Capitolo 9.

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Estrella

"Quindi vi siete trovati bene..." commenta Carlos dopo aver bevuto un sorso di coca cola.

Io annuisco e sorrido lievemente, appoggiando il viso su una mano.

"Stai arrossendo?" ridacchia, spostando il mio braccio per vedermi bene in faccia. "Stai arrossendo!" esclama dopo essersene accertato. "Ti piace proprio allora!"

"E dai..." mormoro io, passandomi una mano fra i capelli e non riuscendo a trattenere una risata.

Alla fine, abbiamo deciso di pranzare insieme per raccontarci le ultime novità e per cercare di recuperare per quanto possibile un po' del tempo che non abbiamo potuto passare insieme questi giorni.

"Carlos, smettila!" esclamo ridendo, quando mi accorgo che mi sta di nuovo fissando con un sorrisetto divertito.

"Scusa, scusa" mormora, alzando le mani in segno di resa. "È che non ti ho mai vista così presa da qualcuno, mi fa strano!" spiega.

Alzo gli occhi al cielo e scuoto la testa, posando la forchetta nel piatto ormai vuoto. "Non sono «così presa». Sono stata bene, tutto qua!" chiarisco. "Dai, raccontami qualcosa tu adesso. Che hai fatto ieri sera?" lo incito a parlare, alzando le sopracciglia.

Carlos fa schioccare la lingua sul palato e scrolla le spalle, guardandomi. "Il solito" dice soltanto.

"Il solito vorrebbe dire che sei andato in un locale e hai aggiunto un'altra ragazza alla tua collezione?" lo punzecchio, anche se lui non sembra scomporsi.

"Proprio così" annuisce, prima di scolarsi quello che resta della sua coca cola.

Io scuoto la testa e incrocio le braccia al petto. "Ma che ci trovi in quelle streghe rifatte e tutte uguali?" gli chiedo, con un'espressione schifata.

"Niente" dice alzando le spalle. "Non ci sono pensieri o sentimenti, non c'è impegno. È tutto semplice" mi spiega.

Ci penso su qualche secondo, poi annuisco piano. "Ha senso, credo" commento.

"Hai da fare col tuo nuovo fidanzatino, stasera?" mi chiede, prendendomi in giro.

"No, pesado. Non cominciare a fare battutine ogni volta che ci vediamo, adesso" lo ammonisco.

"Allora stasera esci con me" afferma, sorridendo vittorioso e ignorando palesemente la mia raccomandazione.

"E dove andiamo?" gli chiedo curiosa.

"Mi inventerò qualcosa" risponde prontamente. "Sei contenta?"

Mi sporgo verso di lui e accarezzo il suo avambraccio. "Certo che sono contenta. È da un po' che non stiamo da soli come i vecchi tempi" mormoro. "Ti ricordi quando uscivamo il venerdì sera al liceo? Ci divertivamo come pazzi ed eravamo sempre ubriachi!" gli ricordo ridendo.

Lui annuisce e viene contagiato dalla mia risata. "Preparati, nena. Stasera sarà come tornare indietro nel tempo"

***

Carlos

A sorpresa, ho portato Estrella nel locale in cui passavamo sempre le serate quando eravamo adolescenti. Lei è stata felicissima ed ha subito iniziato a bere, ballare e divertirsi, e io sono così felice di vederla spensierata.

"Andiamo a prendere un altro drink?" mi chiede lei, biascicando un po'.

Io ridacchio e scuoto la testa, prendendola per mano per non perderla tra la gente. "Non hai già bevuto abbastanza?" le chiedo guardandola.

Lei fa una smorfia e nega velocemente con la testa. "Sto benissimo!" esclama al mio orecchio.

Decido di credere a quello che dice anche se so che non è la verità; ormai capisco subito quando sta per oltrepassare la sottile linea tra l'essere semplicemente brilla e l'essere ubriaca da far schifo.

La trascino dietro di me fino all'angolo bar, lasciandole la mano solo quando la vedo appoggiata sul bancone accanto a me.

"Un altro Margarita?" le chiede il barista ridacchiando.

Lei annuisce soddisfatta. "Se lo ricorda anche lui!" esclama al mio orecchio, facendomi sorridere.

"Per te invece?" mi chiede lui, girandosi verso di me.

"Un Negroni" dico, avvicinandomi a lui per farmi sentire meglio.

Una volta presi i nostri drink, ci spostiamo di nuovo verso la pista e torniamo a ballare. Non appena inizio a muovermi, una ragazza mora con i capelli corti e un vestito a dir poco striminzito comincia ad avvicinarsi sempre di più a me. Mi fissa con un sorrisetto malizioso e capisco immediatamente le sue intenzioni, anche perché sono le stesse di tutte le altre donne che mi girano intorno ogni sera.

Le sorrido anch'io e porto le mie mano sui suoi fianchi, stringendoli e facendo sì che il suo corpo si avvicini il più possibile al mio.

Lei posa le sue labbra sulla base del mio collo e inizia a lasciare dei baci lenti e umidi, che però vengono subito interrotti in modo abbastanza brusco da qualcuno che la tira all'indietro verso di sé.

Mi giro stranito a guardare chi ci ha interrotto e rimango di sasso quando vedo Estrella. Ma che diavolo...

"Togli le tue avide mani dal mio fidanzato" dice, quasi lamentandosi.

La ragazza si gira a guardarmi dispiaciuta un'ultima volta prima di allontanarsi e di sparire tra le persone.

"Che dici, se l'è bevuta?" ride Estrella, guardandola andare via.

"Ma che ti è preso? Sei impazzita?" le chiedo stranito.

"Non sono impazzita, ratoncito" dice, usando il nomignolo con cui mi chiamava quando eravamo piccoli. "Gliel'ho detto per farla allontanare" confessa, abbassando lo sguardo.

"E perché volevi che si allontanasse?" le chiedo corrugando la fronte.

Lei scrolla le spalle e riprende a ballare, inciampando dopo pochi secondi. Per fortuna, io non sono ubriaco quanto lei, quindi riesco ad afferrarla prima che cada e che faccia un volo degno di nota. Le mie mani si posano prontamente sui suoi fianchi e i nostri visi rimangono vicinissimi, facendo quasi sfiorare i nostri nasi.

I suoi capelli biondi le incorniciano il viso e le guance diventano violentemente rosse, in parte per colpa dell'alcol. È così bella, semplice e genuina.

"C'è mancato poco" commento, assicurandomi che stia in piedi e allontanandomi leggermente.

Lei annuisce ed inizia a ridere, aggrappandosi alle mie spalle per sorreggersi e abbracciandomi subito dopo.

"Esti..." mormoro contro il suo orecchio, separandomi un po' da lei per guardarla. "Perché hai allontanato quella ragazza?" le chiedo di nuovo.

Lei si fa improvvisamente seria e mi guarda negli occhi come se le avessi chiesto di svelarmi il più grande segreto dell'universo. "Non volevo che stesse con te. Stasera siamo solo io e te" confessa con un filo di voce, sporgendosi verso il mio orecchio. Le sue parole contro la mia pelle danno vita ad un brivido che percorre tutta la mia schiena.

"Sei gelosa?" le chiedo sorridendo.

Lei non risponde, si limita a girarsi e a guardare altrove cercando di far finta di non avermi sentito, ma fallendo miseramente.

Ridacchio e continuo a guardarla, aspettando una reazione da parte sua, finché finalmente non si stufa di avere i miei occhi puntati addosso e mi risponde cercando di trattenere una risatina. "Tu puoi essere geloso e io no?!"

Il filo rosso del destino - Carlos SainzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora