Capitolo 19

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"C...chr...Christian?"

Provo ad aprire gli occhi, lentamente, vengo accecata dalla luce biancastra che si riflette sulle pareti bianche di quella stanza.

Richiudo gli occhi per qualche secondo, poi li riapro.

Sono sdraiata.

Mi metto seduta e mi guardo intorno, sembrerebbe proprio una stanza d'ospedale, pareti bianche, piccola TV, mobiletti bianchi.

"Tamara!" è la voce di mia madre, che entra di corsa, abbracciandomi.

"Mamma" chiudo gli occhi e assaporo il suo calore, da quanto tempo non ricevevo un abbraccio?

Troppo.

"Che... Che è successo?" chiedo slegandomi dalla sua presa.

"Sei andata a sbattere contro un'albero" sussurra "meno male che di li passava una coppia di ragazzi che ha chiamato subito l'ambulanza"

Mi stropiccio gli occhi, ripensando a quello che mi aveva appena detto.

Un albero.

Allora ero finita fuori strada, Christian aveva ragione, dovevo fare più attenzione.

"Stai bene, non ti sei rotta nulla per fortuna" continua mia madre.

"Sono stata fortunata" dico mentre Christian appare di fianco a me.

Mi sorride in modo strano.

"Penso... Che mi riposeró un pò" sussurro stiracchiandomi, vedo mia madre annuire "certo certo", mi saluta con un cenno ed esce sorridendo.

" Sono felice che tu stia bene" dice Christian "meno male che non ti sei rotta nulla, avresti dovuto tenere le stampelle ancora per qualche mese".

Mi metto a ridere, mentre con una mano giocherello con il lenzuolo.

"Ieri sera... Hai tirato un pugno ad Andrea"

Si guarda attorno imbarazzato "Stava esagerando" dice poi.

"Beh, grazie di avermi salvato, allora" gli faccio l'occhiolino, sorridendo.

Lui ricambia dolcemente.

"Dovevi vedere la faccia della coppietta che ha chiamato l'ambulanza, la ragazza sembrava terrorizzata"

"Davvero?"

"Si, per un momento ho pensato anche io che tu fossi... Morta"

Sbatto le palpebre.

E se fossi morta?

Avrei passato l'eternità con Christian?

Scaccio questo pensiero, scuotendo la testa.

"Christian" sussurro.

"Dimmi" si avvicina a me.

"Com'è morire?"

Mi guarda negli occhi, sorpreso dalla domanda improvvisa.

Socchiude la bocca e poi la richiude subito, come a voler impedire alle parole di uscire.

Ho fatto la domanda sbagliata?

"Non è piacevole" dice con un finto sorriso "io... Ero arrabbiato quel giorno"

Abbassa la testa.

"Avevo litigato con mio padre, non andavamo d'accordo. Aveva picchiato ancora una volta mia madre, non potevo sopportare un secondo di più, non riuscivo a guardare ancora i suoi occhi blu rovinati dai pugni di quello stronzo. Allora uscii di corsa da casa. Non importava la destinazione, l'importante era allontanarsi da lui, andarmene per un pó"

Mi rivolge uno sguardo triste, mentre mi pento di avergli fatto quella domanda.

"Corsi a testa bassa, senza guardarmi intorno" continua "dopo un pó mi accorsi di essere finito vicino al boschetto, quindi decisi che il rumore della natura mi avrebbe aiutato, d'altronde un pó di tranquillità non mi avrebbe fatto male. Allora entrai nel boschetto, con gli occhi chiusi per assaporare i rumori. Iniziai a pensare a molte cose, alle sofferenze, a lui, a mia madre. Mentre lasciavo che il mio spirito si liberasse da tutta la rabbia che avevo non mi accorsi del burrone"

China la testa da un lato.

"Conoscevo perfettamente il boschetto e sapevo che c'era il burrone, ma ero talmente immerso nei miei pensieri che me ne dimenticai.
Mentre cadevo sentivo i sassi ferirmi le braccia, le gambe. Ricordo che quando arrivai in fondo guardai il cielo, nascosto dai rami degli alberi, pensando che la mia morte sarebbe stata inutile come la mia vita, non avevo mai impedito a mio padre di picchiarci, non avevo mai fatto nulla. Sentivo il dolore lancinante che lentamente svaniva, insieme alla mia vita"

Trattengo il respiro mentre Christian mi guarda negli occhi.

"Non ho sentito nulla. Mi sono semplicemente alzato da terra e ho visto il mio corpo distrutto, accasciato. Mi hanno trovato due anziani qualche giorno dopo. Ricordo che mia madre era disperata, mio padre non si presentò al mio funerale"

"Deve essere stato terribile" sussurro "scusami se ti ho fatto questa domanda"

"Tranquilla, me l'avresti chiesto prima o poi"

Lo guardo negli occhi, mentre mi rivolge un sorriso dolce.

"Non preoccuparti"
 

Ciao ragazzi, scusate se non pubblico i capitoli molto spesso ma la scuola mi impegna tanto.
Spero che possiate perdonarmi:)

Un bacio, Alessandra

Siamo solo ombreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora