17 Capitolo

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«Non voglio lasciarti da sola la sera, tutto qui.» Disse Chelsea. «So badare a me stessa.» Risposi sbuffando. «Questo lo so, solo che, ti fa bene uscire e distrarti un po'.» Disse mentre si metteva un paio di jeans. «Chelsea, i ragazzi non sanno quello che è successo, mi chiamano Hayley e non so se posso ancora sopportare questo nome.» Mi sedetti sul suo grande letto mentre lo dicevo sentendomi un po' in imbarazzo. «Ho già parlato con loro, sta tranquilla, vieni solo a vederci provare e basta.» Sospirai ma poi annuii.
Erano già passate due settimane, Chelsea mi costringeva ad uscire con lei e il resto della band, guardai di nuovo il cellulare ma niente, nessuna chiamata. «Sono pronta, andiamo.» Disse trascinandomi fuori dalla stanza facendomi quasi cadere.
Ci incontrammo nel garage di Lucy.
«Ehi, come va?» Mi chiese Chad non appena arrivammo, mi limitai a sorridere senza aggiungere altro, gli altri mi salutarono senza chiedermi niente, sembrava che parlare con me fosse come disinnescare una bomba. «Mangiamo qualcosa e poi iniziamo.» Disse Lucy aprendo il piccolo frigo. «La settimana prossima suoniamo al Music bar, me lo hanno chiesto e ho accettato.» Annunciò Chelsea. «Ma è lontano da qui.» Disse Mark, io non ne avevo la più pallida idea. «Dormiamo in un motel.» Rispose alzando le spalle e bevendo una birra che Lucy le aveva offerto, tutti annuirono. «Mia, tu vieni con noi?» Mi chiese Chad, io guardai Chelsea con aria interrogativa. «Certo.» Rispose lei annuendo, spalancai la bocca. «No, veramente non lo so ancora.» Dissi fulminandola con lo sguardo, perché dovevo?
Voleva portarmi con loro perché ero sola? Perché Davis era andato via? Stavo male ma cercavo di riprendermi, avevo fatto degli sforzi enormi per sorridere di nuovo perché io ci credevo, ci credevo alla nostra storia perché quel cuore non lo avevo mai sentito battere così. «Vuoi?» La voce di Chad mi riportò alla realtà, lo guardai, mi stava offrendo un pezzo di pizza, annuii distrattamente e cominciai a mangiarlo. «Mia, io... volevo scusarmi con te.» La cosa mi sbalordiva, mi chiamava con il mio vero nome con molta facilità. «Per cosa?» Chiesi non capendo. «Per la notte di capodanno, io ero ubriaco, non ho avuto modo di vederti per chiedertelo ma adesso si e, davvero, mi dispiace.» I suoi grandi occhi azzurri sembravano carichi di tensione. «Sta tranquillo, è tutto ok.» Sforzai un sorriso e lui ricambiò abbracciandomi, quel contatto mi fece sobbalzare così mi spostai da lui.
Appena iniziarono a suonare controllai il cellulare ma niente, nessuna novità, sospirai, ero diventata dipendente da quel cellulare, mi mancava troppo, come potevo continuare?

Fidati di me occhi verdiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora