Capitolo 22.

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Estrella

Arrivo a casa di Carlos di mattina presto, come sempre praticamente congelata, ma con due caffè bollenti fra le mani.

Suono al campanello e lui arriva ad aprirmi dopo pochissimi secondi, quasi come se avesse saputo che ero lì. "Buongiorno, Carletes" mormoro con un sorriso, sporgendomi verso di lui per dargli un bacio sulle labbra. Lui però si scansa e gira la testa, facendo finire la mia bocca contro la sua guancia.

Appoggio i caffè sul tavolo e lo sguardo confusa, aspettando che dica qualcosa, invano. "Beh? Che hai? Non mi saluti, ti scansi... Che succede?" gli chiedo, incrociando le braccia al petto.

Lui sospira. "Dobbiamo parlare, Esti. Te l'ho detto"

Mi tolgo rapidamente il cappotto e lo appoggio sullo schienale della sedia, poi torno a guardarlo e gli faccio un cenno per invitarlo ad iniziare. "Ok, allora parliamo" dico, sedendomi.

"Devi parlare con Felipe" esordisce, guardandomi negli occhi dopo aver preso posto accanto a me.

Aggrotto le sopracciglia e mi metto dritta sulla schiena. "Che intendi? Vuoi che gli dica di noi?" chiedo indicandoci.

Lui scrolla le spalle. "Puoi dirgli quello che vuoi, Esti. Ma io non starò qui a fare l'amante, voglio che questo per te sia chiaro" dice con tono fermo.

"Non ti seguo, non capisco cosa-" inizio a dire con un filo di voce, ma lui ricomincia a parlare interrompendomi.

"Cosa c'è da capire?" sbotta, alzando la voce. "Non voglio essere il tuo amante, Estrella. Non ho intenzione di rimanere buono buono ad aspettarti mentre stai con un altro, ok? È più chiaro così?"

Quelle parole escono dalla sua bocca con un tono di rabbia che raramente avevo sentito da Carlos. Quello che dice mi scuote dentro, il cuore e il cervello, e mi fa riflettere.

"Tu... Vuoi che io e te...?" chiedo, lasciando la frase in sospeso, temendo la risposta.

Se Carlos dovesse dirmi che vorrebbe mettersi con me in una relazione seria, credo che preferirei sparire risucchiata dal pavimento per la vergogna.

"Cosa? No!" esclama, allargando le braccia e facendomi tirare un sospiro di sollievo. "È solo che non voglio venire a letto con te sapendo che tu e lui... Sì, insomma..." spiega, abbassando la voce sull'ultima parte della frase.

Annuisco lentamente e lo osservo, non sapendo cosa dire.

"Non vorrei metterti in difficoltà, Esti. Ma devo, per il rispetto che ho per te e per me stesso. Questa situazione non è giusta, e lo sai anche tu" dice, prendendomi per mano. "O lo lasci, o quello che c'è tra di noi, qualunque cosa sia, finisce qui" dice chiaro, puntando gli occhi nei miei.

Il mio corpo viene attraversato immediatamente da una scarica di emozioni contrastanti e confuse. Da una parte amo passare il mio tempo con Felipe: mi tratta come una principessa, ci divertiamo e abbiamo parecchie cose in comune; dall'altra però, sarebbe difficilissimo continuare a frequentare Carlos dovendomi imporre di resistere alla tentazione di baciarlo e di fare sesso con lui.

Quando i nostri corpi sono vicini, per me l'intero mondo attorno scompare. Ci siamo solo io e lui, avvolti dalla passione più primordiale e dalla voglia più assurda di appartenere l'uno all'altra.

Penso di non aver mai provato con nessun altro uomo le emozioni che provo con lui a letto; è come se conoscesse tutti i miei punti deboli, come se sapesse perfettamente cosa fare e quando.

"Esti?" mi richiama Carlos, girando il mio viso verso il suo prendendomi dal mento.

"Scusami, ci sono" dico abbozzando un sorriso. "Hai ragione tu, tutto questo non è giusto" inizio a dire, giocando con due delle sue dita. "Felipe è un bravissimo ragazzo e non si merita niente di tutto questo. Credo che dovremmo finirla qui" dico tutto d'un fiato, quasi meccanicamente. "Sei sempre stato il mio migliore amico e penso che mettere fine a tutto questo sia meglio anche per la nostra amicizia" continuo, accarezzandogli il dorso della mano con l'indice.

Lui contrae la mandibola, ma si rilassa pochi secondi dopo e annuisce, cercando di sorridere per sembrare il più normale possibile, anche se il suo fastidio è palese. "Allora... È finita" mormora.

"Sì. Niente più errori" confermo, annuendo decisa.

***

Carlos

Bevo un sorso d'acqua e infilo nuovamente i guantoni da boxe, prima di ricominciare a colpire con tutte le mie forze il sacco. Immagino che al suo posto ci sia un accumulo di tutti i miei pensieri, problemi, dubbi, traumi ed incertezze.

La boxe mi aiuta a sfogarmi, in qualunque momento della mia vita fin da quando sono piccolo. Forse, oltre ad Estrella, questo sport è sempre stato la mia unica costante.

Estrella.

Non smetto di pensare a lei da quando stamattina abbiamo deciso di mettere fine a qualunque cosa ci fosse tra noi che superasse l'amicizia. Non perché lei abbia scelto di rimanere con Felipe, ma perché ha ragione: non avrei mai potuto sopportare che nella nostra amicizia qualcosa si rovinasse o andasse storta solo perché come due idioti non siamo stati in grado di resistere a delle stupide tentazioni sessuali.

Per quanto mi piacesse fare sesso con lei, sono contento di aver messo da parte e di aver chiarito questa storia, onde evitare qualunque tipo di incidente di percorso. Abbiamo messo in primo piano la lealtà e la nostra amicizia, ed è questo che conta.

Continuo a colpire ripetutamente il sacco appeso al soffitto, finché il mio telefono non interrompe i miei pensieri.

Tolgo un guantone e aspetto che il respiro torni regolare, mentre leggo il nome sullo schermo. È Juan.

"Ciao, cabrón" lo saluto scherzosamente. "Come vanno le ferie?"

"Non mi lamento, ma passano troppo velocemente. Ci sei stasera? Volevo andare al Goya ma nessuno dei miei amici viene" mi propone.

"Certo che ci sono" acconsento, sorridendo. "Dimmi l'ora e ci vediamo lì"

Il filo rosso del destino - Carlos SainzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora