13 Capitolo

3.1K 244 7
                                    

Passai una settimana senza Chelsea a pensare cosa avrei dovuto fare, non ne avevo parlato con Davis, non mi sentivo pronta a condividerlo con lui, avevo paura ma sentivo il mio amore crescere ogni volta che lo guardavo.
Mi alzai dal letto malconcio sospirando, andai in cucina per fare colazione ma mentre aprivo il frigo sentii la porta dell'ingresso chiudersi. «Chelsea?» La chiamai, doveva essere rientrata, lei non rispose ma la sentii correre verso la cucina e poi la vidi, la guardai scioccata. «Cosa hai fatto ai capelli?» Chiesi continuando a guardarli, li aveva tinti di un colore verde mela. «È così che si saluta un'amica?» Mi rimproverò scherzando, mi sorrise, poi si avvicinò a me e mi abbracciò. «Mi sei mancata.» Le dissi. «Anche tu.» Si staccò da me continuando a sorridere. «Allora, raccontami, sei contenta?» Le chiesi guardandola. «No, no, parliamo di te, non dirmi che vuoi ancora andare via.» Mi rimproverò, sul serio questa volta, sbuffai. «Chelsea, devo pensarci, non è così semplice.» Lei non sapeva. «Ma si che è così semplice, cosa ti spinge tanto a scappare?» Mi chiese e il mio cuore mancò un battito. «Io...» Non sapevo cosa dire, lei non conosceva la verità. «Voglio che tu resti, non voglio un'altra coinquilina.» Incrociò le braccia al petto senza chiedermi altro per fortuna. «Sei stanca? Ti va di suonare al bar dove lavoro sta sera?» Le chiesi in fretta cambiando argomento. «Proprio sta sera? Devo chiederlo al resto dei ragazzi.» Rispose sedendosi sul tavolo, io annuii, ogni sabato aprivamo anche la sera e questa idea mi era venuta proprio adesso per parlare d'altro ma forse, così, potevamo attirare più clienti.
Il mio turno iniziava di pomeriggio, alla fine Chelsea accettò così io e Davis cominciammo a preparare tutto il locale, quando aprimmo e i ragazzi arrivarono cominciarono a suonare pezzi perfetti per il bar. «Da dove ti vengono queste idee geniali?» Mi chiese Davis sorridendo, io alzai le spalle. «Non saprei.» Mi soffermai a guardare Carol e Adam servire i clienti mentre io e Davis ci stavamo riposando un po' seduti sugli sgabelli. «Non smetterò mai di dirlo, sono davvero bravi i tuoi amici.» Disse alzandosi e cominciando a ballare in modo buffo al ritmo di musica, Risi leggermente. «Sei pazzo.» Gli dissi, lui sbarrò gli occhi e poi mi tirò giù dallo sgabello cominciando a ballare con me, mi stavo divertendo tantissimo, era lì che volevo stare, tra le sue braccia, continuavo a guardarlo in viso, era così bello, quando la canzone finì si avvicinò al mio orecchio e sussurrò: «Mi fai impazzire occhi verdi.» Arrossii a quelle parole. «Hayley, puoi venire un momento?» Mi chiamò Carol , mi immobilizzai dalla paura, cosa voleva dirmi? Voleva licenziarmi? Aveva visto me e Davis ballare? Lo guardai con occhi spaventati ma lui sorrise e mi accarezzò la schiena per rassicurarmi, la magia era svanita, mi avvicinai a lei e stranamente sorrise. «Non so come ringraziarti.» Disse facendomi un sorriso sincero. «Come?» Le chiesi, forse non avevo capito bene. «Guarda mio padre, non lo vedevo così da anni e anche io sono più serena.» Le sorrisi, mi stava veramente ringraziando. «Non ringraziarmi ti prego, io ho solo dato delle idee.» Dissi imbarazzata. «Hai fatto molto di più, hai riportato dei clienti al bar di mio padre, non sai quanto tiene a te.» Mi accarezzò un braccio, non pensavo che Carol mi potesse dire cose del genere. «Dopo la morte di mia madre qualcosa si è rotto in lui e il bar è andato in rovina ma adesso va tutto di nuovo a meraviglia Hayley ed è grazie a te.» Mi abbracciò stretta.
Mi rendevano tutti felice, come potevo andare via?

Fidati di me occhi verdiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora