Capitolo 20

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Lo sguardo di Christian sembra sereno, eppure sono certa che mi nasconda qualcosa.

Ho fatto la domanda sbagliata, forse non avrei dovuto tirare fuori questo argomento.

Mi volto verso di lui, guardandolo in quegli occhi verdi.

"Deve essere fico essere un fantasma" cerco di alleggerire la conversazione.

"Si, in effetti è bello. Puoi ascoltare senza essere visto, puoi spiar... Cioè spaventare qualcuno" fa una risatina nervosa.

"Aspetta aspetta, tu mi hai mai spiato?" chiedo con un sorriso malizioso.

"Si, cioè no! Nono!! Io?" le sue guance si arrossano.

Rido di gusto, mentre scuoto la testa.

"Non si fa" sussurro.

Si gratta la nuca imbarazzato e mi fa un sorriso.

"Tu non lo faresti?"

"Certo" rispondo scoppiando a ridere.

"Oddio Tami!" urla Lucia dalla soglia della stanza.

"Meglio che vada" sussurra Christian con un ombra di malinconia, sparendo nel nulla.

"Tutto bene?" Lucia si avvicina al mio letto, con aria preoccupata.

"Certo" rispondo "Sono ancora intera"

Mi rivolge un sorriso speranzoso "Ne sono felice, dio mio, appena l'ho saputo sono corsa qui. Dovresti vedere Andrea"

Sussulto nel sentire quel nome.

"A...Andrea?" dico titubante

"Già, è convinto che se non fosse stato ubriaco tu non saresti salita in macchina e non avresti fatto l'incidente. È mortificato"

Un pò mi spiace per lui, non ne ha colpa.

"Vuoi saperla una cosa?" sussurra Lucia chinandosi verso di me.

"Sentiamo"

"Tu gli piaci, tanto. Si vede lontano un miglio che stravede per te. Ma nonostante questo tu lo hai rifiutato"

"Ero ubriaca" mi affretto a dire "non mi ricordo quasi nulla"

Bugia. Mi ricordavo tutto, la sua bocca calda, le sue parole, il pugno di Christian.

"Comunque è qua fuori"

"Cosa?" sgrano gli occhi, mettendomi a sedere di colpo.

Sento la schiena che fa male, indolenzita.

"Vorrebbe chiederti scusa, è venuto qua con me, voleva vederti"

Rimango senza parole.

"Tamara" dice piano una voce maschile.

"Ehi" rispondo accennando un sorriso.

Andrea si avvicina al letto, guardandomi.

"Stai tanto male?"

"No, tranquillo. Come ho già detto a lei sono ancora intera"

Si avvicina i più, guardandomi negli occhi.

"Scusami. Ero ubriaco e... Non mi controllavo" ad un tratto il suo sguardo si sposta verso il pavimento "Spero che tu non c'è l'abbia con me. Se ti fossi fatta male... Non me lo sarei mai perdonato"

"Andrea" dico posando gli una mano sulla spalla "non è colpa tua, mi sarei schiantata contro quell'albero comunque"

Le mie parole sembrano sollevarlo e mi rivolge ancora i suoi occhi nocciola.

"Grazie Tamara" dice sorridendo "e scusa ancora".

*spazio autrice*

Scusatemi, veramente perdonatemi se ho trascurato la storia, ma tra una cosa e l'altra me ne sono totalmente scordata. Spero che continuare a leggerla lo stesso, fatemi sapere cosa ne pensate:)
Un bacione, :*
Alessandra

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