Capitolo 6

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Mi avvio verso casa.

Forse dovrei ringraziare Lucia per avermi "salvato".

O forse dovrei farla pagare a Elisa.

Tiro fuori le chiavi dalla tasca e apro la porta.

Che bello, sono a casa da sola, posso fare quello che voglio.

Lancio lo zaino per terra e mi fiondo sul divano.

Cerco qualcosa di interessante in TV, e decido di guardare un programma di abiti da sposa. Che belli sono, in tutta la loro magnificenza, i pizzi, i brillantini. Sarebbe bello indossare un vestito del genere in un'occasione tanto speciale.

*BAM!*

Qualcosa è caduto al piano di sopra.

"Chi c'è?"

Nessuna risposta.

Mi alzo piano dal divano.

*grat grat grat grat*

Ancora quel rumore fastidioso.

Salgo le scale in punta di piedi con un filo di paura.

Devo fare piano, chiunque ci sia potrebbe sentirmi.

Prendo un tazzone dalla mensola. In caso ci fosse un ladro potrei colpirlo in testa.

Arrivo in cima alle scale e continuo a camminare in silenzio.

La porta della mia camera è socchiusa.

Mi avvicino con cautela.

*SBAM!*

Di colpo la porta si chiude.

Mi fermo con il cuore in gola.

Chi può esserci?

Faccio qualche passetto avanti, verso la mia stanza.

Appoggio la mano sulla maniglia.

*grat grat grat*

Oddio, quel rumore.

Adesso mi fa paura.

Mi faccio coraggio e guardo la tazza enorme che tengo in mano.

Se è un ladro, posso farcela, mi basta colpirlo in testa con questo.

Apro la porta di colpo.

L'armadio è spalancato.

Sul pavimento c'è un vaso rotto, i suoi cocci blu sono sparsi ovunque.

Non avevo mai visto quel vaso finora.

Siamo solo ombreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora