Quelli come noi- Tananai

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Sarebbe un sogno vivere in campagna
Con la mia tipa oppure con mia mamma
Con i diamanti in mezzo ai denti
Un jet privato come i presidenti, non pensi?
Simone viveva da anni a villa Balestra immerso nella campagna romana, ma odiava l'essere così lontano da tutto e tutti. Manuel, invece, amava il silenzio che avvolgeva la casa, la tranquillità perenne, gli spazi senza confini che lo facevano sentire come se fosse il padrone di tutto e come se tutto fosse infinito.

Ordino un'altra cena, dormi da me stasera, scema
Lo sai che mi piace fantasticare
<Simò pizza? O te faccio 'a carbonara?> propose Manuel mentre Simone, ancora, completava degli esercizi di matematica. Nel lanciare uno sguardo all'orologio che si rifletteva sullo schermo del telefono, sgranò gli occhi per la sorpresa: <Quale cena e cena, devo andarmene: mio padre starà dando di matto non sapendo dove sono per cena. Grazie per avermi ospitato> disse concitato. Manuel lo bloccò per un polso: <Ma che t'è preso ao? Da quanno prendi e te ne vai alle dieci inoltrate? Tu stai qua, dormi qua>.
Simone, per tutta la sera, non aveva fatto altro che fantasticare ad occhi aperti su un possibile contraccambiare dei sentimenti di Manuel nei confronti dei suoi. Si era immerso in viaggi mentali, in film degni di Emmy e Oscar. Gli piaceva isolarsi così, doveva ammetterlo, immergersi in universi paralleli in cui si volevano bene alla luce del sole, senza paure e pregiudizi.

Non penso affatto quello che ti ho detto
Forse ero un po' storto, forse ero solo un po' fuori di me e
Ti chiedo scusa ma non chiedo scusa
Simone faceva un passo avanti, Manu mille indietro. E così improvvisavano una danza che andava avanti da mesi. <Simò me spiace, ma nun so' come te>, <Simò non me piacciono i maschi, ma co' te è diverso>, <Simò perdonami ma ho bevuto, me so' scolato pure l'acqua delle piante> e così via, in una litania infinita che si concludeva con altre azioni di Manuel che ferivano Simone.

Ti vedo confusa ma io sono più confuso di te
All'ennesimo andirivieni di Manuel, Simone aveva cercato spiegazioni per l'ennesima volta senza riuscire a far nulla. Ma Manuel era consapevole di essere in realtà lui il problema, di essere lui quello confuso su se stesso, su cosa gli piacesse o meno, perché si sentisse così con Simone. Ma non voleva ammetterlo, né a se stesso, né agli altri. Meglio ferire che essere feriti, no?

Siamo due scostumati noi a volerci bene
Non riusciamo a smettere
E un'altra notte finirà
Che ci vogliamo diversi e poi restiamo gli stessi
Simone si era imposto più e più volte di smetterla di essere così accondiscendente con Manuel, di fargli passare di tutto, pure quello che lo calpestava e lo faceva sentire uno schifo. Ma poi era un punto e a capo continuò perché gli bastava vedere l'altro e il suo sorriso per mandare al diavolo ogni buon proposito. Manuel prometteva di cambiare per non ferirlo, Simone prometteva per far sì che l'altro smettesse di ferirlo. Ma ogni volta, come l'eterno ritorno di Nietzsche, Manuel si avvicinava a Simone oltre la linea dell'amicizia e poi lo insultava, lasciando l'altro per l'ennesima volta da solo a raccogliere tutti i cocci.

E poi lo sai che non piango per te
Stammi lontana, lontano da me
<Simò tutto okay? C'hai 'n'espressione> aveva commentato Manuel all'aspetto dell'amico il mattino dopo l'ennesimo tira e molla. Simone aveva ricacciato indietro tutte le lacrime e i cocci rotti di se stesso, rispondendo a tono: <Non piango mica per uno stronzo come te, ora lasciami stare e stammi lontano>, ma Simone voleva solo allontanarsi da se stesso e da quegli stupidi sentimenti che ravvivava come un fuoco destinato a spegnersi.

Tanto lo sai che stare con te e fare l'amore in un vicolo
Quelli come noi lo sai già come finiscono
Quelli come noi, quelli come noi, quelli come
Quelli come noi, quelli come noi
Quelli come noi, quelli come noi, quelli come
Quelli come noi, quelli come noi
Simone e Manuel avevano avuto la loro prima volta in un cantiere in costruzione, con la rabbia di Manuel che si era attaccato tra le loro pelli a contatto e con l'amore di Simone che bastava a curare le loro ferite. Simone avrebbe voluto di più, ma Manuel no. E così, avevano iniziato a rincorrersi senza acciuffarsi mai, in una corsa infinita. Manuel sapeva come l'avrebbero finita, ma continuava a mentire a se stesso. Simone era, anche lui, consapevole di come sarebbe potuta finire, ma mentiva a se stesso per non farsi troppo male.

Dai la colpa all'astrologia ma è un pretesto
Io ti ho capita, vuoi che vada via, ok, tra un po' esco
<Manuel ma che fai?> aveva borbottato Simone rientrando in classe dopo la ricreazione. La classe era ancora vuota. <Simò nun me rompe il cazzo perché Chicca l'ha detto che oggi è un giorno sfortunato in base al mio oroscopo. C'è qualcosa con gli ascendenti, cazzate così, stamme lontano>.
E per giorni non avevano parlato, se non a monosillabi e per l'essenziale scolastico, mentre Manuel prendeva coscienza di se stesso.

Ti chiedo scusa ma non chiedo scusa
In fondo scusa è un suono che non ho sentito da te e
<Simò possiamo parlare?> aveva detto Manuel bloccandolo durante un'uscita di gruppo con i compagni di classe. Il più alto aveva annuito poco convinto, poi lo aveva seguito davanti alla sua moto: <Scusa, davvero, non volevo ferirti ancora>. <Stronzo, scusa non basta, non lo sai chiedere, quindi finiscila > aveva sbottato Simone, stanco. <Oh ma che cazzo stai a dì, qua me pare che manco tu abbia chiesto scusa al momento opportuno. Sai cosa Simò? Che sei n' perfettone ma fai schifo con le relazioni. Mi riprendo le mie scuse che tra l'altro erano pure sincere, ma evidentemente nun te basta, ma me le riprendo perché anche tu me le dovevi e non me le hai mai fatte per tante cose>.

Non mi credevi che fossi felice, non mi si addice
Ma io ero più felice di te
Simone stava per montare sulla sua Vespa bianca e sfrecciare verso casa, ma era stato trattenuto per l'ennesima volta dalla voce di Manuel, stavolta più incerta di qualche attimo prima: <Nun me so' esprimere e me dispiace che passi sempre il messaggio che io nun te voglia o nun ce tenga, anzi. Son sempre stato felice con te, in qualsiasi momento. Mi dispiace aver realizzato tutto ciò adesso e averti fatto male, ma io ero davvero contento con te, forse anche più di te. Per favore diamoci un'occasione>.  E Simone aveva capito perché quelli come loro dovessero passare le pene dell'inferno prima di mettersi insieme.

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