10 Capitolo

3.4K 253 5
                                    

Natale stava arrivando, le strade erano ricoperte di neve e la gente sembrava anche più felice. «Occhi verdi?» Mi chiamò Davis mentre spolveravo il bancone del bar. «Si?» Lui si avvicinò grattandosi la testa, sembrava nervoso. «Hai ehm... qualcosa da fare per Natale?» Mi chiese. «No, perché?» Chiesi incuriosita. «Non torni dalla tua famiglia?» A quella domanda mi irrigidii. «Perché me lo chiedi?» Risposi freddamente. «Volevo chiederti se... volevi passarlo con me e mia zia.» Disse facendomi un debole sorriso, rimasi a bocca aperta ero così importante per lui? «I-io...» Balbettai, lui agitò le mani in aria. «Pensaci naturalmente.» Sorrise di nuovo imbarazzato allontanandosi, rimasi spiazzata, cosa avrei dovuto fare?

«Perché non andarci?» Mi chiese Chelsea non appena le raccontai tutto. «Mi sta invitando a casa di sua zia! La sua famiglia!» Gridai camminando avanti e indietro per la stanza. «Oh avanti! È così carino con te, Hayley dannazione per una volta lasciati andare, andrà tutto bene!» Sospirai sedendomi accanto a lei sul letto. «So che hai ragione...» Sorrisi debolmente , lei annuì abbracciandomi. «Tu cosa farai per Natale?» Le chiesi cambiando argomento. «Lo passerò con i miei genitori e i miei fratelli, spero di riuscire a scappare per passare anche del tempo con i ragazzi, faremo una tournée a breve.» Il suo viso si illuminò a quelle parole. «Davvero?» Ero così contenta per lei. «Si, abbiamo rimpiazzato Jacob, è un ragazzo piuttosto bravo, siamo pronti.» Sorrise mentre lo diceva.

Natale arrivò troppo in fretta per i miei gusti. «Stai benissimo, smettila di dire il contrario.» Mi rimproverò Chelsea mentre mi guardavo allo specchio, mi aveva costretta a mettere un suo vestito nero che mi lasciava scoperta la schiena. «Non hai esagerato?» Le chiesi storcendo la bocca. «No! Ora basta.» Rispose spazientita.
Legai i capelli, odiavo vederli scivolare giù per le spalle, quando il citofono suonò. «È lui...» Bisbigliai guardandomi un ultima volta per poi prendere la mia giacca. «Hayley! Forza!» Gridò Chelsea, corsi verso la porta d'ingresso. «Ci vediamo dopo.» La salutai. «Sei bellissima, hai capito?» Domandò sorridendo, alzai gli occhi al cielo e poi la salutai con la mano, non appena scesi giù lo vidi, fuori da una macchina ad aspettarmi. «Sei meravigliosa.» Mi accolse sorridendo, arrossii leggermente prima di rivolgergli anche io un sorriso. «Anche tu.» Dissi mentre mi apriva lo sportello dell'auto. «Di chi è questa macchina?» Chiesi incuriosita, conoscevo solo la sua moto. «È di mia zia.» Annuii irrigidendomi: ripensando al fatto che fra poco l'avrei incontrata. «Sta tranquilla.» Mi disse accarezzandomi una spalla e accorgendosi della mia agitazione.
La casa dove Davis era cresciuto era la solita casa di campagna immersa nel verde, sua zia ci accolse con un caloroso abbraccio. «Salve signora.» La salutai entrando in casa. «Chiamami pure Charlotte.» Rispose sorridendo, mi guardai attorno la casa era piccola ma molto carina, un caminetto acceso emanava calore rendendo la casa più confortevole. «La cena è già pronta, venite in cucina.» Disse Charlotte mentre Davis mi sorrideva e lentamente mi accarezzava la schiena nuda, lo guardai arrossendo a quel contatto.
Charlotte cucinava veramente bene. «Era tutto davvero buono.» Lei mi sorrise. «Grazie cara.» Rispose alzandosi per sparecchiare. «Ti aiuto.» Dissi alzandomi anche io e prendendo il mio piatto. «Davis, perché non vai ad aggiungere della legna al camino?» Chiese sua zia, lui mi lanciò un' occhiata per capire se ero preoccupata all'idea di restare da sola con lei, cercai di sorridergli nel migliore dei modi. «Uhm, va bene.» Disse per poi scomparire in salotto. «Davis mi ha parlato di te.» Iniziò a dire Charlotte. «Oh...» Risposi soltanto prendendo un bicchiere dalla tavola. «Mi ha detto che avete preso un cane, però non l'ho ancora visto.» Continuò, dove voleva arrivare? «Quando parla di te gli si illuminano gli occhi, conti molto per lui.» Mi sorrise accarezzandomi il braccio, il mio cuore si scaldò a quelle parole, anche io mi ero affezionata a suo nipote, non potevo negarlo. «Di sicuro ti ha raccontato la sua storia, non è così?» Mi chiese levando la tovaglia da tavola. «Si, è così...» Risposi abbassando lo sguardo. «L'ho cresciuto come un figlio, però avrei tanto voluto che lo facesse mia sorella.» Sospirò sedendosi e appoggiando le braccia sulla tavola, ormai sparecchiata. «Non l'ha più sentita?» Le chiesi sedendomi anche io. «No, non so dove sia.» Rispose con lo sguardo perso, soffriva ancora lo leggevo nei suoi occhi. «Quindi ti prego, tu sei una brava ragazza, capisci cosa ha passato e ho passato?» Disse prendendomi la mano, io annuii. «Perdere una sorella...» Non riuscii a finire la frase, le parole mi morirono in gola. «Io tengo molto a suo nipote.» Dissi trattenendo le lacrime e cambiando argomento, lei mi sorrise debolmente. «Ora andiamo da lui.»
Il resto della serata lo passammo a chiacchierare dell'infanzia di Davis, ma quando entrammo in macchina ricordai le parole di sua zia. «Mi ascolti occhi verdi?» Mi chiese Davis, ritornai alla realtà. «Scusa, ehm io... mi sono accorta che sta piovendo.» Inventai guardando fuori dal finestrino. «Sembra che anche dentro di te stia piovendo,cosa ti prende? Non ti sei divertita?» Mi chiese allarmato. «Oh no, tua zia è magnifica.» Sorrisi e lui mi accarezzo una guancia mentre brividi attraversavano il mio corpo, mi faceva sempre questo effetto, non cambiava mai, Davis era l'unico a provocarmi queste emozioni.

Fidati di me occhi verdiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora