Trascinavo i miei piedi sull'asfalto, era passata una settimana dal mio incontro con Charlotte e mi sentivo più sicura sapendo che Davis stesse cercando sua madre, sospirai guardando il cielo, non faceva più freddo, la primavera era arrivata, vidi il bar avvicinarsi sempre di più grazie ai miei passi, lo raggiunsi troppo in fretta per i miei gusti, spinsi la porta per entrare e il mio cuore si bloccò.
Un mese.
Era passato un mese.
Un mese senza le sue risate.
Senza i suoi discorsi.
E adesso era qui.
Era tornato.
Era qui con me.
Si voltò sentendo la porta aprirsi e appena mi vide i suoi occhi mi sorrisero, restavo lì immobile con una gioia immensa nel cuore, forse avrei dovuto aspettare, lasciargli tempo ma non potevo farcela ancora per molto: corsi verso di lui abbracciandolo forte. «Oh, che accoglienza.» Disse mentre lo sentivo ridere. «Mi sei mancato Davis, dobbiamo parlare.» Tornai seria guardandolo negli occhi. «Dopo il turno ti porto in campagna.» Mi sussurrò all'orecchio. «Ci sarà anche Billy.» Disse ancora ammiccando, sorrisi, era tornato, era tornato veramente.«Non allontanarti!» Gridai al piccolo Billy, Davis rise. «Non è un bambino.» Mi prese in giro, lo colpii piano sul braccio mentre camminavamo verso il grande albero dove mi aveva già portata. «Non ci credo ancora che sei qui.» Sembrava tutto tornato come prima, come se quel giorno non fosse mai esistito, come se Grant non fosse mai venuto a parlarmi. «E invece sono qui, non posso starti lontano occhi verdi.» Si bloccò di colpo guardandomi negli occhi. «E allora perché sei andato via?» Gli chiesi, lui scosse la testa. «Volevo che tu ti confidassi con me ma... non sei ancora pronta.» Rispose, sembrava ferito. «So che sei andato a cercare tua madre.» Ammisi, lui spalancò gli occhi ma poi annuì. «Si, è così.» Ricominciammo a camminare. «L'hai trovata?.» Scosse la testa, triste. «Ho conosciuto una donna, la conosceva, dice che non faceva altro che pensare me e mia zia,ma non sa dove sia finita adesso.» A quel ricordo sorrise e lo feci anche io, si volevano veramente bene le due sorelle. «Tua madre e mia zia mi ricordano molto me e mia sorella Brooke, eravamo molto legate.» Parlare di lei mi faceva sempre così male ma sapevo che con lui potevo finalmente sfogarmi. «E ora non lo siete più?» Mi chiese interessato. «Mi piace pensare di si ma... dopo la sua morte... non so come definire il nostro rapporto.» Un dolore mi attraversò tutto il corpo. «Mi dispiace... io... non sapevo.» Cercò di scusarsi, lo vedevo nei suoi occhi. «Sta tranquillo, io... posso parlarne.» Annuii decisa. «Come è successo?» A quella domanda il mio cuore sprofondò. «Lei...» Cercai di andare avanti. «Lei aveva un ragazzo, sembrava un tipo perfetto, un tipo che sa come trattare una donna, invece la picchiava, lei cercava di tenerlo nascosto ma a me non sfuggiva, capivo che c'era qualcosa che non andava e io... cercavo di farle capire che lui non la meritava...» Ero ancora debole, forse troppo perché lacrime salate cominciarono a bagnarmi il viso, Davis mi strinse a se ma io dovevo raccontare, solo così sarei riuscita ad andare avanti a scacciare i miei demoni. «Un pomeriggio tornò a casa con il volto sfregiato, parlammo a lungo e lei capì, finalmente, che la cosa migliore da fare era lasciarlo e andare via, prendersi una pausa con un lungo viaggio, dimenticare tutto quello che aveva passato, e io... decisi di andare con lei.» Feci una pausa per prendere aria. «Decidemmo di partire di notte, di lasciare un biglietto ai nostri genitori e di andare via, era tutto pronto ma appena uscimmo lei sembrava averci ripensato sembrava che volesse tornare indietro, mi disse "Voglio salutarlo prima di partire." Esattamente queste parole, sapevamo benissimo che non era la cosa giusta da fare ma lei mi convinse, diceva: "Scappo via subito." O "Tanto non saprà mai dove vogliamo andare." La lasciai andare ma Brooke non tornò, non la vidi mai più viva, non vidi il suo volto o i suoi capelli, quei capelli che tanto amavo, lei li ha sempre avuto un biondo più bello del mio, litigavo con lei anche per queste stupidaggini.» Sorrisi un po' al ricordo dei nostri capelli lunghi. «Lui l'ha uccisa e poi è scappato, non hanno trovato Kevin, quel ragazzo che fingeva di amarla, l'ha soltanto illusa, al solo pensiero che io, sua sorella, l'ho lasciata andare... questo pensiero non faceva altro che distruggermi continuamente così scappai via senza dirlo a Grant, ai miei genitori, andai via perché avevo deciso così con lei, scappare e non farmi riconoscere mai più, così mi sono fatta chiamare Hayley e mi sono tinta i capelli.» Davis non parlò, forse era sconvolto, forse sarebbe scappato via adesso e invece no, mi strinse più forte a se. «Grant è venuto a cercarmi per convincermi a tornare, io penso che ne morirei, però... Nel frattempo mi mancano così tanto i miei genitori.» Finii di parlare e in quel momento mi sentii meglio, avevo bisogno di dirlo a qualcuno, di sfogarmi e non tenere niente dentro. «Sarebbe una buona idea andarli a trovare, perché non ci pensi su?» Sorrisi, cercava di aiutarmi. «Prima voglio tornare me stessa.» Ammisi, lui alzò un sopracciglio. «In che senso?» Mi chiese. «Voglio tornare bionda.» Lui spalancò gli occhi. «Andiamo allora.» Mi afferrò la mano cominciando a camminare verso la macchina. «Andiamo Billy!» Lo chiamai. «Lo tratti veramente come un bambino.» Scherzò Davis. «Smettila di prendermi in giro.» Gli diedi una spinta e lui mi prese in braccio cominciando a ridere. «Mettimi giù!» Gridai ridendo, Davis obbedì avvicinandomi a lui, lo guardai negli occhi, mi era mancato così tanto, non pensai più e lo baciai, lo baciai con passione infilando le mie mani sui suoi capelli così morbidi, quando ci staccammo non avevamo più fiato. «Io ti amo Davis.» Bisbigliai con il cuore che mi martellava nel petto. «Anche io occhi verdi.»
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Fidati di me occhi verdi
RomanceTumblr: wattpad-trustmegreeneyes Dopo quella notte aveva congelato il suo cuore: rendendolo impenetrabile e privo di emozioni. Continuava a fuggire dagli affetti restando fredda e distaccata. Riuscirà mai a tenersi fuori da tutto anche dopo essersi...