Estrella
Inizio a compilare dei moduli per concludere un accordo con delle clienti, mentre sorseggio il mio caffè bollente.
Tornare così tardi stanotte non è stata affatto una buona idea, ma almeno ho passato una bella serata e mi sono divertita come non facevo da un po'.
Improvvisamente, la mia attenzione viene catturata da Carlos che si presenta a passo svelto davanti alla vetrata del mio ufficio, seguito da Blanca, una delle segretarie, che cerca di fermarlo prendendolo dal braccio.
Aggrotto le sopracciglia e sbuffo, facendo un cenno a Blanca per dirle di far entrare il mio amico senza problemi.
"Ma buongiorno..." lo saluto ironica.
"Buongiorno un cazzo, Estrella" risponde lui con tono duro, battendo piano un pugno sulla mia scrivania.
Alzo un sopracciglio e scuoto la testa, guardandolo confusa. "Scusami? Ti sei alzato con il piede sbagliato stamattina?" gli chiedo infastidita.
Lui ride nervosamente. "Com'è andata ieri sera? Ti sei divertita di più quando ti sei fatta scopare dal mio collega o quando gli hai raccontato delle corna che mi ha fatto Camila?" chiede con un tono fortemente rancoroso e tagliente.
Il mio viso cambia repentinamente ed assume un'espressione stranita, sorpresa ed infastidita. "Carlos, ma che hai?" mormoro alzandomi dalla poltrona per abbassare la tendina dell'ufficio.
"Felipe mi ha detto che il vostro appuntamento è andato «molto bene», non la smetteva più di sorridere" mi spiega con una smorfia disgustata, virgolettando con le mani.
"E con questo? Non sono andata a letto con lui, Carlos, e anche se fosse non sono affari tuoi, te l'ho detto anche ieri" dico nervosa, puntandogli un dito contro.
"Ok, bene, non sono affari miei. Ma la mia relazione con Camila, invece, non sono affari tuoi, mi sembra" dice avvicinandosi, quasi con tono di sfida.
Aggrotto le sopracciglia e incrocio le braccia al petto, restando a guardarlo confusa. "Che cosa c'entra quella stronza adesso?"
"Non lo so, Estrella, dimmelo tu. Perché hai raccontato di lei a Felipe? Che bisogno c'era di farlo? Sai quanto mi fa male sentir parlare di tutta quella storia!" esclama, stringendo i pugni e contraendo la mandibola.
In quel momento lo stomaco mi si stringe è un brivido percorre tutto il mio corpo. Ieri sera ho parlato di questa cosa con Felipe perché credevo avesse capito che glielo stavo dicendo in confidenza; non mi immaginavo di certo che andasse direttamente da Carlos a raccontarglielo.
"Carlos, io..." mormoro lievemente, avvicinandomi di più a lui per accarezzargli il braccio.
"Tu cosa? Parla, illuminami perché davvero, io non capisco" esclama lui, passandosi una mano fra i capelli.
"Ho sbagliato a dirglielo, hai ragione, ma non-" provo a spiegare, ma vengo interrotta.
"Perché gliel'hai detto, cazzo!" alza la voce, sbattendo un pugno sulla scrivania.
Sento i miei occhi iniziare a bruciare e le mani formicolare. Ho fatto un casino. Carlos ha ragione, sapevo perfettamente che questo è un argomento tabù da anni ormai, ma nonostante questo l'ho raccontato a Felipe, che per giunta è un suo collega che neanche conosce troppo bene, essendo stato assunto da poco.
"Posso spiegarti con calma come sono andate le cose?" chiedo con un filo di voce.
Lui mi guarda negli occhi per qualche secondo, con lo sguardo che sembra avere la capacità di incenerire tutto quello che gli capita davanti, ma dopo qualche secondo sembra addolcirsi leggermente, infatti annuisce piano e si mette seduto.
Prendo posto anch'io accanto a lui e afferro una sua mano per tenerla tra le mie. "Felipe mi ha chiesto il perché di tutta questa tua protezione nei miei confronti" gli spiego. "Gli ho detto che la nostra amicizia è molto forte e che va avanti da tanti anni, ma gli ho anche raccontato il vero motivo che ti spinge ad essere così contrariato quando esco con un ragazzo o quando ne conosco uno nuovo" continuo; lui inizia a guardarmi con la fronte corrugata e con uno sguardo piuttosto confuso. "Gli ho semplicemente spiegato che non vuoi che mi capiti quello che è successo a te, tutto qua" concludo, alzando le spalle e accarezzandogli il dorso della mano.
Lui scuote ripetutamente la testa e sfila la sua mano dalla mia presa. "Non è Camila il motivo per cui non mi va a genio che tu esca con i ragazzi" mormora.
Lo guardo alzando un sopracciglio e incrociando le braccia al petto. "Carlos..." lo ammonisco.
"Non è quello il motivo, joder!" esclama.
"E allora dimmi, qual è il motivo?" gli chiedo con tono tagliente. Ma perché diavolo non vuole ammetterlo?
Lui rimane in silenzio per qualche secondo, poi abbassa la testa e inizia a giocare con la zip della sua tuta da lavoro. "Non voglio che tu soffra, a prescindere da Camila. Tu sei tutto per me, Esti. Non potrei sopportare di vederti stare male" sussurra, scaldandomi il cuore.
Mi sporgo verso di lui, avvicinandomi tanto da lasciare giusto qualche centimetro a dividere i nostri visi, e con la mano destra gli alzo il mento, costringendomi a guardarlo negli occhi.
Non è di certo la prima volta che lo guardo da così vicino, eppure questa volta provo una sensazione diversa, viscerale. Le sue iridi color caffè mi guardano tristi, dispiaciute. I capelli sono leggermente disordinati, ma come sempre, gli stanno comunque bene. Il labbro inferiore sporge leggermente più di quello superiore. Le leggere lentiggini gli ricoprono il viso e lo rendono ancora un po' il bambino che ho conosciuto all'asilo, contrastando con la barba leggermente incolta, che invece lo rende l'uomo che è diventato in tutti questi anni.
Tolgo la mano dal suo mento e la uso per togliere un ciuffo di capelli dalla sua fronte. "Ti voglio un sacco di bene, Carletes" sussurro. "Scusami se ho raccontato di Camila a Felipe"
Lui scuote la testa e mi prende la mano, stringendola fra le sue. "Forse un po' hai ragione..." ammette, mormorando.
Ridacchio stringendo le labbra e scuotendo leggermente la testa. "Lo so" cantileno. "Ti conosco come le mie tasche, caro mio"
Lui sorride e annuisce, avvolgendomi con un braccio per abbracciarmi.
"Allora? Mi racconti di ieri sera?" esordisce poi dopo qualche secondo, facendomi scoppiare a ridere.
"Non molli, eh?"
"Protettivo o no, sono pur sempre il tuo migliore amico" dice facendo spallucce. "Ho il diritto di sapere"
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Il filo rosso del destino - Carlos Sainz
FanfictionEstrella e Carlos sono migliori amici fin dai tempi dell'asilo. Si adorano e sono, da sempre, come fratello e sorella. Caratterialmente sono l'uno l'opposto dell'altra: lei dolce, sensibile e semplice; lui arrogante, strafottente e sfacciato. Cosa...