Millions-Gerard Way

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You twist my arm
I'm twisting fate
You'll leave alone, or crazy great
Or break into a million pieces, all your reasons
Manuel e Simone non si vedevano da anni, precisamente dal giorno in cui Simone era partito per andare a studiare fisica al politecnico di Torino. Era stato il più grande a sparire completamente dalla vita del più piccolo che, dopo aver accusato il colpo, aveva cercato di riprendere in mano la sua vita, a poco a poco, cercando di dimenticare quello che per anni era stato il suo migliore amico e primo amore, la persona che più di tutti, anche involontariamente, lo aveva aiutato a scoprirsi veramente. Pensava spesso a lui: a cosa stesse facendo, se avesse trovato un lavoro mentre studiava, se si fosse fidanzato, se uscisse ancora con Chicca e Matteo reggendo il moccolo della candela, se ancora andasse a correre la mattina, se vivesse da solo o con Anite. Ma erano domande fini a se stesse, se le poneva per avere l'illusione di conoscerlo ancora, pur essendo comunque consapevole del fatto che, in tutti quegli anni, fosse cambiato e con lui i suoi sogni.

Lets live alone
And out of state
Lets make up everything and wake up breathing
Don't give a damn about the wreck you leave in
Si erano rivisti durante la laurea di Chicca all'Accademia delle Belle Arti di Firenze: si erano salutati formalmente, avevano conversato per circostanza e poi si erano separati tra gli invitati. Si erano ritrovati vicini durante il pranzo, dove si erano aggiornati su quello che era accaduto in quegli anni, inserendo anche degli aneddoti imbarazzanti durante i loro racconti. Simone si illudeva che potesse esserci una possibilità di sistemare tutto, di far tornare non tutto come prima, ma quasi, evolvendo il loro rapporto. Era consapevole dell'auto distruzione che si stava infliggendo, ma si illuse per tutta la sera, immaginandosi a Torino o ovunque fosse con lui.

You can use my friends, but that depends
On what they're for
And while we're laying on the floor
My mouth is sore
I'm keeping score
A million reasons but I need a million more
Simone lo aveva osservato tutto il tempo, durante la serata: dopo la cena avevano fumato insieme una sigaretta come ai vecchi tempi, erano rimasti in silenzio l'uno accanto all'altro senza provare imbarazzato, avevano alzato il gomito, si erano accasciati per terra e Simone aveva iniziato a stilare in testa una lista di buoni motivi per smetterla di illudersi, ma ogni volta la allungava sempre di più.

You believe in love
I believe in faith
They'll believe in anything, you make up villains
A trillion legions of the damned and William
<Simò ma te sei innamorato in sti anni?> chiese Manuel alle tre mentre tornavano verso l'albergo. Simone scosse la testa: <Mi son buttato su altro, lo vedevo come una perdita di tempo> e mentre pronunciava queste parole, si sentì bugiardo è falso perché non si era guardato intorno perché continuamente e ancora guardava a Manuel, fermo a Roma. <Tu?> sentì lo stomaco accartocciarsi. <No, ma non ho smesso di crederci> borbottò Manuel, guardandolo di sottecchi e avvicinandosi a lui.

It was really me
It was really you
There was really nothing I could do
Until then,
Let's use our magic powers with the children
<Guarda qui, guarda come eravamo pischelli> disse Matteo, mentre recuperava una foto dal cellulare scattata anni prima. Manuel rise nostalgico, mentre Simone si aprì in un sorriso malinconico. <Eravamo davvero noi, ci sentivamo grandissimi e invece> commentò Manuel.

You don't understand, we don't hold hands
Avevano ripreso i contatti anche quando Simone era tornato a Torino e Manuel a Roma. Sembravano amici, ma Simone sentiva che ancora e ancora quei sentimenti si auto alimentavano. Manuel non sembrava dello stesso avviso. Simone iniziò a venire a patti con la realtà, distaccandosi.
Come catch me, run
'Cause I'm not having any fun
I think you're sore
I think I'm done
Manuel prese a rincorrerlo mentre Simone stava fermo: dopo anni e anni, aveva deciso di smettere di pensarci, di illudersi in quel modo autodistruttivo. Manuel (meglio tardi che mai) era venuto a patti con quei sentimenti che per anni aveva nascosto in una scatola. Decise di tentare il tutto e per tutto andando a Torino da Simone. Giunto davanti all'appartamento del più piccolo, si attaccò al campanello finché non gli aprì in pigiama: <Ma che ci fai qua, chi ti ha detto dove vivo poi? Vabbè entra che ti faccio un caffè, poi scappo a lezione> commentò il più alto, facendogli spazio. L'appartamento era un monolocale con una cucina, un divano minuscolo e un letto relegato in un angolo della stanza con due tavoli addossati a due pareti opposte. <Carino qui> commentò Manuel mentre Simone trafficava con la moka. <Sì, si sta bene> commentò il padrone di casa. Il caffè lo trangugiarono in silenzio, mentre Manuel cercava nei cassetti del suo cervello un discorso degno della situazione. <Senti io ti devo parlare. Riguarda ciò che provo per te. Mi dispiace averlo capito solo ora> disse soltanto. Simone si pietrificò con la spugna per lavare i piatti a mezz'aria. <Apprezzo, ma ho già affrontato più volte questo discorso, non solo con me stesso, e ho deciso di andare avanti>. Manuel sentì un macigno all'altezza del cuore, mentre si sollevava dalla sedia e recuperava la giacca e lo zaino.
A million reasons
Can I be your number one?
Yeah, yeah
Yeah, yeah
Yeah, yeah
Can I be your number one?
Yeah, yeah
Yeah, yeah
Yeah, yeah
Can I be your number one?
<Simò so che è tardi, che non ho il diritto, che qui hai una vita, ma io non voglio vivere ancora quello che abbiamo passato in questi anni. Mi sono allontanato perché ho sempre provato a negare tutto, quando invece ho perso solo tempo perché i miei sentimenti non tuoi confronti non hanno fatto altro che crescere a dismisura e sono esplosi tutti quando ti ho rivisto alla laurea di Chicca. So che hai mille motivi, milioni anzi, di motivi per respingermi. Ma posso essere il tuo motivo principale per cui dire di sì? Faccio sul serio>. Simone lo aveva baciato, sottintendendo la risposta.
We are something, we are of use somehow
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