Oggi ci sono i funerali di Paola, io insieme a Sammy e i ragazzi della parrocchia abbiamo deciso di andare a messa, mi dispiace molto non stare accanto a Giuseppe in questo momento.
Noi ragazzi arriviamo molto prima dei partecipanti del funerale, apriamo la chiesa, sistemiamo l'altare, chi si deve vestire per la messa, si va a sistemare, chi è nel coro, si mette sulla altare dietro la Madonna delle Grazie, il resto ci restiamo nei banchi, "Quando hai intenzione di dirgli del bambino?" mi chiede Sammy, "Non è il momento" dico, "Per te quando sarà il momento?" chiede, "Almeno settimana prossima" dico, guardo l'ora, sono le 15:45 e tra quindici minuti dovrebbe iniziare la messa, nel frattempo arriva anche padre Maurizio, "Miriam vieni" dice il parrocco entrando in sacrestia, lo seguo, "Mi devi dare i dati della bambina e dei genitori" dice, "Certo" dico, inizio a dire quello che mi chiede, dopo che ho finito, "Sei sicura di non vestirti?" mi chiede, "Si" dico, "Lei ti vorrebbe vederti vestita di bianco, ti ricordo che gli piaceva" dice, "Padre Maurizio la prego, fa male" dico trattenendo le lacrime, prendo la mia tunica e vado nell'ufficio insieme agli altri, "Sei sicura di vestirti?" chiede Mario, "Lo faccio per Paola" dico mettendo la tunica, nel frattempo è arrivata la bara della piccola e vedo Giuseppe più distrutto che mai, vorrei andargli incontro, "Mary ti do due minuti, vai da lui" dice padre Maurizio, esco dagli uffici e vado da lui, è seduto in prima fila, "Professore" dico chiamandolo, quando ci sono anche altri professori e conoscenti della scuola lo devo chiamare così, mi guarda, si alza e mi abbraccia, un abbraccio bisognoso, "Vorrei tanto che tu fossi accanto a me" dice, "Non posso" dico, "Lo so" dice, mi stacco, gli do un bacio sulla guancia, vado verso la barra e do un bacio sul pezzo di legno bianco e ritorno negli uffici, ci mettiamo ognuno ai propri posti, sono la cerimoniere, suono la campana dell'inizio della messa e andiamo verso l'altare.
Durante la fine della messa mi sono iniziata a sentire male, appena padre Maurizio da la benedizione e noi ministranti ritorniamo negli uffici, do in affido la mia tunica e vado da Sammy, "Che hai?" chiede, "Mi sento male" dico, "Cos'hai?" chiede, "Dolore pelvico crampiforme" dico, "Cioè?" chiede, "Dolore al basso ventre, come se ho il ciclo" dico, "Aspetta girati" dice, mi giro, "Dobbiamo andare in ospedale" dice, "Perché?" chiedo, "Stai avendo un aborto spontaneo" dice, mi spavento, "A Giuseppe non lo lascio" dico, "Se non ti dai aiuto, ce capace non potrai avere più figli con lui" dice, mi spavento peggio ancora e quindi vado con lui in ospedale.
Per il bambino non c'è stato niente da fare, l'ho perso, Sammy voleva chiamare a Giuseppe per dirglielo, ma gliel'ho impedito, già per Giuseppe è straziante sapere che sua figlia è morta, poi sapere che la sua donna ha perso il bambino che portava in grembo non è molto meglio. In tutto ciò, visto che ancora ci sono le vacanze estive e manca ancora più di un mese al rientro a scuola, vorrei andare a Jaipur, la città d'origine di mio padre, avvisando solo mio fratello Filippo e Sammy, ho un bisogno necessario di allontanarmi da tutti e da tutto.
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Un passo dal cielo
RomanceUn rapporto che va oltre di una semplice rapporto tra un professore e una sua alunna, che questo rapporto si spingerà oltre le mura scolastiche.