo importante» rispose.

Se due anni prima le avessero detto che si sarebbe ritrovata ad un bar a Piazza San Carlo a parlare con Dušan del suo matrimonio, probabilmente Natalija sarebbe scoppiata in una fragorosa risata. Eppure eccola lì, proprio con il numero 7 della Juventus. Anzi, numero 9. Natalija aveva notato quel piccolo dettaglio durante una partita di Europa League contro il Nantes. Vita nuova, numero nuovo aveva pensato tra sé.

«Mi dispiace per tutto ciò che è successo tra noi» disse improvvisamente Dušan guardando in basso come se non avesse il coraggio di guardarla negli occhi. Natalija si morse il labbro inferiore. Non voleva ripercorrere tutto quel caos. Quel caos che era stato il suo amore per Dušan. Era riuscita ad andare avanti, ma ora il calciatore sembrava volerla riportare indietro nel tempo.

«Ti ho perdonato, Dušan. Però, ti prego, non ne parliamo più. Okay?»

Dušan annuì, stranito da quella particolare richiesta. Tirò fuori il cellulare e sbiancò. «È tardissimo. Devo assolutamente andare da Celia»

Il volto di Natalija si rabbuiò. Si stava nuovamente allontanando da lei per Celia.
Scosse la testa per scacciare via il pensiero che lui avesse sempre e solo amato Celia. Non gliene sarebbe dovuto importare. Lei adesso aveva Pau. Pau che l'amava. Pau che la faceva sentire bella. Pau che presto sarebbe diventato suo marito.

«Va bene. Io ritorno da Thessa» I due si salutarono ma prima di lasciar andare l'attaccante, Natalija gli fece una domanda: «Allora? Adesso siamo amici?»

Dušan si voltò lentamente verso di lei.
«Tu vuoi che siamo amici?» La ragazza annuì convinta. O quasi. Era pronta ad accettare il fatto che Dušan sarebbe tornato a far parte della sua vita se fossero rimasti amici?

«Allora si, siamo amici»

Non sapeva come Pau avrebbe preso quella loro amicizia. Ma una cosa era certa: non si sarebbe ritrovata in situazioni più grandi di lei e impossibili da gestire.

Spazio Autore
Dušan e Natalija si sono ufficialmente rincontrati e noi non aspettavamo altro!
Ma questo loro incontro a cosa porterà?
Io non posso dirvi nulla, lascio a voi le teorie.
Sono, come ad ogni capitolo, impaziente di leggere i vostri commenti. Se vi fa piacere, lasciate anche una stellina.
Alla prossima!!
- pcvard <3

Pacific Ocean ; Dušan Vlahović Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora