Capitolo 27.

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Estrella

"Com'è andata a lavoro oggi?" chiedo a Carlos, girando ripetutamente il mio drink con la cannuccia in maniera quasi automatica.

Lui scrolla le spalle e si porta alla bocca il calice di birra per berne un sorso. "Stancante, ma meno di altre volte" commenta. "A te? Hai finito quel progetto di cui mi stavi raccontando l'altra sera?" mi chiede interessato, guadandomi.

Cerco di nascondere un sorrisetto lusingato davanti a quella domanda. Si è ricordato le cose di cui ho parlato e mi ha ascoltato attentamente; so che per molti può sembrare una cosa scontata, ma non lo è assolutamente.

"Non ancora, ma sono andata parecchio avanti, anche grazie all'aiuto di un mio collega" ammetto, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e bevendo un sorso dalla cannuccia.

Lui alza un sopracciglio e mi guarda per qualche secondo. "Un tuo collega?" ripete, quasi scocciato ma con un sorrisetto sulle labbra. Capisco subito dove vuole arrivare, quindi decido di dargli spago e di reggergli il gioco.

"Già, un mio collega..." affermo cercando di fare la misteriosa.

"E chi sarebbe? Sentiamo" mi chiede incrociando le braccia al petto e appoggiandosi leggermente allo sgabello.

"Purtroppo non penso che tu lo conosca" dico scuotendo la testa. "È un vero peccato, in effetti. È molto simpatico, ti piacerebbe" aggiungo.

"Non me ne hai mai parlato in tutto questo tempo" osserva.

Faccio spallucce e mi sistemo meglio sulla sedia, appoggiando un braccio sul bancone. "È molto carino, in ufficio pendono tutte dalle sue labbra" insisto, vedendolo ridacchiare e negare con la testa.

"Ah, sì? Anche tu, Esti?" mi chiede, avvicinandosi improvvisamente a me e cingendomi la vita con un braccio.

Rimango per qualche secondo senza fiato, ma poi cerco di farmi vedere subito reattiva, così lo guardo con aria di sfida prima di rispondergli. "Ora che mi ci fai pensare, sì"

Per tutta risposta, lui aumenta la stretta su di me e conficca le sue dita nella mia pelle, facendomi gemere e costringendomi a guardarlo di nuovo dritto negli occhi. "Smettila di provocarmi, lo sai che finisce male" mi avverte, con tono fermo.

Ruoto gli occhi e sposto velocemente lo sguardo altrove, sorridendo appena. "Forse è proprio per questo che ti sto provocando. Magari voglio che finisca male" mormoro.

Torno a guardarlo in viso appena smetto di parlare, e noto subito nei suoi occhi una scintilla di eccitazione.

Senza dire una parola, mi fa posare il drink sul bancone e mi prende per mano, trascinandomi dietro di lui verso la zona privé del locale.

Entriamo silenziosamente in una stanzetta e Carlos si gira subito per chiudere a chiave la porta.

Si avventa su di me nel giro di tre secondi e inizia a baciarmi famelico, prima le labbra, poi la mandibola, le orecchie ed infine il collo. Il suo tocco mi fa completamente impazzire e ogni volta con lui mi manda fuori di testa come se fosse la prima.

Alza leggermente la gonna di pelle che indosso, accarezzandomi l'interno coscia e poi salendo verso il sedere. Lo stringe forte, facendo sì che un sospiro lasci le mie labbra. Lo sento sorridere sulla mia pelle ogni volta che dalla mia bocca esce un gemito o un grugnito. "Amo sentirti godere così..." mormora, stringendo i miei capelli dalla nuca e tirandoli leggermente verso il basso.

Le sue dita si spostano velocemente verso la camicetta che indosso, toccando i miei seni da sopra il tessuto. Carlos continua a stimolare i miei capezzoli, torturandoli lentamente e facendoli diventare ben presto turgidi.

"Sai una cosa?" inizio a parlare, con un filo di voce. "Mi piace vedere come ti guardano tutte quelle ragazze là fuori, sapendo che solo io posso avere tutto questo" sussurro, arrossendo.

Lui sorride compiaciuto e inizia a slacciarsi la cintura dei pantaloni, abbassandoli subito insieme ai boxer e lasciando ben visibile la sua enorme erezione.

Mi mordo il labbro davanti a quella visione, ripensando immediatamente a tutte le sensazioni che è in grado di farmi provare.

Senza pensarci due volte, mi inginocchio davanti a lui e prendo il suo pene tra le mani, massaggiandolo per qualche secondo prima di portarlo nella mia bocca.

Carlos butta subito la testa all'indietro e chiude gli occhi, afferrando di nuovo i miei capelli fra le mani e stringendoli forte tra le dita, iniziando a muovere il suo braccio avanti e indietro per guidarmi nei movimenti.

Quando sente di essere arrivato quasi al limite, mi sposta e si ferma per pochi secondi a guardarmi con uno sguardo pieno di desiderio. Si china per estrarre un preservativo dalla tasca dei suoi jeans, lo indossa e poi mi fa sedere su una piccola scrivania.

Con un gesto abile, sposta le mie mutandine da un lato e scivola in me dopo aver stimolato in mio punto più delicato con le dita.

Un gemito abbandona le mie labbra non appena sento tutta la sua lunghezza riempirmi completamente e poi iniziare ad entrare ed uscire ritmicamente. "Dio..." mormoro, circondando il suo bacino con le mie gambe.

Lui continua a muoversi e ad accarezzare ogni parte del mio corpo, che freme per il modo in cui mi tocca e per la maniera in cui mi fa sua.

Le mie dita si piantano tra i suoi capelli, scompigliandoli e tirandoli leggermente.

I nostri sospiri e i nostri gemiti sono l'unica cosa che riempie la piccola stanza; le nostre fronti sono perlate di sudore e le nostre bocche si scontrano ogni volta che Carlos si muove di più verso di me.

Dopo qualche altro minuto di dolce e lenta tortura, raggiungiamo l'orgasmo quasi contemporaneamente e rimaniamo per pochi secondi a fissarci, soddisfatti e appagati come ogni volta in cui finiamo a fare sesso.

"Penso che inizierò a provocarti più spesso..." sussurro al suo orecchio ridacchiando, prima di scendere dalla scrivania e cominciare a sistemarmi i vestiti.

***

Spazio autrice:

vi amooooo, sono felicissima che la storia vi stia piacendo così tanto🥹

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Il filo rosso del destino - Carlos SainzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora