Sceneggiatura-dile

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L'idea viene da un tik tok che ho visto dei simuel con questa canzone.

È così strano il sole quando piove
Un po' come me
Quando sorrido per finta, ma dentro
Dentro mi lacrima il cuore
È strano fare un'eccezione
Se tra migliaia di gesti e parole
Il punto fermo di ogni singola conversazione
È sempre e solo il tuo nome
Simone era partito ormai da un mese e Manuel non riusciva ancora a capacitarsene e a realizzare: spesso si trovava con il telefono in mano, la chat aperta del suo amico e qualche messaggio da inviargli che diceva tipo "ciao come stai? stasera usciamo?" o "domani ci sei?", ma poi li cancellava sempre, anche con una certa rabbia e tristezza. Quando usciva la sera, le rare volte in cui si sforzava di uscire dal letto, vestirsi decentemente e dipingersi un sorriso in faccia, tutti arrivavano a chiedere a Laura di Simone, della sua nuova vita, delle sue conoscenze passate e delle sue nuove, del suo profitto, della sua nuova casa. E Manuel ogni volta si chiudeva in se stesso, trascorrendo la serata in silenzio.

Potessi riavvolgere il tempo
Scoprirci in un modo diverso
Tornare a quel giorno e non fare lo sbaglio
Di toglierti gli occhi di dosso
Baciala, scemo, mi ripetevo
Mentre la distanza era sempre meno
Un pugno in piena faccia che sembrava vero
A questa bugia ancora ci credo
A volte rimaneva sdraiato per ore sul letto, a volte si rigirava in suddetto letto senza pace, chiudendo gli occhi mentre abbracciava il cuscino per addormentarsi. Ma nella sua testa iniziavano a vorticare delle domande che non portavano a nulla, se non a qualche piantino isterico dato anche dalla stanchezza. Ripercorreva tutte le volte che avevano sprecato: quella volta che Simone si era frequentato con un altro e poi come se nulla fosse era tornato da lui, quella volta in cui aveva respinto Simone perché lui stesso frequentava un altro, quella volta che per paura della reazione degli amici si era stato zitto, quella volta che era partito per un paio di giorni senza avvisarlo e appena era tornato, era saltata fuori la sua frequentazione, quella volta che mentre passeggiavano per Roma non si erano baciati, o quell'altra ancora in cui aveva detto una frase che aveva fatto ingelosire Simone facendolo allontanare da lui per un paio di giorni. Sbuffando, si rigirò ancora. Chissà, diceva, chissà se ci fossimo chiariti. E poi ripensò alla sera in cantiere dove finalmente lo aveva baciato, con mille farfalle nello stomaco. E poi ripensò pure al rifiuto che aveva rifilato a Simone dopo.

Succede che di notte poi ci penso più del solito
Hai fatto le radici nel mio stomaco
Darò ancora la colpa al tasso alcolico
Potevamo essere felici e invece
Succede che se poi leggo il tuo nome sul telefono
Rischio di sembrare paranoico
Darò ancora la colpa al tasso alcolico
Potevamo essere felici e invece no
Quella sera, si era forzato di nuovo ad uscire dalle quattro mura della sua stanza perché insomma, è sabato, chi sta a casa di sabato a Roma? Era vestito anche decentemente e quando entrò nel locale scelto da Chicca, si sentì quasi figo. Ma tutto svanì quando iniziò a bere: arrivato al terzo drink e dopo aver sentito per l'ennesima volta gli aggiornamenti su Simone, la sua testa aveva preso la tangente, schiantandosi quando il ragazzo in Scozia aveva mandato un messaggio nell'ormai vecchio gruppo della classe che recitava un semplice "mi mancate". Diede la colpa all'alcol per la sua reazione esagerata (tachicardia, rossore e tremore alle mani), ma dentro di sé sapeva cosa stava succedendo: ormai Simone era un tatuaggio indelebile dentro di lui, se lo sentiva ovunque, e per rimuoverlo e sradicarlo ci sarebbe voluto tanto, forse troppo, tempo in confronto a ciò che avevano condiviso, o cercato di condividere.

È così bello il sole quando piove
Un po' come te
Che prima di struccarti resti
A fissare lo specchio per ore
Lo so, quel giorno ho fatto un errore
Ho calcolato male la situazione
Mi sa che tra noi due
Sono sempre stato io il coglione
Manuel ormai passava le giornate e a volte anche le notti senza sonno, a ricordare la bellezza eterea di Simone, le volte in cui si era perso a fissarlo chiedendosi come facesse ad esistere una persona così, e a ricordare i momenti passati con Simone: la volta al parco, la gita a Venezia, la gita a Genova. E ricordava tutto: le sensazioni, le cose che avevano visto e fatto, cosa avevano mangiato.
E poi ricordò della volta al parco che si era conclusa con un litigio: Manuel aveva esordito dicendo che doveva andare a consegnare un foglio ad Alice e Simone era impazzito. Manuel gli aveva dato dell'esagerato, Simone era andato via e non si era più fatto vivo fino alla sera del giorno dopo. Manuel aveva chiesto scusa immediatamente appena i due si erano visti, esordendo con un sai che tra noi io sono quello meno sveglio, ottenendo un no Manu, tu sei coglione, che è diverso. Ripensandoci, sorrise, annuendo in assenso a quelle vecchie parole.

Non ci passa l'aria dentro a 'sta fessura
Te ne sei andata via come l'abbronzatura
Riscriverei questa sceneggiatura
Riscriverei questa sceneggiatura
Non ci passa l'aria dentro a 'sta fessura
Te ne sei andata via come l'abbronzatura
Riscriverei questa sceneggiatura
Riscriverei questa sceneggiatura
Quella notte era particolarmente calda, arida. Si era svegliato per aprire la finestra, poi per bere l'acqua ghiacciata del frigo, per accendere l'anti zanzara e poi si era rigirato per l'ultima volta per controllare le notifiche sul cellulare. Il nulla cosmico gli fece venire voglia di piangere, ma sospirò semplicemente, realizzando che Simone era veramente andato avanti con la sua vita, che lui avrebbe dovuto fare lo stesso, e che se magari le cose fossero andate diversamente, anche per suo intervento, ci sarebbe potuto essere un lieto fine. Sarebbe voluto tornare indietro, ritornare al momento in cui Simone gli aveva chiesto se avesse voluto continuare con una relazione a distanza e rispondere un "sì" perché dentro di sé quel "sì" lo sentiva ancora fortissimo. Invece aveva detto no, respingendolo e allontanandolo per l'ultima volta, a sto giro. Ricacciò indietro le lacrime e cercò di far passare il nodo in gola, ma anche quella notte il sonno non arrivò e continuò a pensare.

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