Dum- Omar Rudberg

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*il testo originale è in svedese, il titolo significa "stupido"





Why do I always want what I can't have?
I should let go, but it never happens
I don't say a word because you probably don't feel the same
It might be just as well
I'm tired of wanting someone who doesn't want me back
Simone era innamorato di Manuel da un anno: aveva calcolato il primo momento in cui si erano scambiati il primo sguardo a scuola, tutte le volte che avevano condiviso il loro tempo, libero e non, ed era giunto alla conclusione, dopo aver visto questo sentimento crescere a dismisura, di essersi innamorato. Simone lo aveva ammesso a se stesso dopo un po', dopo svariati mesi passati a negarlo a tutti, compreso a se stesso, perché era consapevole di starsi facendo del male. E dopo un anno di litigi e tira e molla, era stanco. Avrebbe voluto lasciare andare quel peso che si portava dietro da tempo, ma era sicuro del fatto che, nonostante i cosiddetti mixed signals, ovvero indizi a casaccio che l'altro gli dava, era sicuro al mille percento di non piacere al super etero Manuel Ferro. A volte si metteva l'anima in pace e si godeva in maniera semplice e amicale la compagnia dell'altro, altre volte, la maggior parte se doveva essere sincero, le passava a corrodersi gli organi interni (uno ad uno) fino a sentire il cuore scoppiargli nel petto, le mani formicolargli per toccarlo anche per sbaglio o un minimo, la testa piena di input diversi, di frasi che si ripeteva da solo (smettila di illuderti, non gli piaccio, oh guarda quanto è bello, oddio ci stiamo sfiorando il braccio e la spalla, quanto profuma oggi e via discorrendo), della consapevolezza di essere un amico e basta.


I leave the party
Completely fucked up because you don't come after me
You make me stupid
You make me stupid
Manuel aveva organizzato la festa di Chicca: aveva chiamato il catering, il locale, il dj, il barista, aveva organizzato tutto nei minimi dettagli, ma alla fine era andato a casa di Alice a farsi una scopata perché boh, perché no si era detto, poi riesco a fare tutto, aveva continuato. E alla fine aveva lasciato Chicca in lacrime e Simone si era incazzato talmente tanto da andarsene dalla festa completamente ubriaco e sfasciargli la macchina che doveva consegnare a Sbarra.
Simone si era sentito un vero, patentato è perfetto deficiente ad essere andato a quella festa: era tornato a casa sfatto, nel mezzo di una crisi di ansia e insultandosi mentalmente per essere così deficiente a rincorrere le nuvole, a stare dietro ad un ragazzo come Manuel che tutti, tutti quelli dotati di un minimo di buon senso e amor proprio, avevano evitato di fare (Chicca a parte, che poi davvero lo aveva mandato affanculo andandosene giustamente con Matteo che sì era un coglione omofobo, ma almeno Chicca la sapeva trattare bene).

You're used to steal hearts like mine
So I have become quite tough
But not quite enough
I don't say a word because you probably don't feel the same
It might be just as well
I'm tired of wanting someone who doesn't want me back
<Simò> lo aveva salutato quella mattina. Il ragazzo chiamato in causa era rimasto imbalsamato sul posto sentendosi di nuovo un deficiente, per poi fargli un cenno del capo a mo' di saluto. Si era incamminati in classe per poi occupare i soliti posti. <Ma stai dormendo la notte?> gli aveva chiesto Laura dopo che aveva tirato fuori il suo quaderno di italiano. Aveva annuito un po' stanco, mentre Manuel osservava la scena in silenzio, domandandosi che cosa avesse fatto (a parte gli ultimi eventi) per meritarsi il mutismo selettivo di Simone, ormai stanco di se stesso e di tutti quei sentimenti da nascondere.


I can't control my thoughts
Or slow down my beating heart
What the fuck is this?
And how the fuck can I fall
For someone like you, who doesn't want me?
Simone aveva ceduto: dopo un anno e un mese di innamoramento cucito e ricucito nel suo cuore, relegato a qualcosa di secondario perché in qualche modo nella sua testa avrebbe intaccato Manuel, come se non avesse importanza tutto lo stress e la bile che aveva ingoiato, aveva confessato tutto a Manuel: <Non riesco più a fingere, mi dispiace, ci ho provato: ho provato a dimenticarti, a guardarti solo come un amico, a starti vicino sempre, ma più passavo del tempo con te, più mi piacevi, fino a che non ho capito che mi sono innamorato. Non posso controllare ciò che penso, le mie reazioni quando ti vedo. Non ci riesco più. E mi chiedo, ogni giorno, come sia stato possibile che io mi sia permesso di innamorarmi di uno come te, di una persona che tratta male le persone come me, di una persona che mi tratta male e basta, di una persona che non sa cosa vuole e che non fa altro che farmi soffrir e che non mi vuole soprattutto. Ho cercato di trattenermi fino all'ultimo perché avevo paura di perderti, ma sto troppo male pure per questo. Mi sento stupido da un anno e non mi riconosco più. Mi sembrava giusto dirtelo in nome della nostra amicizia, che nonostante tutto mi porterò dietro come un bel ricordo, ma non mi aspetto altro: a settembre cambio scuola. Stammi bene>.

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